L'impianto
Lo stabile oggetto della ristrutturazione possiede una centrale termica a servizio dei condomini che fornisce in modo centralizzato sia riscaldamento che all’acqua calda sanitaria.
L’impianto smantellato era costituito da una caldaia a basamento con portata termica di 600 kW che provvedeva al riscaldamento ambiente e all’ACS, attraverso un serpentino ad immersione che scambiava con un accumulo da 2.000 litri.
All’interno degli appartamenti il riscaldamento era effettuato tramite radiatori in ghisa a colonnina.
Il nuovo sistema, completamente a condensazione, utilizza per il riscaldamento 3 moduli termici da 50 kW l’uno collegati in parallelo che scaricano potenza su uno scambiatore a piastre che mantiene la temperatura di mandata a 50°C. il ritorno è a circa 40°C, i radiatori preesistenti non sono stati sostituiti ma semplicemente dotati di valvole termostatiche per poter meglio regolare la temperatura in ogni stanza.
La produzione di acqua calda sanitaria, invece, ha visto l’eliminazione dell’accumulo da 2.000 litri, sostituito da due produttori a condensazione da 54 kW l’uno capaci di erogare rispettivamente 32 l/min di acqua calda in istantaneo.
Questo cambiamento ha permesso di eliminare le dispersioni termiche dovute all’immagazzinamento di acqua da alte temperature, anche quando non vi era reale richiesta di utilizzo da parte dell’utenza.
Inoltre, la tecnologia della condensazione ha, a sua volta, contribuito ad abbattere ulteriormente i consumi, tanto che è stato possibile aggiungere un anello di ricircolo per aumentare il comfort offerto alle famiglie, che ora trovano l’acqua calda immediatamente disponibile all’apertura del rubinetto, con conseguente aumento del comfort e riduzione degli sprechi.
L’esistenza di un impianto separato per la produzione di acqua calda sanitaria permette inoltre di non dover attivare durante il periodo estivo un modulo a elevata potenza per la sola produzione di acqua calda sanitaria, come invece accadeva in precedenza.
A ciò si unisce il vantaggio che in inverno non c’è più alcun rischio che le richieste contemporanee di ACS e riscaldamento possano confliggere a scapito del sanitario.
Infine, il sistema modulare offre una ridondanza d’impianto che assicura il mantenimento del servizio termo sanitario, anche in caso di guasto o manutenzione di un apparecchio, seppur a regime ridotto.
Il nuovo impianto risulta snellito rispetto all’originale: al posto dei vecchi 600 kW ne servono solo 258 kW.
Al contempo, i consumi sono passati dai 9.300 m³ di metano/anno a soli 4.300 m³/anno, con una diminuzione che arriva quasi al 54%.
Proporzionalmente, sono drasticamente diminuite le emissioni di CO₂: da 17.412 kg/anno a 8.000 kg/anno.