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29.10.2024

Decreto Ambiente 2024: le misure chiave per promuovere economia circolare, rinnovabili e transizione energetica

Questo nuovo pacchetto di norme, promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, risponde alla crescente necessità di adottare soluzioni rapide e concrete per favorire la transizione ecologica.

Il 10 ottobre 2024, il “Decreto Ambiente” ha ricevuto l’approvazione definitiva, segnando un’importante evoluzione nelle politiche di tutela ambientale in Italia. Questo nuovo pacchetto di norme, promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, risponde alla crescente necessità di adottare soluzioni rapide e concrete per favorire la transizione ecologica.

In particolare, si vogliono rendere più snelle le procedure di autorizzazione, promuovere l’economia circolare e gestire le risorse naturali in modo sostenibile, rispondendo alle sfide dettate dal cambiamento climatico e dalla crisi energetica.

Decreto Ambiente: accelerazione delle autorizzazioni e promozione delle energie rinnovabili

Un aspetto centrale del decreto riguarda l’accelerazione delle procedure di valutazione ambientale per i progetti considerati strategici e di rilevanza nazionale. Questi interventi spesso subiscono rallentamenti a causa di iter autorizzativi complessivi e di lunghi processi di approvazione.

Con l’introduzione di percorsi preferenziali, il governo intende promuovere in modo più efficace quei progetti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del Paese. Gli investimenti superiori a 25 milioni di euro riceveranno una particolare attenzione, con procedure più rapida e una valutazione mirata ai criteri di sostenibilità ambientale ed economica.

Questo approccio consente di sostenere le imprese e promuovere innovazioni tecnologiche che rispettano l’ambiente, assicurando al contempo che i progetti siano valutati in maniera rigorosa e trasparente.

Il decreto Ambiente riserva, inoltre, un’importanza centrale alle fonti di energia rinnovabile, in particolare agli impianti per la produzione di idrogeno verde, che godranno di una priorità nell’iter autorizzativo. L’obiettivo è ridurre progressivamente la dipendenza dai combustibili fossili e contribuire alla decarbonizzazione del sistema energetico italiano. 

Questo non solo favorisce una transizione verso energie più pulite, ma si inserisce nel più ampio contesto degli impegni europei per la sostenibilità, dimostrando un forte allineamento alle politiche dell’Unione Europea.

Decreto Ambiente: sospensione delle concessioni petrolifere e rafforzamento dell’economia circolare

In continuità con le misure di tutela ambientale, il decreto conferma il blocco delle nuove concessioni per progetti estrattivi legati al petrolio. Tuttavia, per quanto riguarda il gas naturale, il testo introduce nuove regolamentazioni, consentendo attività estrattive più vicine alla costa.

La distanza minima per le estrazioni offshore passa infatti da 12 a 9 miglia, garantendo comunque elevati standard di sicurezza. Questo compromesso risponde alla necessità di bilanciare la sicurezza ambientale con l’obiettivo di valorizzare le risorse nazionali e ridurre la dipendenza energetica dall’estero, senza rinunciare alla tutela delle aree costiere.

Un altro punto cardine del decreto Ambiente è la promozione dell’economia circolare, che viene incentivata attraverso un potenziamento delle strutture di controllo e gestione. L’Albo dei Gestori Ambientali, organo deputato alla supervisione delle attività legate alla sostenibilità, viene ampliato da 19 a 21 membri, rafforzando così le capacità di monitoraggio e gestione delle iniziative ambientali a livello nazionale.

La normativa prevede, inoltre, interventi specifici per la manutenzione del verde pubblico e il miglioramento della qualità del paesaggio. Con il fine di ridurre i costi per le piccole imprese, viene introdotta una semplificazione della nomina dei Responsabili Tecnici Gestione Rifiuti. Anche la classificazione dei rifiuti viene rivisitata: i rifiuti speciali non pericolosi potranno essere trattati come rifiuti urbani, facilitando il processo di smaltimento e abbattendo i costi per le aziende.

Decreto Ambiente: bonifiche ambientali e nuove regole per la gestione delle risorse idriche

Il decreto introduce norme innovative per la gestione delle risorse idriche, tra cui una nuova definizione di “acque raffinate”, ovvero acque che, dopo essere state opportunamente trattate, possono essere utilizzate per incrementare la disponibilità idrica delle falde sotteranee. 

Questa soluzione contribuisce a migliorare la gestione delle risorse idriche nazionali, in un’ottica di maggiore sostenibilità e risparmio. Inoltre, l’impiego delle acque favorisce il riutilizzo e la rigenerazione delle risorse naturali, riducendo l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi acquatici.

Infine, il decreto Ambiente prevede azioni concrete per affrontare il problema del dissesto idrogeologico, un’emergenza cronica in molte aree del Paese. Viene rafforzato il monitoraggio delle zone a rischio, e ai Presidenti di Regione vengono concessi maggiori poteri per attuare interventi tempestivi in caso di situazioni di pericolo.

Anche il processo di bonisifca dei siti inquinati viene semplificato, con l’obiettivo di recuperare i costiddetti “siti orfani” – aree abbandonate e inquinate per le quali non è stato individuato un responsabile. Questa misura permette di accelerare gli interventi di risanamento, contribuendo al recupero di territori degradati e alla riduzione dei rischi per la salute pubblica.

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