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31.03.2021
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Certificazione obbligatoria per i refrigeranti alternativi sul modello F-Gas: le proposte di AREA

Un team di esperti dell’associazione avanza ipotesi per una soluzione concreta

AREA, l’associazione europea degli appaltatori di refrigerazione, condizionamento d'aria e pompe di calore che esprime gli interessi di 25 associazioni di 22 paesi, rappresentando complessivamente 13000 aziende del settore, continua la sua battaglia per estendere la certificazione F-Gas anche ai refrigeranti alternativi, visto che gli HFC saranno presto fuori dal mercato.

In una precedente indagine interna svolta da AREA e resa nota a gennaio 2021, era emerso che tra il personale certificato F-Gas, solo una percentuale compresa tra il 3.5% e il 7% ha una formazione sugli alternativi, a seconda del refrigerante (ammoniaca, CO2, HC, HFO). Nonostante siano già passati diversi anni dall’entrata in vigore del regolamento F-Gas e con il recente avvio di una nuova riduzione graduale degli HFC, questo dato rappresenta chiaramente quanto la richiesta di AREA sia importante e necessaria.

AREA aveva già denunciato la carenza di formazione nell'uso di refrigeranti a basso GWP e tutti i rischi che ciò comporta. La combinazione di bassi tassi di formazione e di un'offerta formativa quantitativa e qualitativa talvolta insufficiente solleva forti dubbi sulla capacità del sistema di far fronte alla crescente domanda di refrigeranti alternativi derivante dalla riduzione graduale e dai divieti degli HFC. Nonostante ciò, la richiesta di AREA per la certificazione obbligatoria sui refrigeranti alternativi non è stata ascoltata dall’Unione Europea.

Mentre le soluzioni alternative stanno diventando disponibili per un numero crescente di applicazioni, c’è la necessità di un numero sufficiente di appaltatori competenti che siano certificati per lavorare con questi gas refrigeranti in completa sicurezza.
La proposta di AREA di applicare l'attuale obbligo per la certificazione F-gas anche ai refrigeranti alternativi a basso GWP  fornirebbe agli appaltatori il livello di competenza necessario per garantire una gestione sicura, efficiente e affidabile delle apparecchiature che lavorano con questi refrigeranti.

Sulla base di questo, AREA ha recentemente formulato delle proposte concrete per l’estensione della certificazione F-gas a refrigeranti alternativi. Le proposte si basano sul concetto di "gas a effetto serra refrigeranti alternativi" che consentirebbe di includere la maggior parte dei refrigeranti alternativi a basso potenziale di riscaldamento globale nell'ambito di applicazione ambientale della vigente legislazione sui gas fluorurati.

AREA chiede la certificazione obbligatoria sui refrigeranti alternativi come necessario complemento alle disposizioni esistenti sui gas fluorurati al fine di garantire una gestione sicura ed efficiente di questi refrigeranti che stanno gradualmente sostituendo i gas fluorurati ad effetto serra e per questo motivo gli esperti parte dell’associazione hanno lavorato a una serie di proposte concrete, che hanno suddiviso in 3 blocchi:

-proposta di modifiche al regolamento F-Gas 517/2014: introduzione del concetto di “gas a effetto serra refrigeranti alternativi” e modifiche all'articolo 10 sulla formazione e la certificazione;

-proposta di modifiche al testo centrale del Regolamento 2067/2015: inclusione di gas ad effetto serra refrigeranti alternativi e modifica della certificazione aziendale;

-un set aggiornato di requisiti minimi di competenza (Regolamento 2067/2015, Allegato I) basato sullo stato dell'arte delle norme EN 13313 (ISO / DIS 22712): accanto alla classificazione esistente della certificazione dei gas fluorurati per le persone, introduzione di nuove categorie per gas refrigeranti alternativi ad effetto serra, infiammabili e CO2.

Il presidente di AREA Marco Buoni ha dichiarato: “Queste proposte sono il risultato di un fantastico esercizio di collaborazione che ha mobilitato molti esperti e formatori di spicco tra i 25 membri di AREA di 22 paesi europei. La certificazione obbligatoria sui refrigeranti alternativi è una questione importante per il nostro settore e volevamo assicurarci non solo di fare richieste, ma di presentare suggerimenti concreti e costruttivi. Credo che le nostre proposte siano solide. Sono un passo avanti essenziale e tanto necessario per l'Unione Europea, che potrebbe anche essere presa come esempio a livello globale. Non vedo l'ora di discutere i dettagli con la Commissione europea e altre parti interessate".