Speciale 68
Edilizia sostenibile e nuove tecnologie per la climatizzazione
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di Arch. Fabrizio Manzoni
Caratteristiche salienti di un edificio sostenibile
Un edificio sostenibile è un complesso insieme di tecnologie costruttive e di scelte progettuali che partono da lontano, dalla ideazione e scelta del sito fino alla sua conduzione e gestione. Come si vedrà è fondamentale l’apporto del proprietario o utente finale che dovrà accompagnare e condividere tutte le soluzioni prospettate, dal momento che la gestione dell’edificio sarà affidata proprio a lui.
Molto importante, in quanto, in base alla localizzazione potrebbe essere possibile utilizzare delle fonti energetiche alternative (compresa l’esposizione geografica) piuttosto che altre. Un edificio in montagna o in prossimità di fonti geotermali potrebbe trovare giovamento dall’utilizzo di sonde geotermiche in profondità mentre un edificio in pianura padana potrebbe utilizzare agevolmente le falde acquifere, un edificio in località dove il sole splende per molto tempo all’anno si rivolgerà invece ai pannelli solari.
La scelta del sito però non è importante solo per la scelta impiantistica ma anche per la scelta dei materiali delle strutture portanti e di tamponamento. La convenienza dell’utilizzo di cemento armato, di mattoni, di paglia o di legno, dipende infatti da quale materiale è più facilmente reperibile in zona, nell’ottica di utilizzare materiali il più possibile “a km 0”.
Tutto il lavoro svolto sin dall’ideazione merita una certificazione del processo produttivo . Esso avviene tramite l’adesione a protocolli costruttivi certificati come LEED, Itaca o CasaClima per quanto riguarda la classificazione energetica. L’adesione a tali protocolli non ha solo lo scopo di certificare il lavoro svolto ma anche di essere guida per progettisti e costruttori che, comunque, devono avere particolari abilitazioni ad operare in tal senso.
Come sopra riportato si tratta di andare oltre quelle che sono le prescrizioni di legge in termini di risparmio energetico o di sostenibilità ambientale. Si tratta di un approccio totalmente nuovo in cui il progettista e il costruttore operano in stretto contatto con il proprietario, che così non è più solo un cliente ma un “co-progettista”. E’ un salto di paradigma molto importante, in quanto la consapevolezza del proprietario è preludio ad un “abitare consapevole” che trasforma l’abitante/utente da utente-passivo che subisce le scelte di progettisti e costruttori in proprietario-ideatore dalle idee chiare sul risultato finale e su come esso viene raggiunto a partire dalla scelta dei partner (progettisti e costruttori).
Progettisti e costruttori che decidono di seguire un protocollo di modalità operative per realizzare un edificio sostenibile non possono improvvisare ma devono avere delle specifiche abilitazioni. Tutto questo si traduce in una procedura progettuale e costruttiva attenta alla sostenibilità di ogni singolo componente o di ogni scelta tecnica. Non è un caso che in un edificio ecocompatibile la maggior parte del tempo viene dedicata alle scelte progettuali e alla ricerca dei materiali per ottenere il miglior compromesso costi-benefici. Il proprietario-progettista dovrà così partecipare all’analisi di tutte le scelte tecniche che gli vengono prospettate in rapporto alle sue abitudini che, sovente, finirà per dover cambiare.
Il giusto compromesso tra tutte le esigenze renderà un edificio sostenibile, ma allo stesso tempo anche confortevole, facile da vivere e da mantenere.
Un esempio su tutti: la presenza di un sistema di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore consente di avere ambienti ben arieggiati (e senza polvere) anche senza aprire le finestre. E tutto questo senza avere spifferi da porte e finestre e senza nemmeno avere la paura che possa formarsi della muffa nei punti più critici. Banalmente, in termini di sicurezza, abitare un edificio in cui si possa evitare di tenere le finestre spalancate è sicuramente un passo avanti. In un edificio del genere, infatti, non solo i ponti termici sono attentamente studiati e risolti, ma la presenza di una ventilazione continua e l’utilizzo di materiali naturali evita la possibilità che i batteri della muffa possano proliferare.
Come detto le tipologie di strutture portanti e di tamponamento possono essere fortemente influenzate dalla presenza di materie prime di un tipo piuttosto che di un altro. Ogni metodo ha i suoi pregi ed i suoi difetti. Un edificio in legno e/o in paglia può essere più confortevole e più ecosostenibile ma ha qualche limitazione sulla disposizione architettonica e soprattutto sulla flessibilità degli spazi interni, oltre che dei costi, perché comunque una parte in mattoni o un pilastro in cemento armato costa senz’altro meno di una parte composta in pannelli a secco riempiti di isolamento o di pannellature portanti in legno o ferro.
Negli ultimi tempi hanno preso fortemente piede, tra le tipologie di edifici sostenibili, le strutture in legno. Di provenienza soprattutto dell’area alpina, esse presentano numerose possibilità e qualche limitazione che però può essere risolta, appunto, con un abitare consapevole e la condivisione delle scelte tra progettisti e proprietari. Alla fine si avrà un cantiere che presenta la metà del materiale presente usualmente in un cantiere edile, con pochissimo utilizzo di acqua (non vi è cemento da impastare). L’energia elettrica utilizzata è quella strettamente necessaria alla movimentazione delle pannellature e degli elementi tecnici che comunque pesano meno di quelli in cemento o laterizio. Non a caso si parla di “costruzioni a secco”.
Tutti gli elementi sono prodotti e collaudati in azienda. Il costruttore può così concentrarsi sull’assemblaggio di tutti gli elementi, tenendo sotto controllo tempi e costi oltre che eventuali criticità in fase di montaggio. Come detto la fase di progettazione è estremamente curata proprio perché si tratta di assemblare elementi tecnici pre-collaudati. La precisione dimensionale è altissima rispetto ad una serie di elementi edilizi realizzati in opera.
Le case in paglia sono un altro metodo costruttivo studiato essenzialmente per le località di campagna (ma non solo ovviamente) e si dividono in case con strutture portanti in legno e tamponamenti in paglia o edifici interamente in blocchi di paglia, anche per quanto riguarda le parti strutturali verticali.
Si tratta di un metodo costruttivo che richiede solo qualche accortezza in fase di cantierizzazione in termini di prevenzione incendi e prevenzione dall’umidità. La prevenzione incendi è abbastanza facile, in quanto si tratta di un cantiere dove non sono presenti fiamme libere (non vi è nulla da saldare). La prevenzione dall’umidità si attua con una attenta pianificazione riguardo l’approvvigionamento in cantiere delle balle di paglia e di attenzione al clima atmosferico (del resto anche molti materiali edili tradizionali sono poco adatti ad essere utilizzati in giornate piovose). Si configura così un metodo costruttivo che attentamente studiato in fase di progettazione si concretizza poi come estremamente rispettoso dei tempi della natura e del territorio essendo strettamente legato alle condizioni stagionali e atmosferiche.
Una casa in paglia realizzata con blocchi autoportanti, circa 1 mt di spessore, è possibile che sia “auto costruita”. Cioè sfruttando la leggerezza dei materiali da costruzione chiunque può accumulare balle di paglia una sopra l’altra, dietro supervisione di un progettista specializzato, e partecipare così alla realizzazione della propria abitazione con un ritorno al legame tra edificio e luogo come oggi si vede raramente.
Non si consideri però una casa in paglia come realizzata solo secondo tecniche antiche. I materiali utilizzati sono tutti tecnologicamente avanzati. Dagli elementi strutturali in legno, realizzati e collaudati in azienda, agli intonaci ad alto spessore, sempre realizzati con materiali naturali, ai serramenti ad alte prestazioni.
La scelta del sito
Molto importante, in quanto, in base alla localizzazione potrebbe essere possibile utilizzare delle fonti energetiche alternative (compresa l’esposizione geografica) piuttosto che altre. Un edificio in montagna o in prossimità di fonti geotermali potrebbe trovare giovamento dall’utilizzo di sonde geotermiche in profondità mentre un edificio in pianura padana potrebbe utilizzare agevolmente le falde acquifere, un edificio in località dove il sole splende per molto tempo all’anno si rivolgerà invece ai pannelli solari.
La scelta del sito però non è importante solo per la scelta impiantistica ma anche per la scelta dei materiali delle strutture portanti e di tamponamento. La convenienza dell’utilizzo di cemento armato, di mattoni, di paglia o di legno, dipende infatti da quale materiale è più facilmente reperibile in zona, nell’ottica di utilizzare materiali il più possibile “a km 0”.
Procedure costruttive, certificazioni e abitare consapevole
Tutto il lavoro svolto sin dall’ideazione merita una certificazione del processo produttivo . Esso avviene tramite l’adesione a protocolli costruttivi certificati come LEED, Itaca o CasaClima per quanto riguarda la classificazione energetica. L’adesione a tali protocolli non ha solo lo scopo di certificare il lavoro svolto ma anche di essere guida per progettisti e costruttori che, comunque, devono avere particolari abilitazioni ad operare in tal senso.
Come sopra riportato si tratta di andare oltre quelle che sono le prescrizioni di legge in termini di risparmio energetico o di sostenibilità ambientale. Si tratta di un approccio totalmente nuovo in cui il progettista e il costruttore operano in stretto contatto con il proprietario, che così non è più solo un cliente ma un “co-progettista”. E’ un salto di paradigma molto importante, in quanto la consapevolezza del proprietario è preludio ad un “abitare consapevole” che trasforma l’abitante/utente da utente-passivo che subisce le scelte di progettisti e costruttori in proprietario-ideatore dalle idee chiare sul risultato finale e su come esso viene raggiunto a partire dalla scelta dei partner (progettisti e costruttori).
Progettisti e costruttori che decidono di seguire un protocollo di modalità operative per realizzare un edificio sostenibile non possono improvvisare ma devono avere delle specifiche abilitazioni. Tutto questo si traduce in una procedura progettuale e costruttiva attenta alla sostenibilità di ogni singolo componente o di ogni scelta tecnica. Non è un caso che in un edificio ecocompatibile la maggior parte del tempo viene dedicata alle scelte progettuali e alla ricerca dei materiali per ottenere il miglior compromesso costi-benefici. Il proprietario-progettista dovrà così partecipare all’analisi di tutte le scelte tecniche che gli vengono prospettate in rapporto alle sue abitudini che, sovente, finirà per dover cambiare.
Il giusto compromesso tra tutte le esigenze renderà un edificio sostenibile, ma allo stesso tempo anche confortevole, facile da vivere e da mantenere.
Un esempio su tutti: la presenza di un sistema di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore consente di avere ambienti ben arieggiati (e senza polvere) anche senza aprire le finestre. E tutto questo senza avere spifferi da porte e finestre e senza nemmeno avere la paura che possa formarsi della muffa nei punti più critici. Banalmente, in termini di sicurezza, abitare un edificio in cui si possa evitare di tenere le finestre spalancate è sicuramente un passo avanti. In un edificio del genere, infatti, non solo i ponti termici sono attentamente studiati e risolti, ma la presenza di una ventilazione continua e l’utilizzo di materiali naturali evita la possibilità che i batteri della muffa possano proliferare.
Metodi Costruttivi per l'edilizia sostenibile
Come detto le tipologie di strutture portanti e di tamponamento possono essere fortemente influenzate dalla presenza di materie prime di un tipo piuttosto che di un altro. Ogni metodo ha i suoi pregi ed i suoi difetti. Un edificio in legno e/o in paglia può essere più confortevole e più ecosostenibile ma ha qualche limitazione sulla disposizione architettonica e soprattutto sulla flessibilità degli spazi interni, oltre che dei costi, perché comunque una parte in mattoni o un pilastro in cemento armato costa senz’altro meno di una parte composta in pannelli a secco riempiti di isolamento o di pannellature portanti in legno o ferro.
Case in legno
Negli ultimi tempi hanno preso fortemente piede, tra le tipologie di edifici sostenibili, le strutture in legno. Di provenienza soprattutto dell’area alpina, esse presentano numerose possibilità e qualche limitazione che però può essere risolta, appunto, con un abitare consapevole e la condivisione delle scelte tra progettisti e proprietari. Alla fine si avrà un cantiere che presenta la metà del materiale presente usualmente in un cantiere edile, con pochissimo utilizzo di acqua (non vi è cemento da impastare). L’energia elettrica utilizzata è quella strettamente necessaria alla movimentazione delle pannellature e degli elementi tecnici che comunque pesano meno di quelli in cemento o laterizio. Non a caso si parla di “costruzioni a secco”.
Tutti gli elementi sono prodotti e collaudati in azienda. Il costruttore può così concentrarsi sull’assemblaggio di tutti gli elementi, tenendo sotto controllo tempi e costi oltre che eventuali criticità in fase di montaggio. Come detto la fase di progettazione è estremamente curata proprio perché si tratta di assemblare elementi tecnici pre-collaudati. La precisione dimensionale è altissima rispetto ad una serie di elementi edilizi realizzati in opera.
Case in paglia
Le case in paglia sono un altro metodo costruttivo studiato essenzialmente per le località di campagna (ma non solo ovviamente) e si dividono in case con strutture portanti in legno e tamponamenti in paglia o edifici interamente in blocchi di paglia, anche per quanto riguarda le parti strutturali verticali.
Si tratta di un metodo costruttivo che richiede solo qualche accortezza in fase di cantierizzazione in termini di prevenzione incendi e prevenzione dall’umidità. La prevenzione incendi è abbastanza facile, in quanto si tratta di un cantiere dove non sono presenti fiamme libere (non vi è nulla da saldare). La prevenzione dall’umidità si attua con una attenta pianificazione riguardo l’approvvigionamento in cantiere delle balle di paglia e di attenzione al clima atmosferico (del resto anche molti materiali edili tradizionali sono poco adatti ad essere utilizzati in giornate piovose). Si configura così un metodo costruttivo che attentamente studiato in fase di progettazione si concretizza poi come estremamente rispettoso dei tempi della natura e del territorio essendo strettamente legato alle condizioni stagionali e atmosferiche.
Una casa in paglia realizzata con blocchi autoportanti, circa 1 mt di spessore, è possibile che sia “auto costruita”. Cioè sfruttando la leggerezza dei materiali da costruzione chiunque può accumulare balle di paglia una sopra l’altra, dietro supervisione di un progettista specializzato, e partecipare così alla realizzazione della propria abitazione con un ritorno al legame tra edificio e luogo come oggi si vede raramente.
Non si consideri però una casa in paglia come realizzata solo secondo tecniche antiche. I materiali utilizzati sono tutti tecnologicamente avanzati. Dagli elementi strutturali in legno, realizzati e collaudati in azienda, agli intonaci ad alto spessore, sempre realizzati con materiali naturali, ai serramenti ad alte prestazioni.