Focus Efficienza Energetica

20.06.2022

Analisi trimestrale ENEA: aumentano del 25% emissioni e consumi, rallenta la transizione energetica

Cresce lo sfruttamento del carbone per la produzione di energia elettrica e le emissioni di CO2: il costo dell’elettricità sale in borsa a 250 €/MWh

L’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano pubblicata da ENEA è chiara: nel primo trimestre del 2022 la richiesta energetica è salita del 2,5%, seguita da un incremento pari all’8% relativo alle emissioni di CO2, causato a sua volta dall’aumento dell’uso di combustibili fossili (+7%).

In diminuzione, purtroppo, è l’indice ENEA-ISPRED, preposto a misurare l’andamento della transizione energetica sulla base di prezzi, emissioni di CO2 e sicurezza degli approvvigionamenti, che registra un -29% rispetto al trimestre precedente.

Il rallentamento della transizione energetica si può riscontrare anche dal fatto che sia l’energia elettrica, sia quella proveniente da fonti rinnovabili, non vengono prodotte sufficientemente in loco.

Negli ultimi mesi, infatti, il settore idroelettrico ha subito un crollo del 40%, che non riesce a essere compensato dal lieve incremento della produzione di energia da parte dell’eolico e del solare (+11%).

“A questi livelli, per rispettare i nuovi obiettivi europei Fit for 55 sarà necessario un taglio di oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi otto anni, commenta Francesco Gracceva, il coordinatore dell’Analisi trimestrale ENEA, sottolineando le difficoltà implicite al raggiungimento dei  termini stabiliti dall’UE, ovvero ridurre le emissioni del 55% entro il 2030.

Emissioni di CO2: le cause e l’aumento del prezzo dell’energia

L’Analisi condotta da ENEA sottolinea come l’ingente aumento di emissioni di CO2 sia da imputare per il 40% al settore terziario, ai trasporti e al residenziale, mentre il restante 60% a industrie, raffinerie e, in particolar modo, allo sfruttamento di carbone per la produzione di energia elettrica.

Proprio quest’ultima è responsabile della crescita di oltre il 25% delle emissioni.

Nonostante stiano crescendo i consumi di carbone (+25%) e di petrolio (+14%), il PIL rimane comunque più elevato a causa del calo della produzione industriale, del precedente inverno mite e dei prezzi da record che contribuiscono a rallentare la domanda da parte delle industrie (-8%) e dei cittadini (-2%).

Durante il I trimestre del 2022 il prezzo medio di borsa concernente l’elettricità ha superato i 250 €/MWh, un costo quadruplicato se si pone a confronto con quello del 2021 relativo allo stesso periodo. La cosa sconcertante è che questi prezzi aumentano il divario tra il nostro paese e le altre nazioni UE: in Italia si registrano nuovi record storici per i costi dell’energia, che incideranno del 40% sulle imprese e del 55% sulle famiglie.

Stando a questi dati è necessario incrementare gli sforzi per velocizzare la transizione energetica, soprattutto visto il recente allontanamento dell’Italia dal gas Russo che, nei primi cinque mesi del 2022, ha abbassato le importazioni, passando dal precedente 40%, raggiunto prima della guerra in l’Ucraina, all’attuale 24%.