Speciale 35
I nuovi sviluppi della componentistica idronica
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di A cura di: ing. Nicola Bettio, titolare Dyfo
Gli impianti idronici: la corsa al circuito complesso ma efficiente
Quasi la totalità degli impianti di riscaldamento in Italia, è realizzato mediante l’idronica ossia mediante la trasmissione di calore utilizzando l’acqua come fluido vettore. L’acqua è riscaldata dalla caldaia e da questa trasportata attraverso tubazioni e valvole ai terminali remoti, dove avviene il trasferimento di calore dall’acqua all’aria.
Fino a qualche anno fa lo standard degli impianti idronici era molto semplice ed intuitivo: una caldaia, magari a condensazione, delle tubazioni in rame, ferro o materiale multistrato, qualche valvola temostatica o miscelatrice e il classico termosifone o, nel terziario, dei ventilconvettori.
Non essendoci grande innovazione dal punto di vista della sorgente termica o della tipologia del terminale non ci sono state innovazioni nei sistemi o nei prodotti legati alla distribuzione idronica e alla gestione dell’acqua sia per l’impianto che per l’utilizzo del sanitario. Il mercato non chiedeva nulla di particolare se non l’affidabilità e la durabilità del sistema.
Da qualche tempo però, con il progressivo crescere di nuove tecnologie di produzione di calore come solare termico, geotermia, aerotermia, assorbimento e biomasse, sono nate delle nuove opportunità per molti costruttori di componentistica idraulica.
Si è passati molto rapidamente da una fonte di calore oramai consolidata e conosciuta, e che non richiedeva nulla di particolare, a dover gestire tecnologie differenti e molto spesso complesse.
Gli schemi impiantistici dei sistemi di generazione di calore e la loro distribuzione negli impianti idronici sono differenti tra di loro, non sono intercambiabili e le soluzioni non possono essere copiate da una tecnologia all’altra. E’ sorta così l’esigenza di pensare e realizzare prodotti che potessero seguire adeguatamente queste nuove soluzioni impiantistiche, capaci di sfruttare al meglio le peculiarità di ciascuna delle tecnologie.
Per fare un esempio possiamo citare i produttori istantanei di acqua calda sanitaria. Questi componenti sono praticamente inutili se si ha una caldaia, ma sono fondamentali se si utilizza ad esempio una pompa di calore, con cui non è possibile produrre istantaneamente acqua calda istantanea. Fino a qualche anno fa ne esistevano solo pochi modelli, ma oggi se ne contano in gran numero e con tecnologie che utilizzano circolatori a portata variabile, misuratori di portata Vortex e contabilizzatore di energia termica integrato.
Altra fonte di ispirazione per la realizzazione di nuovi componenti è stata la necessità di far coesistere all’interno di un impianto tecnologie differenti. Questo ulteriore passo, più di altri, ha comportato necessariamente l’esigenza di realizzare nuovi componenti di interfaccia quali:
• Regolazioni
• Sistemi di supervisione
• Accumuli multi-sorgente
• Valvole deviatrici
• Valvole di bilanciamento
• Circolatori auto adattativi
Componenti in grado di associare esigenze diverse, come per esempio:
• Pompe di calore, solare termico e bollitore multi serpentina per gestire entrambi le sorgenti termiche
• Pompa di calore, bollitore e produttore istantaneo i ACS
• Caldaia, solare termico e sistema di gestione intelligente di inserimento delle due tecnologie in funzione del maggior risparmio energetico
La ricerca non solo dell’integrazione, ma anche del risparmio energetico, o di quello che tutti citano come “efficienza”, ha ulteriormente alzato la posta per cercare di far funzionare tutte queste tecnologie nel modo più efficiente possibile.
I professionisti si stanno sbizzarrendo con le soluzioni impiantistiche, e i costruttori di componenti idronici li stanno seguendo in questa corsa al circuito complesso ma efficiente.
Naturalmente nulla deve essere improvvisato, ma la sensazione è che molto spesso queste soluzioni e questi componenti siano scelti non in base a calcoli, ma in modo superficiale con conseguenze negative sul corretto funzionamento. La velocità di introduzione nel mercato di nuove soluzioni non è, a mio avviso, supportata da una idonea formazione dei professionisti che le scelgono o che le installano con problemi di post installazione enormi.
Un esempio tra tutti che ha creato molti problemi in decine di impianti è l’abbinamento di una pompa di calore con un serbatoio a serpentina.
In questa situazione nella maggioranza dei casi, nessuno sa dimensionare correttamente la serpentina, dal progettista al costruttore di serbatoi con serpentina. Il risultato è il continuo malfunzionamento della pompa di calore generato da una serpentina sottodimensionata. Questo problema è stato praticamente creato da progettisti e costruttori di serbatoi che pensavano, erroneamente, di utilizzare per le pompe di calore le stesse regole utilizzate con le caldaie.
Occhio quindi alle innovazioni! Ben vengano, ma devono essere inserite non sull’onda del nuovo, ma a fronte di una progettazione coerente.
Fino a qualche anno fa lo standard degli impianti idronici era molto semplice ed intuitivo: una caldaia, magari a condensazione, delle tubazioni in rame, ferro o materiale multistrato, qualche valvola temostatica o miscelatrice e il classico termosifone o, nel terziario, dei ventilconvettori.
Non essendoci grande innovazione dal punto di vista della sorgente termica o della tipologia del terminale non ci sono state innovazioni nei sistemi o nei prodotti legati alla distribuzione idronica e alla gestione dell’acqua sia per l’impianto che per l’utilizzo del sanitario. Il mercato non chiedeva nulla di particolare se non l’affidabilità e la durabilità del sistema.
Da qualche tempo però, con il progressivo crescere di nuove tecnologie di produzione di calore come solare termico, geotermia, aerotermia, assorbimento e biomasse, sono nate delle nuove opportunità per molti costruttori di componentistica idraulica.
Si è passati molto rapidamente da una fonte di calore oramai consolidata e conosciuta, e che non richiedeva nulla di particolare, a dover gestire tecnologie differenti e molto spesso complesse.
Gli schemi impiantistici dei sistemi di generazione di calore e la loro distribuzione negli impianti idronici sono differenti tra di loro, non sono intercambiabili e le soluzioni non possono essere copiate da una tecnologia all’altra. E’ sorta così l’esigenza di pensare e realizzare prodotti che potessero seguire adeguatamente queste nuove soluzioni impiantistiche, capaci di sfruttare al meglio le peculiarità di ciascuna delle tecnologie.
Per fare un esempio possiamo citare i produttori istantanei di acqua calda sanitaria. Questi componenti sono praticamente inutili se si ha una caldaia, ma sono fondamentali se si utilizza ad esempio una pompa di calore, con cui non è possibile produrre istantaneamente acqua calda istantanea. Fino a qualche anno fa ne esistevano solo pochi modelli, ma oggi se ne contano in gran numero e con tecnologie che utilizzano circolatori a portata variabile, misuratori di portata Vortex e contabilizzatore di energia termica integrato.
Altra fonte di ispirazione per la realizzazione di nuovi componenti è stata la necessità di far coesistere all’interno di un impianto tecnologie differenti. Questo ulteriore passo, più di altri, ha comportato necessariamente l’esigenza di realizzare nuovi componenti di interfaccia quali:
• Regolazioni
• Sistemi di supervisione
• Accumuli multi-sorgente
• Valvole deviatrici
• Valvole di bilanciamento
• Circolatori auto adattativi
Componenti in grado di associare esigenze diverse, come per esempio:
• Pompe di calore, solare termico e bollitore multi serpentina per gestire entrambi le sorgenti termiche
• Pompa di calore, bollitore e produttore istantaneo i ACS
• Caldaia, solare termico e sistema di gestione intelligente di inserimento delle due tecnologie in funzione del maggior risparmio energetico
La ricerca non solo dell’integrazione, ma anche del risparmio energetico, o di quello che tutti citano come “efficienza”, ha ulteriormente alzato la posta per cercare di far funzionare tutte queste tecnologie nel modo più efficiente possibile.
I professionisti si stanno sbizzarrendo con le soluzioni impiantistiche, e i costruttori di componenti idronici li stanno seguendo in questa corsa al circuito complesso ma efficiente.
Naturalmente nulla deve essere improvvisato, ma la sensazione è che molto spesso queste soluzioni e questi componenti siano scelti non in base a calcoli, ma in modo superficiale con conseguenze negative sul corretto funzionamento. La velocità di introduzione nel mercato di nuove soluzioni non è, a mio avviso, supportata da una idonea formazione dei professionisti che le scelgono o che le installano con problemi di post installazione enormi.
Un esempio tra tutti che ha creato molti problemi in decine di impianti è l’abbinamento di una pompa di calore con un serbatoio a serpentina.
In questa situazione nella maggioranza dei casi, nessuno sa dimensionare correttamente la serpentina, dal progettista al costruttore di serbatoi con serpentina. Il risultato è il continuo malfunzionamento della pompa di calore generato da una serpentina sottodimensionata. Questo problema è stato praticamente creato da progettisti e costruttori di serbatoi che pensavano, erroneamente, di utilizzare per le pompe di calore le stesse regole utilizzate con le caldaie.
Occhio quindi alle innovazioni! Ben vengano, ma devono essere inserite non sull’onda del nuovo, ma a fronte di una progettazione coerente.
In questo Speciale
La nuova Magna3: molto più di una pompa
magna3, Pompa di circolazione riscaldamento di Grundoff. Molto più di una pompa.