EastMed, il nuovo gasdotto da 27 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. I rischi climatici e politici nel nuovo rapporto Greenpeace
Il gasdotto EastMed consumerebbe l’11,5% del budget di carbonio dell’UE destinato a mitigare gli effetti del cambiamento climatico
EastMed è il nuovo gasdotto che potrebbe essere costruito ed entrare in funzione entro il 2030.
Un progetto disastroso dal punto di vista climatico e politico. E l’Italia potrebbe farne parte.
EastMed: i rischi e le conseguenze
Il nuovo gasdotto entrerebbe in funzione nel 2028 ed è al momento progettato per collegare i giacimenti di:
- Israele;
- Cipro;
- Grecia.
Il gas arriverebbe poi in Italia, più nello specifico a Otranto.
Tuttavia, se verrà costruito, EastMed sarà responsabile di emissioni di gas serra corrispondenti a 27 milioni di tonnellate di CO2 all’anno; ma non solo, il gasdotto consumerebbe ben l’11,5% del budget di carbonio dell’UE, carbonio che (almeno in linea teorica) dovrebbe essere utilizzato per mitigare i cambiamenti legati al riscaldamento globale.
Greenpeace nel rapporto evidenzia anche un altro problema di non poca importanza: la costruzione del gasdotto potrebbe riaccendere il conflitto tra la Repubblica di Cipro e quella di Cipro Nord per il controllo dell’isola e questo inevitabilmente si rifletterebbe anche su altri Stati che potrebbero sostenere (anche militarmente) l’una o l’altra Repubblica.
Inoltre, il gasdotto stesso potrebbe diventare un facile obiettivo militare, come ha dimostrato il gasdotto Nord Stream.
Greenpeace invita anche lo Stato italiano a riflettere sulla propria politica economica ed energetica. Diventare un “hub” del gas comporta un aumento dell’utilizzo delle fonti fossili. A questo proposito, Sofia Basso, Research Campaigner Climate for Peace di Greenpeace afferma:”l’Italia deve rinunciare definitivamente a diventare hub del gas e smettere di sostenere il progetto EastMed, pericoloso per il clima e per la pace”.
Anche Simona Abbate, Campaigner Energia Clima di Greenpeace Italia sottolinea l’importanza di evitare il sostegno a questo progetto:” L’ostinato sostegno dell’UE alle fonti fossili, oltre ad alimentare il disastro climatico, minaccia anche la pace. Il gasdotto EastMed è una bomba a tempo in una regione fortemente militarizzata e contesa. Rischia di riaccendere un conflitto sopito solo per permettere alle compagnie del gas e del petrolio di macinare profitti per altri 20 anni, sottraendo investimenti alle energie rinnovabili e per il risparmio energetico. La doppia minaccia della crisi climatica e dei conflitti armati è un chiaro avvertimento che le infrastrutture fossili non sono la soluzione per la sicurezza energetica”.
Scarica l’executive summary completo di Greenpeace per saperne di più.