Speciale 125
Nuove tecnologie per la produzione di calore: caldaie a condensazione, stufe a pellet e pompe di calore
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di Daniele Zabeo
Caldaia a condensazione: risparmio energetico grazie alla minor temperatura dell'acqua in ingresso
Scopo della caldaia è il fornire calore all'acqua che scorre nei radiatori o altri corpi scaldanti adibiti al riscaldamento.
La caldaia a condensazione regala un maggiore risparmio energetico rispetto a quella standard. Ciò è possibile grazie a una minore temperatura dell’acqua in ingresso.
Le caldaie tradizionali utilizzano solo una parte del calore dei fumi di combustione al fine di evitare la condensazione, che genererebbe fenomeni corrosivi. Il vapore che si crea tramite il processo di combustione viene poi disperso attraverso il camino ma, con esso, anche il calore latente associato.
La caldaia a condensazione, invece, recupera parte del calore latente dei fumi prima che vengano espulsi con il camino. Tale quantitativo di calore viene utilizzato per preriscaldare l'acqua di ritorno dall'impianto termico. Di conseguenza, la temperatura dei fumi di scarico è minore rispetto a una caldaia tradizionale.
I fumi scaricati non sfruttano il tiraggio naturale del camino, vengono perciò espulsi attraverso un ventilatore inserito a monte del bruciatore e questo potrebbe rendere problematico lo scarico di più caldaie in un unico camino.
Le caldaie con potenza al focolare inferiore a 35 kW possono scaricare in fogna senza dover neutralizzare l'acidità dei fumi: viene considerata la presenza di sostanze basiche (detersivi, ecc.) negli scarichi domestici.
La caldaia a condensazione regala un maggiore risparmio energetico rispetto a quella standard. Ciò è possibile grazie a una minore temperatura dell’acqua in ingresso.
Le caldaie tradizionali utilizzano solo una parte del calore dei fumi di combustione al fine di evitare la condensazione, che genererebbe fenomeni corrosivi. Il vapore che si crea tramite il processo di combustione viene poi disperso attraverso il camino ma, con esso, anche il calore latente associato.
La caldaia a condensazione, invece, recupera parte del calore latente dei fumi prima che vengano espulsi con il camino. Tale quantitativo di calore viene utilizzato per preriscaldare l'acqua di ritorno dall'impianto termico. Di conseguenza, la temperatura dei fumi di scarico è minore rispetto a una caldaia tradizionale.
Vantaggi
- Nella maggior parte dei casi le caldaie a condensazione presentano un bruciatore a premiscelazione che aumenta l'efficienza della caldaia e al tempo stesso riduce le emissioni;
- Rispetto alle altre caldaie, vi è un aumento del rendimento di combustione, ed una riduzione delle emissioni;
- Più resa, meno emissioni, meno consumo.
Svantaggi
I fumi scaricati non sfruttano il tiraggio naturale del camino, vengono perciò espulsi attraverso un ventilatore inserito a monte del bruciatore e questo potrebbe rendere problematico lo scarico di più caldaie in un unico camino.
Normative
- La norma UNI 11071 prevede la presenza di due impianti di smaltimento:
Uno per eliminare la condensa proveniente dalla caldaia;
Uno per eliminare la condensa proveniente dal sistema di scarico dei fumi.
Le caldaie con potenza al focolare inferiore a 35 kW possono scaricare in fogna senza dover neutralizzare l'acidità dei fumi: viene considerata la presenza di sostanze basiche (detersivi, ecc.) negli scarichi domestici.
- In merito alle caratteristiche della condensa scaricata nei sistemi di raccolta, ci si deve riferire sempre alla norma UNI 11071, che regolamenta appunto anche le caratteristiche degli scarichi per caldaie con potenza inferiore a 35 kW di modo che essi rientrino entro i limiti di legge indicati nei D.lgs. 155/1999 e D.lgs. 258/2000 per lo scarico in acque superficiali.
- Per le caldaie di portata termica nominale superiore ai 35 kW è necessario far riferimento alle indicazioni previste dalla norma tecnica UNI 11528:2014. Tale norma prevede che per gli impianti di portata termica nominale maggiore di 200 kW è sempre necessario il trattamento di neutralizzazione; per gli impianti di portata termica nominale maggiore di 35 kW e non maggiore di 200 kW viene invece fatta una distinzione in relazione alla destinazione d'uso dell'impianto: nell'ambito residenziale va fatto riferimento al numero di appartamenti serviti, mentre in quello non residenziale al numero di utilizzatori.
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