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03.04.2013
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Gas Fluorurati: Co.Aer chiede l’abolizione dell’art.12 che vieta la precarica di refrigerante

Il divieto previsto dal regolamento sui gas fluorurati comporterebbe più perdite di HFC, costi più alti per i clienti e minore efficienza energetica degli apparecchi.
Co.Aer, l’associazione di ANIMA dei costruttori, importatori ed esportatori italiani di apparecchi e impianti per la climatizzazione e ventilazione, ha inviato al Ministero dell’Ambiente un Position Paper in cui illustra come l’applicazione dell’articolo 12, introdotto dalla bozza di revisione del Regolamento sui gas fluorurati 842/2006, farebbe aumentare le emissioni di HFC piuttosto che farle diminuire e avrebbe quindi conseguenze anche sull’aumento di emissioni di CO2.
 
Il Regolamento revisionato sui Gas fluorurati, se approvato, prevede che tutte le apparecchiature di climatizzazione vengano spedite e installate senza la carica di refrigerante, dalle piccole unità di condizionamento residenziali (monoblocco e split) fino ai gruppi refrigeratori da migliaia di kW termici: così facendo, secondo la proposta di revisione, si eviterebbero eventuali perdite di HFC prima dell’avviamento“ dimenticando – sottolinea la nota di Co.Aer - che la carica di refrigerante è fondamentale per l’efficienza energetica di queste apparecchiature”.
 
L’associazione federata ANIMA sottolinea come il divieto di carica delle apparecchiature sia, paradossalmente, più dannoso rispetto alla procedura attuale: l’installatore qualificato, infatti, dovrebbe caricare le macchine manualmente, con il rischio di fuoriuscite di gas e con una precisione che non potrà comunque eguagliare quella dei macchinari automatizzati presenti nella fabbrica produttrice.
 
Inoltre, per rilasciare al cliente la garanzia dell’apparecchio (obbligatoria secondo le disposizioni UE), il produttore deve immettere comunque l’esatta carica di refrigerante per svolgere le prove e i collaudi in fabbrica: variazioni, seppur minime, della carica di refrigerante possono compromettere l’efficienza energetica dell’apparecchio e di conseguenza provocare consumi maggiori di energia elettrica per il funzionamento dello stesso, con ripercussioni anche sulle emissioni di CO2.
 
Sempre secondo l’articolo 12 la carica di F-Gas immessa per il collaudo, denuncia Co.Aer, andrebbe poi tolta per il trasporto dell’apparecchiatura, con le conseguenze facilmente immaginabili in termini di perdite nell’atmosfera: inoltre, il gas recuperato, non più utilizzabile, andrebbe trasportato in una struttura apposita per essere rigenerato mentre altro gas “vergine” andrebbe trasportato al cantiere per la carica in situ.
 
Il Position Paper considera anche l’aspetto economico dell’articolo 12:
 
Eseguire la carica in cantiere – denuncia Co.Aer - comporterebbe anche un aggravio economico per l’utilizzatore derivante dai lavori aggiuntivi in situ, aggravio che in alcuni casi potrebbe anche uguagliare il costo dell’apparecchiatura stessa. Oltre al recupero e rigenerazione del refrigerante usato per il collaudo deve, infatti, essere prevista una precarica di gas inerti in fabbrica, un’operazione di “vuoto quasi assoluto nel circuito” in situ per una certa durata di tempo per verificare eventuali punti di rottura, la ricarica del refrigerante, il funzionamento a pieno carico della macchina per controllare eventuali fughe di refrigerante dai circuiti in pressione.”.
Una procedura complessa e dispendiosa che avrebbe ripercussioni dirette sulle tasche dei clienti finali, con il rischio aggiuntivo che gli installatori taglino di molto i tempi di questi controlli, necessari per l’affidabilità della macchina.

In allegato PDF il testo integrale del Position Paper Co.Aer