Sempre più alto il consumo di suolo in Italia: qual è il ruolo dei pannelli fotovoltaici?
Quanto incide lo sviluppo degli impianti fotovoltaici sul consumo del territorio italiano in base ad un confronto tra i dati dei rapporti pubblicati da SNPA e GSE
Il report 2022 del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, prodotto in collaborazione con le attività di monitoraggio dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) insieme alle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome (ARPA/APPA) fornisce un’analisi dei consumi sempre più invasivi del suolo: una risorsa fondamentale ma non rinnovabile.
Stando ai dati raccolti, si registrano livelli sempre più elevati di consumo di suolo, causando una notevole perdita di questa risorsa ambientale così importante per l’ecosistema e per la biodiversità.
La crescita inarrestabile delle superfici artificiali è solo in parte compensata dal ripristino di aree naturali classificate come suolo reversibile, che nel 2022 è stato pari a 5,8 km2, un’azione comunque insufficiente per raggiungere l’obiettivo di azzeramento del consumo di suolo netto.
Due tipologie di consumo del suolo
Secondo gli studiosi, è possibile distinguere tra due tipologie di consumo di suolo: quello permanente e quello reversibile.
Il primo si basa sulla costruzione di edifici, discariche, strade e aree asfaltate di vario genere (parcheggi, piazzali, ecc.), mentre il secondo comprende tutti quegli interventi che non implicano una totale impermeabilizzazione del terreno.
Il consumo di suolo reversibile comprende, tra le altre cose, anche la creazione di campi fotovoltaici installati a terra, i quali attualmente in Italia occupano più di 17.500 ettari di suolo e che sono destinati ad aumentare nei prossimi anni fino a oltre 50.000 ettari per far fronte alla transizione ecologica ed energetica.
Dati SNPA e GSE a confronto
Se si comparano i dati pubblicati da SNPA e ISPRA con quelli divulgati dal Gestore dei servizi energetici (GSE), si scopre che a fine 2021 la Puglia, con ben 6.123 ettari, è stata la regione con la maggior superficie di suolo occupata da impianti fotovoltaici a terra e che, grazie all’utilizzo complessivo di diversi impianti fotovoltaici, raggiunge una produzione annua di 3.881GWh, pari al 15,5% dei 25.039 GWh prodotti complessivamente a livello nazionale.
L’Emilia Romagna è al secondo posto nella classifica relativa al consumo di suolo per il fotovoltaico grazie ai suoi 1.872 ettari di terreno adibiti agli impianti a terra.
Segue poi il Lazio che dedica agli impianti fotovoltaici a terra 1.483 ettari che rappresentano il 51% del totale della capacità installata.
I dati del GSE rivelano che al 2021 in Italia la superficie occupata dagli impianti fotovoltaici collocati a terra è pari a 152,1 km2,mentre il numero complessivo degli impianti fotovoltaici installati è 1.016.083, con una potenza complessiva pari a 22.594 MW, grazie alla quale nel corso dello scorso anno è stato possibile ricavare complessivamente 25.039 GWh di energia elettrica.
Il ruolo del fotovoltaico
Sebbene dal 2013 la quantità di impianti fotovoltaici a terra e non sia diminuita notevolmente, sono state proprio le installazioni a terra a subire un calo maggiore.
Alla fine del 2021 la potenza fotovoltaica installata relativa a quest’ultime che è stata rilevata dal GSE ammonta a 8.050 MW, ovvero il 36% del dato complessivo nazionale.
Rispetto al 2020, nel 2021 si è registrato un incremento pari allo 0,7% che potrebbe essere stato favorito anche dalle decisioni del Governo di mettere a disposizione bonus e incentivi per il fotovoltaico al fine di alimentare la sostenibilità energetica del Paese.
Con il continuo aumento di impianti di piccola taglia, caratterizzati da una potenza inferiore o uguale a 20 kW, e di quelli di taglia media da circa 22,2 kW, l’Italia potrebbe presto riuscire a produrre un quantitativo di energia elettrica da fotovoltaico in grado di coprire quello complessivo previsto dal Piano per la Transizione Ecologica fissato al 2030.
Tramite il consumo consapevole di suolo reversibile e l’utilizzo della superficie dei tetti degli edifici già disponibile, si stima che in futuro l’area adoperabile per l’installazione degli impianti fotovoltaici possa essere compresa tra 75.000 e 99.000 ettari, sufficiente per ospitare una potenza complessiva stimata tra 70 e 92 GW.