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06.02.2025

Disparità nei sussidi: l’OCSE analizza le sfide del settore eolico europeo

L’analisi dell’OCSE mostra che i produttori di turbine eoliche con sede in Cina hanno beneficiato di sussidi statali superiori rispetto ai loro concorrenti europei. Questi incentivi includono agevolazioni fiscali, sovvenzioni dirette e finanziamenti a tassi agevolati concessi dalle banche statali cinesi.

Un nuovo rapporto dell’OCSE mette in evidenza il divario nei sussidi pubblici destinati ai produttori di turbine eoliche in Cina e in Europa. Secondo l’analisi, il sostegno governativo ricevuto dalle aziende cinesi è stato costantemente superiore rispetto a quello riservato ai produttori europei per oltre un decennio, creando squilibri competitivi nel settore.

L’indagine della Commissione europea sui produttori cinesi

Nell’aprile 2024, la Commissione europea ha avviato un’indagine sui fornitori cinesi di turbine eoliche nell’ambito del regolamento sugli aiuti pubblici esteri (Foreign Subsidies Regulation – FSR). L’indagine mira a verificare se la concorrenza nel settore sia equa o se siano in atto pratiche di dumping, che potrebbero danneggiare i produttori europei.

Grazie ai poteri conferiti dal FSR, la Commissione ha la facoltà di richiedere documenti, annullare contratti e imporre eventuali misure correttive per garantire condizioni paritarie tra le aziende europee e quelle extraeuropee.

I dati dell’OCSE: sussidi e crescita della capacità produttiva cinese

L’analisi dell’OCSE mostra che i produttori di turbine eoliche con sede in Cina hanno beneficiato di sussidi statali superiori rispetto ai loro concorrenti europei. Questi incentivi includono agevolazioni fiscali, sovvenzioni dirette e finanziamenti a tassi agevolati concessi dalle banche statali cinesi. Questo supporto ha favorito un’espansione rapida della capacità produttiva delle aziende cinesi, permettendo loro di competere con condizioni più vantaggiose sul mercato globale.

Un’analisi della quota dei ricavi aziendali destinata ai sussidi evidenzia un sostegno significativamente più elevato per le aziende cinesi rispetto a quelle operanti nei Paesi OCSE. Questo ha generato una forte pressione competitiva sui prezzi, con conseguenze sul mercato europeo dell’energia eolica.

L’impatto sul mercato eolico europeo

La situazione attuale preoccupa il settore eolico europeo. Phil Cole, Direttore degli Affari Industriali di WindEurope, ha sottolineato che il problema non è la concorrenza in sé, ma la necessità di garantire condizioni di parità tra le aziende. Secondo Cole, senza un riequilibrio delle dinamiche di mercato, si rischia di rallentare la transizione energetica non solo in Europa, ma anche a livello globale, con ripercussioni sull’intero settore.

L’eccesso di capacità produttiva in Cina, supportato da incentivi pubblici, ha contribuito a un’ulteriore riduzione dei prezzi, rendendo difficile per i produttori europei competere. Inoltre, le aziende cinesi offrono termini di pagamento più vantaggiosi rispetto a quelli concessi dalle imprese dei Paesi OCSE, aumentando ulteriormente il divario competitivo.

Il Net Zero Industry Act

Per contrastare questo squilibrio e rafforzare il settore manifatturiero europeo delle tecnologie pulite, la Commissione europea ha introdotto il Net Zero Industry Act (NZIA). L’obiettivo è incrementare la capacità produttiva di turbine eoliche nell’UE, portandola a 36 GW entro il 2030.

Attualmente, l’industria eolica europea sta investendo oltre 11 miliardi di euro per espandere e modernizzare gli impianti produttivi. Tuttavia, per garantire la competitività del settore è necessario accelerare l’attuazione del NZIA, promuovere la diversificazione delle catene di fornitura e semplificare i processi di autorizzazione.

Solo in questo modo sarà possibile assicurare un futuro sostenibile per l’industria eolica europea, preservando la sicurezza energetica e la sovranità industriale del continente.

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