Dossier tecnico

11.07.2016 Questo articolo ha più di 3 anni

L’evoluzione delle tecnologie e del mercato del fotovoltaico

Il mercato del fotovoltaico è in crescita, tanto che si stima che nel 2016 verranno installati 67 GW di nuova potenza contro i 58 installati nel 2015.

Complici di questa crescita il prezzo al kWh raggiunto dall’energia fotovoltaica, sempre più competitivo, e l’eccellenza tecnica acquisita nel tempo, che consente di garantire i prodotti per molti anni e di prolungarne significativamente la vita media.

In questo dossier tecnico analizzeremo il futuro del mercato del fotovoltaico, soffermandoci sulle possibili strade di sviluppo, su alcuni dati importanti e sulla normativa italiana vigente in materia.

Fotovoltaico

Come sarà il fotovoltaico di nuova generazione?

Saranno sicuramente tre le direzioni di sviluppo del fotovoltaico del futuro prossimo: l’alta efficienza, il basso costo, l’energy storage (o sistemi di accumulo).

Sul fronte dei costi del fotovoltaico possiamo già oggi constatare dei risultati apprezzabili: il costo degli impianti, almeno in Italia, è diminuito dell’80% negli ultimi otto anni, e i processi produttivi sono totalmente automatizzati, garantendo velocità e qualità di produzione a costi più bassi.

Dal punto di vista dell’efficienza dei pannelli fotovoltaici, invece, nonostante numerosi progetti di ricerca, i pannelli sono ancorati a rendimenti che non superano il 20%.  La ricerca, in particolare, sembra proporre nuove prospettive nell’impiego del silicio nanostrutturato, elemento che si trova in abbondanza sulla terra e che può garantire la produzione di energia pulita, abbondante, rinnovabile e sicura. Lo sviluppo di questa sorta di nanotecnologia applicata al fotovoltaico è in fase di sviluppo anche in Italia e, oltre a vantaggi sulla resa, consentirebbe anche la diminuzione della superficie dei pannelli esposti all’irraggiamento.

La sfida vera per il fotovoltaico, in vista di un superamento definitivo dell’utilizzo del petrolio e dei combustibili fossili, almeno nel breve periodo e in particolare per l’autoconsumo, riguarda l’energy storage. Ancora non è possibile adattare la “curva di produzione” (ottimale durante il giorno e particolarmente nei mesi estivi) alla “curva di consumo” (estesa a tutte le 24 ore per tutti i periodi dell’ano). È necessario riuscire a stoccare l’energia prodotta in eccesso, per renderla disponibile in qualsiasi momento nell’arco della giornata e per tutto l’anno. Le applicazioni di cui stiamo parlando non sono limitate all’ambito domestico, ma vanno estese all’ambito industriale e a quello dei trasporti.

Anche in questo settore la ricerca si muove, spinta anche dalle richieste del mercato, nella direzione di accumulatori elettro chimici, ma anche di particolari celle a idrogeno. La crescita della domanda porterà, per batterie e d accumulatori, agli stessi risultati in termini di riduzione di costo e incremento di efficienza, conseguiti nella produzione dei pannelli.

La normativa in Italia

Fotovoltaico

In Italia rimangono alcune criticità evidenti sul piano normativo, ma partiamo da alcuni punti fermi.

Considerato lo stato iniziale del mercato dell’energy storage, lo scambio sul posto rimane il meccanismo fondamentale sul quale si basa la convenienza dell’installazione degli impianti sia in ambito residenziale, che in ambito industriale.

Questo meccanismo consente di scambiare l’energia in eccesso prodotta in alcuni momenti, con il prelievo, per esempio, in fascia serale: il meccanismo, di per sé semplice, è in realtà ben più complesso, e lo scambio non è alla pari, ma piuttosto penalizzante per l’energia immessa ,qualora nel bilancio annuale l’immesso complessivo superi il prelevato

 

Se invece complessivamente si preleva più di quanto non si immetta, permane una certa convenienza, specie per gli impianti domestici.

Lo scambio sul posto permette di connettere alla rete elettrica impianti fino a 500 kW, ed è quindi utilizzabile da utenti medi. La soluzione ideale per questi ultimi rimane, però, l’autoconsumo istantaneo dell’energia prodotta: in tal senso è necessaria un’analisi preliminare approfondita per capire non solo i consumi cumulativi, ma anche quelli orari.

In alcuni casi, investitori esterni realizzano gli impianti senza alcun costo per gli utenti finali, stipulando poi con gli stessi dei contratti di noleggio operativo con durata minimo decennale. Fondamentale, in questo caso, è la solidità finanziaria e industriale del cliente finale.

Un altro meccanismo attivo e sfruttabile è quello dei titoli di efficienza energetica (TEE) o certificati bianchi. Questi titoli vengono riconosciuti per impianti fino a 20 kW e sono pagati nei primi 5 anni in base alla potenza di picco installato, area climatica e altri parametri tecnici dell’impianto. Il contributo può arrivare a coprire il 20% del costo dell’opera quindi, laddove non si acceda alla detrazione fiscale, rimane uno strumento utile.

Infine, la detrazione fiscale del 50% viene riconosciuta per gli impianti fotovoltaici. Il limite di questo beneficio è l’applicabilità ai soli soggetti che presentano dichiarazione dei redditi, quindi ai privati. Se si pensa a un impianto privato come quello riportato in esempio prima, si capisce che a fronte di una spesa di 6000 € si possono recuperare certamente 3000 €, indipendentemente dall’utilizzo effettivo dell’impianto stesso in termini energetici.

In generale rimane quindi confermata la convenienza degli impianti, a patto di dimensionarli correttamente, utilizzare materiali di buona qualità e pianificare una manutenzione periodica.

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