Centrale a fusione DEMO: 4 milioni di MWh all’anno di energia a basso impatto ambientale
DEMO sarà la prossima centrale elettrica a fusione in Europa in grado di produrre annualmente 4 milioni di MWh di energia eco-sostenibile per circa 1,5 milioni di famiglie

Dopo la notizia della costruzione nel sud della Francia del reattore sperimentale termonucleare internazionale (ITER), il Consorzio EUROfusion, di cui fanno parte 21 organizzazioni italiane coordinate da ENEA, ha annunciato a Bruxelles che entro il 2050 entrerà in funzione anche DEMO: una nuova centrale elettrica dimostrativa a fusione.
La progettazione ingegneristica di DEMO promette di creare una centrale in grado di produrre da 300 a 500 MW di energia in modo sicuro e sostenibile, basandosi sulla reazione di fusione degli isotopi di idrogeno che, fondendosi, rilasciano un’ingente quantità di energia.
Secondo le stime basate su un consumo medio annuo per famiglia pari a 2700 kWh e una produzione annua di DEMO pari a 4 milioni di MWh, la nuova centrale sarà in grado di soddisfare la richiesta energetica di circa 1,5 milioni di famiglie.
“Si tratta di un passo importante che traghetterà la ricerca sulla fusione da un ambito puramente sperimentale alla produzione vera e propria di energia elettrica. Per farlo DEMO dovrà adottare le più avanzate tecnologie per ‘controllare’ il plasma e generare elettricità in modo sicuro e continuo operando con un ciclo del combustibile chiuso”, afferma il direttore del Dipartimento ENEA di Fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare, Alessandro Dodaro.
Per realizzare questo progetto rivoluzionario, si sta lavorando anche alla progettazione del laboratorio Divertor Tokamak Test (DTT), all’interno del quale saranno svolte le ricerche per individuare il materiale più adatto per il divertore, il dispositivo deputato allo smaltimento del calore in eccesso che si genera nei reattori durante la fusione e che può raggiungere una potenza energetica superiore a 10 milioni di Watt per mq.
Il progetto DEMO mira a incrementare gli studi e la ricerca di risorse energetiche a basso impatto ambientale ed eco-sostenibili, come può esserlo la fusione dell’idrogeno.
Il Consorzio EUROfusion, il quale coordina le attività di ricerca europee nel campo dell’energia da fusione, può contare su un finanziamento di oltre 1 miliardo di euro fino al 2025.
In tutto ciò, l’Italia si qualifica come il secondo partner più importante dell’EUROfusion, dopo la Germania, per cui avrà diritto al 16% del contributo europeo, pari a circa 90 milioni di euro.
Se la ricerca che si sta svolgendo nel campo della fusione dell’idrogeno andrà a buon fine, la resa degli impianti di questo tipo genererà circa 4 milioni di volte in più di energia rispetto a quella prodotta bruciando combustibili fossili quali: carbone, petrolio o gas.