Come sarà il mercato del solare termico nel 2030?

05/07/2012 - Quali sono le sfide per il mercato del solare termico in un paese come il nostro, dove l’energia termica conta quasi il 50% degli usi finali di cui, per raggiungere gli obbiettivi dell’Europa, il 48% dovrebbe essere coperto da energie rinnovabili entro il 2020?
Di questo si è parlato durante il convegno organizzato da Assolterm a Roma lo scorso 28 Giugno. Il mercato italiano del solare termico, che ha subito, nel 2011, un calo di circa l‘1,3%, con una capacità totale installata di circa 3 milioni di metri quadri, l’anno scorso non si sono superati i 400.000 metri quadri di nuove installazioni.
Dalla tavola rotonda promossa da Assolterm emerge quindi un’urgenza: la necessità di un quadro certo e duraturo per un sistema di incentivi che, ad oggi, ancora non ha trovato un’equilibrio, ma rimane totalmente sbilanciato a favore delle rinnovabili elettriche e del fotovoltaico in modo particolare.
“Ci aspettiamo che il regime incentivante possa garantire un rientro di almeno il 50-55% del costo di installazione di un sistema solare termico. Visto che è difficile che un solo strumento riesca da solo ad offrire un tale sostegno, la proposta è di rendere cumulabili le varie incentivazioni attualmente presenti, fissando magari un tetto massimo del 50-55%”. Così il presidente di Assolterm, Sergio D’Alessandris, riferendosi alla bozza del conto energia termico circolata nei giorni scorsi: “Per fare delle scelte è necessario valutare prima i costi e i benefici delle diverse tecnologie e da quello che leggiamo in questa bozza ci sembra di poter dire che i benefici della nostra tecnologia non sono stati valutati con sufficiente attenzione”.
L’85% dei prodotti per il solare termico è infatti di provenienza europea, il 35% di provenienza italiana; una filiera che produce ricchezza soprattutto a livello locale: “Il solare termico contribuisce a creare occupazione, a ridurre la dipendenza energetica dall’estero e ad incrementare il risparmio energetico, senza peraltro avere particolari controindicazioni” conclude D’Alessandris. “E questi sono elementi che dovrebbero essere considerati seriamente nel momento in cui si progetta un meccanismo di incentivazione”.
