Energia e lavoro: crescita occupazionale globale guidata da tecnologie pulite e nuove sfide per il futuro
Secondo il nuovo rapporto pubblicato il 13 novembre dall’IEA, il settore energetico globale ha registrato una crescita occupazionale significativa nel 2023, trainata dagli investimenti nella produzione di tecnologie per l’energia pulita.
Secondo il nuovo rapporto pubblicato il 13 novembre dall’IEA, il settore energetico globale ha registrato una crescita occupazionale significativa nel 2023, trainata dagli investimenti nella produzione di tecnologie per l’energia pulita.
Tuttavia, la carenza di personale qualificato continua a presentare una sfida per i datori di lavoro.
Crescita occupazionale nel settore energetico: il ruolo chiave delle tecnologie pulite
Il rapporto World Energy Employment, giunto alla sua terza edizione, offre una panoramica dettagliata sull’occupazione energetica globale per regioni e tecnologie, evidenziando l’evoluzione delle competenze richieste nel settore. Secondo i dati, il numero di lavoratori impiegati nel settore energetico ha superato i 67 milioni nel 2023, segnando un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente, contro una crescita media del 2,2% dell’economia globale.
A trainare questo sviluppo è stato principalmente il comparto dell’energia pulita, che ha aggiunto 1,5 milioni di posti di lavoro nel 2023, contribuendo fino al 10% alla crescita occupazionale nei principali mercati. Il fotovoltaico ha registrato oltre mezzo milione di nuove assunzioni grazie al record di nuove installazioni, mentre l’industria dei veicoli elettrici e delle batterie ha visto un incremento di 410.000 posti di lavoro, sostenuto dall’espansione delle vendite che rappresentano ormai quasi il 20% del mercato automobilistico globale.
Sebbene alcuni produttori di energia eolica abbiano effettuato licenziamenti, l’occupazione complessiva nel settore è aumentata grazie all’avvio di un numero record di progetti. Anche il settore petrolifero e del gas ha beneficiato di una ripresa, con oltre 600.000 nuovi posti di lavoro nel 2023 dopo un periodo di assunzioni prudenti dovuto alla pandemia. Al contrario, il comparto del carbone ha subito una contrazione per il terzo anno consecutivo, con un calo dell’1% principalmente per via dei progressi tecnologici che hanno migliorato la produttività.
Energia e lavoro: il ruolo delle sfide legate alle competenze e alle disparità geografiche
Un aspetto interessante del 2023 è il cambio di dinamica nella crescita occupazionale: il settore manifatturiero ha superato edilizia e installazioni come principale motore di creazione di posti di lavoro, grazie a un aumento del 70% degli investimenti nella produzione di tecnologie per l’energia pulita, pari a 200 miliardi di dollari.
Tuttavia, il settore continua a fare i conti con una significativa carenza di lavoratori qualificati, in particolare in ambiti altamente specializzati come le reti elettriche e l’energia nucleare. Un sondaggio condotto su 190 aziende energetiche in 27 Paesi ha rivelato che la maggior parte dei datori di lavoro ha difficoltà a reperire personale adeguato, con il 75% che segnala problemi soprattutto nell’edilizia.
Il rapporto evidenzia, inoltre, una disparità geografica nella creazione di posti di lavoro legati all’energia pulita: solo il 25% della crescita registrata dal 2019 si è concentrata in economie emergenti e in via di sviluppo al di fuori della Cina, nonostante queste aree rappresentino il 60% della forza lavoro globale. Questo gap è attribuito a ostacoli strutturali come infrastrutture inadeguate, carenze di competenze e una base manifatturiera debole, che limitano la capacità di attrarre investimenti. Per superare queste sfide, sono necessari interventi politici mirati e una maggiore cooperazione internazionale.
Guardando al futuro, l’IEA prevede una crescita dell’occupazione energetica globale del 3% nel 2024, sebbene con un ritmo più contenuto a causa di pressioni sui mercati del lavoro, tassi di interesse elevati e modifiche nelle previsioni dei nuovi progetti energetici.