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Settore dell’impiantistica: le richieste del CNA al prossimo Governo
Il CNA ha pubblicato una serie di richieste che permettano un miglioramento della sicurezza e della competitività del settore impiantistico italiano
Con il possibile insediamento di un nuovo governo il CNA ha pensato di pubblicare una serie di precise richieste che sarebbero necessarie per tutelare e sostenere il settore dell’impiantistica italiano, un comparto che è cresciuto del 15% negli ultimi 9 anni e che si stima crescerà ancora di più nel prossimo futuro.
Questa filiera ha in effetti ottenuto un peso sempre maggiore nel comparto dell’edilizia negli ultimi anni, assorbendone di conseguenza sempre più risorse. Per questo CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ha ritenuto fosse il caso di illustrare le esigenze del settore così da tentare di ottenere finalmente delle variazioni nella normativa che permettano di migliorare la competitività e aumentino la sicurezza del settore.
Il presidente di CNA Installazione Impianti, Carmine Battipaglia, ha affermato ““E’ del tutto evidente che un settore con questi numeri e naturalmente vocato all’innovazione in quanto la componente tecnologica ha acquisito un ruolo crescente all’interno delle opere edili e infrastrutturali necessita di maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Sarebbe pertanto un segnale forte di attenzione nei confronti del nostro settore la costituzione di un tavolo permanente di consultazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico di tutti gli stakeholder del settore impiantistico”.
La prima richiesta del CNA è quindi la creazione di un tavolo di consultazione permanente presso il Ministero dello Sviluppo Economico così da poter dare voce alle esigenze del settore, seguita poi da una altrettanto importante revisione coerente e completa del DM 37/08. Si ritiene infatti fondamentale che esso venga modificato affinché imponga un sistema nazionale di verifica degli impianti al servizio degli edifici, che al momento manca, e che si operi una riconsiderazione complessiva del sistema “abitazione” dei Responsabili Tecnici così da permettere al settore di svilupparsi avendo sempre la messa a norma degli impianti come priorità.
Secondo il CNA “E’ necessario un provvedimento legislativo che obblighi i responsabili degli impianti, domestici e non, in un periodo di tempo medio a metterli a norma prevedendo sanzioni per chi non si adegua” dal momento che in Italia ci sono più di 30 milioni di impianti termici, il 60% dei quali autonomi, 24 milioni di impianti elettrici (il 92% dei quali con potenza inferiore ai 3 kW), 19 milioni di impianti per il raffrescamento e 12 per la produzione di acqua calda sanitaria, e che la maggior parte di questi 85 milioni complessivi non è a norma e non ha la dichiarazione di conformità.
Non solo, una buona parte di questi impianti è obsoleta e carente dal punto di vista della sicurezza e dell’efficienza, si stima ad esempio che 6 milioni di centralini da appartamento non siano dotati di un interruttore differenziale. Si comprende quindi l’esigenza di un provvedimento che permetta di imporre la messa “fuori mercato” di questi impianti e che imponga l’obbligo di sostituzione per chi ne è responsabile.
Considerando il fatto che il numero di incidenti da gas combustibili nel 2017 sembra essere aumentato per problemi legati alla non idoneità o alla carenza di manutenzione degli impianti, il CNA ritiene che “riservare l’acquisto di apparecchiature e sistemi termici ai soli operatori abilitati ai sensi del DM 37/08 contribuirebbe in maniera rilevante alla riduzione degli incidenti nonché del fenomeno del lavoro nero e dell’evasione fiscale causato da operatori abusivi e non abilitati a cui il consumatore finale a volte si rivolge per ottenere effimeri risparmi economici.”
Un altro tema scottante per il settore dell’impiantistica è la mancanza di concorrenza nei mercati energetici provocata, secondo il CNA, dalla mancanza di una separazione effettiva tra i soggetti che svolgono contestualmente più attività nella filiera: il cosiddetto problema del “post-contatore”. In sostanza gli operatori che detengono monopoli tecnici riescono ad emarginare dal mercato le imprese artigiane medio-piccole che non hanno conoscenze e informazioni sufficienti per competere alle grandi aziende che gestiscono sia la distribuzione che la misura. “E’ pertanto necessario e non più rinviabile – sostiene Battipaglia - prevedere l’obbligo di separazione proprietaria tra i soggetti che gestiscono le infrastrutture strategiche e gli operatori che operano a monte ed a valle del mercato, nonché nei servizi post-contatore”.
Infine, un tema sul quale il CNA insiste da anni, e che ritiene ormai non rinviabile, è quello dell’introduzione di un fascicolo di fabbricato e dell’imposizione di un libretto di impianti elettrici ed elettronici alla stregua di quello che esiste per gli impianti termici. Avere un fascicolo che contenga tutte le informazioni sulla struttura e sugli impianti di cui un edificio è dotato è una vera propria necessità per tutti, soprattutto se si desidera far evolvere il settore dell’impiantistica verso un futuro di efficienza, sostenibilità e soprattutto sicurezza.
Questa filiera ha in effetti ottenuto un peso sempre maggiore nel comparto dell’edilizia negli ultimi anni, assorbendone di conseguenza sempre più risorse. Per questo CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, ha ritenuto fosse il caso di illustrare le esigenze del settore così da tentare di ottenere finalmente delle variazioni nella normativa che permettano di migliorare la competitività e aumentino la sicurezza del settore.
Un tavolo permanente di consultazione per il settore dell’impiantistica
Il presidente di CNA Installazione Impianti, Carmine Battipaglia, ha affermato ““E’ del tutto evidente che un settore con questi numeri e naturalmente vocato all’innovazione in quanto la componente tecnologica ha acquisito un ruolo crescente all’interno delle opere edili e infrastrutturali necessita di maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Sarebbe pertanto un segnale forte di attenzione nei confronti del nostro settore la costituzione di un tavolo permanente di consultazione presso il Ministero dello Sviluppo Economico di tutti gli stakeholder del settore impiantistico”.
La revisione del DM 37/08: introdurre le verifiche obbligatorie
La prima richiesta del CNA è quindi la creazione di un tavolo di consultazione permanente presso il Ministero dello Sviluppo Economico così da poter dare voce alle esigenze del settore, seguita poi da una altrettanto importante revisione coerente e completa del DM 37/08. Si ritiene infatti fondamentale che esso venga modificato affinché imponga un sistema nazionale di verifica degli impianti al servizio degli edifici, che al momento manca, e che si operi una riconsiderazione complessiva del sistema “abitazione” dei Responsabili Tecnici così da permettere al settore di svilupparsi avendo sempre la messa a norma degli impianti come priorità.
Secondo il CNA “E’ necessario un provvedimento legislativo che obblighi i responsabili degli impianti, domestici e non, in un periodo di tempo medio a metterli a norma prevedendo sanzioni per chi non si adegua” dal momento che in Italia ci sono più di 30 milioni di impianti termici, il 60% dei quali autonomi, 24 milioni di impianti elettrici (il 92% dei quali con potenza inferiore ai 3 kW), 19 milioni di impianti per il raffrescamento e 12 per la produzione di acqua calda sanitaria, e che la maggior parte di questi 85 milioni complessivi non è a norma e non ha la dichiarazione di conformità.
Non solo, una buona parte di questi impianti è obsoleta e carente dal punto di vista della sicurezza e dell’efficienza, si stima ad esempio che 6 milioni di centralini da appartamento non siano dotati di un interruttore differenziale. Si comprende quindi l’esigenza di un provvedimento che permetta di imporre la messa “fuori mercato” di questi impianti e che imponga l’obbligo di sostituzione per chi ne è responsabile.
Limitare l’acquisto e la possibilità di operare per aumentare la competitività del mercato
Considerando il fatto che il numero di incidenti da gas combustibili nel 2017 sembra essere aumentato per problemi legati alla non idoneità o alla carenza di manutenzione degli impianti, il CNA ritiene che “riservare l’acquisto di apparecchiature e sistemi termici ai soli operatori abilitati ai sensi del DM 37/08 contribuirebbe in maniera rilevante alla riduzione degli incidenti nonché del fenomeno del lavoro nero e dell’evasione fiscale causato da operatori abusivi e non abilitati a cui il consumatore finale a volte si rivolge per ottenere effimeri risparmi economici.”
Un altro tema scottante per il settore dell’impiantistica è la mancanza di concorrenza nei mercati energetici provocata, secondo il CNA, dalla mancanza di una separazione effettiva tra i soggetti che svolgono contestualmente più attività nella filiera: il cosiddetto problema del “post-contatore”. In sostanza gli operatori che detengono monopoli tecnici riescono ad emarginare dal mercato le imprese artigiane medio-piccole che non hanno conoscenze e informazioni sufficienti per competere alle grandi aziende che gestiscono sia la distribuzione che la misura. “E’ pertanto necessario e non più rinviabile – sostiene Battipaglia - prevedere l’obbligo di separazione proprietaria tra i soggetti che gestiscono le infrastrutture strategiche e gli operatori che operano a monte ed a valle del mercato, nonché nei servizi post-contatore”.
Fascicolo di fabbricato: una necessità impellente
Infine, un tema sul quale il CNA insiste da anni, e che ritiene ormai non rinviabile, è quello dell’introduzione di un fascicolo di fabbricato e dell’imposizione di un libretto di impianti elettrici ed elettronici alla stregua di quello che esiste per gli impianti termici. Avere un fascicolo che contenga tutte le informazioni sulla struttura e sugli impianti di cui un edificio è dotato è una vera propria necessità per tutti, soprattutto se si desidera far evolvere il settore dell’impiantistica verso un futuro di efficienza, sostenibilità e soprattutto sicurezza.