L’agrivoltaico contribuisce a rendere il microclima più favorevole per le colture e aumenta il reddito degli agricoltori. Il nuovo studio pubblicato su Nature
Nonostante i dubbi circa lo sfruttamento del suolo da parte dei sistemi agrivoltaici, l’analisi evidenzia benefici sia in termini ambientali che economici
Un nuovo studio pubblicato dagli studiosi Kannenberg, Sturchio, Venturas e Knapp nella rivista Nature dal titolo “Grassland carbon-water cycling is minimally impacted by a photovoltaic array” conferma il grande potenziale dell’agrivoltaico.
I terreni dedicati ai sistemi agrivoltaici prevedono impianti solari che lavorano unitamente alla produzione agricola, con l’obiettivo di ridurre al minimo la tensione del suolo utilizzato.
Agrivoltaico: microclima più favorevole e aumento del reddito per gli agricoltori
La ricerca evidenza che i sistemi agrivoltaici possono contribuire all’espansione dell’energia solare senza limitare lo sviluppo delle colture. Sebbene il terreno agrivoltaico riduca la disponibilità di luce del 38%, la fotosintesi netta e la produttività primaria netta del territorio agricolo vengono ridotte solo del 6-7%.
Gli impianti agrivoltaici, inoltre, apportano notevoli esternalità positive, tra cui:
- La possibilità di creare un microclima più favorevole per le colture;
- Fornire zone ombreggiate per gli animali al pascolo;
- Migliorare la qualità del foraggio;
- Aumentare il reddito degli agricoltori.
Fondamentale, secondo lo studio, prestare attenzione durante la fase di installazione dei pannelli, per ridurre al minimo gli impatti sul suolo e sulla vegetazione.
Tuttavia, permangono ancora numerose preoccupazioni circa gli impatti a lungo termine dei sistemi agrivoltaici, incluso il grado in cui le riduzioni della disponibilità di luce limiteranno la fotosintesi delle piante e quindi la produzione di foraggio. Inoltre, la minore disponibilità di acqua potrebbe anche tradursi in una maggiore resistenza dell’ecosistema a condizioni meteorologiche estreme, come siccità o ondate di calore.
L’agrivoltaico è ideale nelle praterie semi-aride e aride
Lo studio dimostra che l’assorbimento annuale di carbonio e l’evapotraspirazione variano soprattutto in base alle temperature e al deficit di vapore e di precipitazioni. Di conseguenza, non è stata trovata una relazione significativa tra agrivoltaico e effetti negativi sul suolo.
Al contrario, i territori agrivoltaici sono particolarmente promettenti, soprattutto negli ecosistemi con acqua limitata, grazie alla capacità di moderare gli ambienti termici e ridurre l’uso dell’acqua delle piante e l’evaporazione del suolo.
In particolare, le praterie semi-aride e aride sono un territorio particolarmente favorevole per l’agrivoltaico data la loro vegetazione di bassa statura e la topografia relativamente piatta.
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