Focus Enti e Associazioni
Assorinnovabili
• 07.05.2014
Questo articolo ha più di 3 anni
Anie Gifi e AssoRinnovabili contestano il decreto spalma-incentivi sulle Rinnovabili
Un position paper sul possibile spalma-incentivi obbligatorio e sulla rimodulazione facoltativa prevista dalla legge del 21 febbraio 2014, che converte il decreto Destinazione Italia.

Una lettera indirizzata ai vertici del ministero dello Sviluppo Economico e al Ministro Federica Guidi, contenente la posizione congiunta di Anie Gifi e AssoRinnovabili sui tanti dubbi e perplessità sollevati dal provvedimento spalma-incentivi obbligatorio, allo studio del Governo, e dalla rimodulazione facoltativa prevista dalla legge del 21 febbraio 2014, che converte il decreto Destinazione Italia.
Per quanto riguarda i tagli sembra che il provvedimento abbasssi al 20% gli incentivi per gli impianti già esistenti con effetto retroattivo. La misura sarà maggiormente sentita nei grandi impianti, quelli oltre i 200 Kw di potenza, a fronte di un’estensione obbligatoria di 5-7 anni del periodo di incentivazione.
Secondo Anie e AssoRinnovabili tale prospettiva sarebbe deleteria per l’Italia e si propone di valutare altre strade più fruttuose, come si legge dalla nota: “Anziché proseguire sulla strada della rimodulazione degli incentivi, è molto più ragionevole e soprattutto vantaggioso per il sistema Paese, valutare altre opzioni, come ad esempio la via della cartolarizzazione degli incentivi attraverso l’emissione di obbligazioni del GSE a copertura di parte degli oneri dell’A3, già considerata dal precedente Governo e su cui assoRinnovabili e Gifi si erano espresse con un giudizio pienamente favorevole, sia per l’impatto che avrebbe sulle bollette sia perché non porrebbe gravose contropartite a carico dei produttori. Peraltro, avrebbe il pregevole e condivisibile scopo di far diminuire il costo dell’energia elettrica in misura nettamente più elevata rispetto alla rimodulazione prevista dal cd. Spalma-incentivi”.
Anche sulla rimodulazione obbligatoria degli incentivi le due associazioni non danno il proprio benestare, decretandone la pericolosità anche ai fini della “credibilità internazionale del sistema Paese”.
Criticità investono anche lo spalma-incentivi facoltativo, previsto dalla legge febbraio 2014, che propone un meccanismo che lo renderebbe inefficace rispetto alle finalità per cui era stato concepito, come spiegano Gifi e Assorinnovabili nella position paper: “seri problemi applicativi rendono l’opzione poco appetibile e quindi destinata ad avere scarso successo, vanificando il pur apprezzabile intento della riduzione degli oneri annuali gravanti sulla bolletta elettrica”.
La rimodulazione non rispetterebbe infatti il criterio di indifferenza finanziaria, in base al quale il Valore Attuale Netto (VAN) e il Tasso Interno di Rendimento (TIR) dell'investimento non dovrebbe subire variazioni. In seconda battuta la rimodulazione potrebbe rendere necessario intervenire sui titoli abilitativi per consentire la prosecuzione dell’attività di produzione, "con ogni conseguenza in termini di alea circa la positiva e tempestiva conclusione dei procedimenti". Infine, l’accesso alla rimodulazione comporterebbe la rinegoziazione dei contratti di utilizzo dei suoli su cui sono ubicati gli impianti, che di regola hanno una durata pari a quella degli incentivi, e in diversi casi anche dei contratti di erogazione dell’originario finanziamento, con probabili aggravi.
Per leggere la position paper integrale clicca qui.
Per quanto riguarda i tagli sembra che il provvedimento abbasssi al 20% gli incentivi per gli impianti già esistenti con effetto retroattivo. La misura sarà maggiormente sentita nei grandi impianti, quelli oltre i 200 Kw di potenza, a fronte di un’estensione obbligatoria di 5-7 anni del periodo di incentivazione.
Secondo Anie e AssoRinnovabili tale prospettiva sarebbe deleteria per l’Italia e si propone di valutare altre strade più fruttuose, come si legge dalla nota: “Anziché proseguire sulla strada della rimodulazione degli incentivi, è molto più ragionevole e soprattutto vantaggioso per il sistema Paese, valutare altre opzioni, come ad esempio la via della cartolarizzazione degli incentivi attraverso l’emissione di obbligazioni del GSE a copertura di parte degli oneri dell’A3, già considerata dal precedente Governo e su cui assoRinnovabili e Gifi si erano espresse con un giudizio pienamente favorevole, sia per l’impatto che avrebbe sulle bollette sia perché non porrebbe gravose contropartite a carico dei produttori. Peraltro, avrebbe il pregevole e condivisibile scopo di far diminuire il costo dell’energia elettrica in misura nettamente più elevata rispetto alla rimodulazione prevista dal cd. Spalma-incentivi”.
Anche sulla rimodulazione obbligatoria degli incentivi le due associazioni non danno il proprio benestare, decretandone la pericolosità anche ai fini della “credibilità internazionale del sistema Paese”.
Criticità investono anche lo spalma-incentivi facoltativo, previsto dalla legge febbraio 2014, che propone un meccanismo che lo renderebbe inefficace rispetto alle finalità per cui era stato concepito, come spiegano Gifi e Assorinnovabili nella position paper: “seri problemi applicativi rendono l’opzione poco appetibile e quindi destinata ad avere scarso successo, vanificando il pur apprezzabile intento della riduzione degli oneri annuali gravanti sulla bolletta elettrica”.
La rimodulazione non rispetterebbe infatti il criterio di indifferenza finanziaria, in base al quale il Valore Attuale Netto (VAN) e il Tasso Interno di Rendimento (TIR) dell'investimento non dovrebbe subire variazioni. In seconda battuta la rimodulazione potrebbe rendere necessario intervenire sui titoli abilitativi per consentire la prosecuzione dell’attività di produzione, "con ogni conseguenza in termini di alea circa la positiva e tempestiva conclusione dei procedimenti". Infine, l’accesso alla rimodulazione comporterebbe la rinegoziazione dei contratti di utilizzo dei suoli su cui sono ubicati gli impianti, che di regola hanno una durata pari a quella degli incentivi, e in diversi casi anche dei contratti di erogazione dell’originario finanziamento, con probabili aggravi.
Per leggere la position paper integrale clicca qui.
