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Dagli scavi per la TAV una fonte di energia geotermica in Val di Susa
Energia geotermica dall’acqua calda intercettata negli scavi per la TAV in Val di Susa
Durante i lavori per lo scavo ferroviario della linea ad alta velocità tra Torino e Lione (la cosiddetta TAV) è stata fatta una piacevole scoperta. È stato infatti intercettato un flusso di acqua calda nei pressi di Chiomonte, in Val di Susa, che, se opportunamente incanalato, può diventare una fonte di energia geotermica.
Una risorsa sostenibile ed economicamente vantaggiosa, motivo per cui si è deciso di studiare un modo per sfruttarla a pieno, prima di tutto nel cantiere in corso, e successivamente si cercherà di metterla a disposizione anche della collettività limitrofa, poiché questo tipo di energia è efficace se il punto di origine e il punto di utilizzo sono ravvicinati.
Un piano di azioni volto alla tutela dell’ambiente, questione più volte emersa nel corso degli scavi per la tanto discussa opera ingegneristica, che si rifà all’impegno promesso da TELT (l’ente pubblico francese promotore dei lavori per la realizzazione della TAV), nel rispetto degli SDGs, gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Unione Europea.
Per analizzare le opportunità dell’energia geotermica proveniente dalla fonte di acqua calda in Val di Susa è stato condotto uno studio dalla stessa TELT in collaborazione con i Dipartimenti di Ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture e di Energia del Politecnico di Torino.
I due enti, che avevano precedentemente stabilito una partnership tecnico-scientifica della durata di 5 anni proprio nel contesto del cantiere della TAV, per lo scavo del tunnel di base a Chiomonte hanno collaborato in varie attività come progetti di ricerca, consulenze tecniche, master, dottorati e tesi di laurea, in tutti i campi relativi alla realizzazione dell’opera.
“Il Politecnico di Torino - sottolinea il Rettore, prof. Marco Gilli - con le proprie capacità di ricerca e trasferimento tecnologico si colloca tra gli atenei leader in Italia ed Europa nel campo dell’ingegneria delle infrastrutture e in tal senso la sinergia con TELT rappresenta un’importante occasione di formazione per i nostri studenti. Siamo certi che questa collaborazione, che guarda a settori molto ampi dell’ingegneria, porterà a una crescita reciproca di conoscenze e di opportunità.”
Gli studi effettuati per capire come meglio sfruttare l’acqua calda intercettata durante gli scavi hanno richiesto 2 anni e mezzo di ricerca e analisi, alla fine dei quali si è giunti alla conclusione che, tramite un rivestimento impermeabilizzato della galleria che convoglia le acque in una canalina di raccolta, il sistema può generare una potenza termica tra i 9.3 e i 14.4 MW.
Sulla base di questi risultati, sono state valutate delle ipotesi di impiego dell’energia geotermica per sfruttarne il potenziale.
Sono state elaborate 4 ipotesi per utilizzare la fonte a Chiomonte durante le fasi di lavoro: per la zona di cantiere (per alimentare gli uffici e lo spazio visitatori), per il teleriscaldamento (che al momento però non risulta vantaggioso vista la distanza tra il punto finale di disponibilità dell’energia e l’utenza più vicina), per serre per orto-floricoltura (nelle zone agricole adiacenti al cantiere) e per serre idroponiche (per le attività di allevamento ittico entro i 1200 metri dal cantiere).
Dopo il termine dei lavori, l’acqua confluirà a Susa, per la quale sono state avanzate 3 ipotesi per l’uso della risorsa dal 2030: per una piscina comunale, per il teleriscaldamento (sfruttabile nel comune dalla conclusione dei lavori) e per le aree ferroviarie limitrofe.
La futura galleria ferroviaria più lunga al mondo diventerebbe così un cantiere dalle mille risorse. Un luogo di studio e formazione, di innovazione tecnica, di sostenibilità, che coinvolge tutti i settori dell’ingegneria, come sottolinea Mario Virano, il direttore generale di TELT per i lavori del tunnel di base della linea ferroviaria Torino-Lione, che considera il cantiere “la sfida dell’eccellenza in tutti i campi di attività: nei progetti, nei lavori, nella sicurezza e nella tutela dell’ambiente”.
Una risorsa sostenibile ed economicamente vantaggiosa, motivo per cui si è deciso di studiare un modo per sfruttarla a pieno, prima di tutto nel cantiere in corso, e successivamente si cercherà di metterla a disposizione anche della collettività limitrofa, poiché questo tipo di energia è efficace se il punto di origine e il punto di utilizzo sono ravvicinati.
Un piano di azioni volto alla tutela dell’ambiente, questione più volte emersa nel corso degli scavi per la tanto discussa opera ingegneristica, che si rifà all’impegno promesso da TELT (l’ente pubblico francese promotore dei lavori per la realizzazione della TAV), nel rispetto degli SDGs, gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Unione Europea.
Per analizzare le opportunità dell’energia geotermica proveniente dalla fonte di acqua calda in Val di Susa è stato condotto uno studio dalla stessa TELT in collaborazione con i Dipartimenti di Ingegneria dell’ambiente, del territorio e delle infrastrutture e di Energia del Politecnico di Torino.
I due enti, che avevano precedentemente stabilito una partnership tecnico-scientifica della durata di 5 anni proprio nel contesto del cantiere della TAV, per lo scavo del tunnel di base a Chiomonte hanno collaborato in varie attività come progetti di ricerca, consulenze tecniche, master, dottorati e tesi di laurea, in tutti i campi relativi alla realizzazione dell’opera.
“Il Politecnico di Torino - sottolinea il Rettore, prof. Marco Gilli - con le proprie capacità di ricerca e trasferimento tecnologico si colloca tra gli atenei leader in Italia ed Europa nel campo dell’ingegneria delle infrastrutture e in tal senso la sinergia con TELT rappresenta un’importante occasione di formazione per i nostri studenti. Siamo certi che questa collaborazione, che guarda a settori molto ampi dell’ingegneria, porterà a una crescita reciproca di conoscenze e di opportunità.”
Gli studi effettuati per capire come meglio sfruttare l’acqua calda intercettata durante gli scavi hanno richiesto 2 anni e mezzo di ricerca e analisi, alla fine dei quali si è giunti alla conclusione che, tramite un rivestimento impermeabilizzato della galleria che convoglia le acque in una canalina di raccolta, il sistema può generare una potenza termica tra i 9.3 e i 14.4 MW.
Sulla base di questi risultati, sono state valutate delle ipotesi di impiego dell’energia geotermica per sfruttarne il potenziale.
Sono state elaborate 4 ipotesi per utilizzare la fonte a Chiomonte durante le fasi di lavoro: per la zona di cantiere (per alimentare gli uffici e lo spazio visitatori), per il teleriscaldamento (che al momento però non risulta vantaggioso vista la distanza tra il punto finale di disponibilità dell’energia e l’utenza più vicina), per serre per orto-floricoltura (nelle zone agricole adiacenti al cantiere) e per serre idroponiche (per le attività di allevamento ittico entro i 1200 metri dal cantiere).
Dopo il termine dei lavori, l’acqua confluirà a Susa, per la quale sono state avanzate 3 ipotesi per l’uso della risorsa dal 2030: per una piscina comunale, per il teleriscaldamento (sfruttabile nel comune dalla conclusione dei lavori) e per le aree ferroviarie limitrofe.
La futura galleria ferroviaria più lunga al mondo diventerebbe così un cantiere dalle mille risorse. Un luogo di studio e formazione, di innovazione tecnica, di sostenibilità, che coinvolge tutti i settori dell’ingegneria, come sottolinea Mario Virano, il direttore generale di TELT per i lavori del tunnel di base della linea ferroviaria Torino-Lione, che considera il cantiere “la sfida dell’eccellenza in tutti i campi di attività: nei progetti, nei lavori, nella sicurezza e nella tutela dell’ambiente”.