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Energy Transition Outlook 2021: scenari attuali e futuri del settore energetico
Pubblicata l’analisi dell’ente norvegese DNV

DNV, ente norvegese che si occupa della valutazione e dell’indirizzamento della gestione del rischio che opera in diversi settori, come quello energetico, finanziario, informatico e sanitario, ha pubblicato l’Energy Transition Outlook 2021, documento con cui presenta gli scenari attuali e futuri del settore dell’energia e della sua transizione verso la sostenibilità.
I cambiamenti climatici rimangono una delle questioni più urgenti a livello mondiale, e l’impatto del riscaldamento globale nell’ambiente è evidentemente allarmante. Secondo il rapporto di DNV le emissioni inquinanti si sono abbassate nel 2019 e nel 2020, ma si è trattato di un evento eccezionale, causato dalla pandemia da Covid-19. Ora infatti consumi ed emissioni stanno riprendendo i loro valori antecedenti alla crisi sanitaria e si stima che continueranno a crescere nei prossimi 3 anni, prima di cominciare ad abbassarsi stabilmente.
Entro il 2030 le emissioni di CO2 si ridurranno solo del 9% rispetto ai valori registrati del 2019, ed si prevede che entro il 2050 si ridurranno del 45%. Percentuali in contrasto con quanto stabilito a livello europeo, poiché non rispettano le percentuali fissate dalla Commissione Europea. Non si stanno infatti raggiungendo gli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi: siamo già al massimo per limitare l’innalzamento della temperatura a 1.5° e secondo le previsioni di DNV l’aumento medio della temperatura raggiungerà i 2.3° alla fine del secolo.
Per quanto riguarda l’energia, si è osservata una forte crescita dell’elettrificazione e si stima che le rinnovabili batteranno tutte le altre fonti energetiche. L’elettrificazione della domanda finale di energia crescerà dall’attuale quota del 19% fino al 38% entro il 2050, e sarà alimentata principalmente da solare ed eolico, che sono già le due forme di fornitura energetica meno costose praticamente ovunque. Entro il 2050 il solare e l’eolico rappresenteranno il 69% della produzione energetica in rete, mentre i combustibili fossili si ridurranno al 13%.
Il 50% della vendita di veicoli per passeggeri riguarderà l’elettrico nel 2032 e l’impiego di pompe di calore triplicherà, fornendo il 32% del calore nel 2050 consumando il 9% dell’utilizzo di energia per il riscaldamento. I guadagni derivanti dall’efficienza porteranno ad un appiattimento della domanda di energia dagli anni ‘30 del 2000. L’efficienza energetica rimane la nostra più grande risorsa non ancora sfruttata pienamente contro il cambiamento climatico e i traguardi di efficienza energetica sono trainati principalmente proprio dai processi di elettrificazione.
Dalle analisi si osserva che i combustibili fossili stanno gradualmente perdendo posizione, anche se manterranno comunque una quota del 50% nel 2050. Il gas mantiene la sua attuale posizione, mentre la domanda di petrolio si dimezzerà, ed entro il 2050 l’utilizzo di carbone verrà ridotto di un terzo rispetto a quello attuale. La diffusione dei sistemi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica invece è troppo lenta, e solo il 3.6% delle emissioni di CO2 saranno ridotte nel 2050.
Il periodo che stiamo vivendo non favorisce di certo la situazione. La spesa per la ripresa economica mondiale per la crisi causata dalla pandemia da Covid-19 ha inevitabilmente portato a scenari diversi da quelli prospettati. A parte le iniziative dei paesi europei, i pacchetti e gli incentivi forniti dai diversi governi mondiali per il settore energetico sono ancorati ai sistemi ad alte emissioni, invece di puntare a soluzioni che favoriscono la transizione energetica.
Ma nonostante tutto, la variabilità e i prezzi ridotti per l’energia non ostacolano lo sviluppo di sistemi energetici che utilizzano fonti rinnovabili. Power-to-X, storage, connettività, gestione della domanda e il prezzo del carbone contribuiranno ad aiutare la crescita del solare fotovoltaico e dell’eolico a mantenere la loro competitività. Il solare abbinato allo storage, in particolare, sta diventando una nuova categoria produttiva di energia molto forte, che fornirà il 12% di tutta l’elettricità collegata alla rete entro il 2050.
La decarbonizzazione dei settori “hard-to-abate” richiede invece una maggiore scalabilità dell'idrogeno, dei carburanti elettrici e dei biocarburanti, poiché se combinati, idrogeno e carburanti elettrici ricoprirebbero solo il 5% della domanda globale di energia per il 2050. Le industrie pesanti e quelle del trasporto marittimo e aereo continuano ad aumentare la loro quota di emissioni inquinanti e rimangono legati ad un utilizzo massiccio dei combustibili fossili.
Per quanto riguarda l’idrogeno, entro il 2050 la maggior parte di esso sarà prodotto da appositi elettrolizzatori che utilizzeranno fonti rinnovabili. Sarà l’idrogeno verde a dominare: il 18% sarà prodotto tramite elettrolisi che sfrutta l’energia elettrica in rete a basso costo, e il 43% da elettrolisi che utilizza fonti rinnovabili come solare, eolico onshore e offshore. L’idrogeno blu perderà il suo vantaggio economico, ed entro il 2050 fornirà solo il 19% della risorsa impiegata per scopi energetici.
Per concludere, l’Energy Transition Outlook di DNV mostra anche una previsione di come si configurerà l’approvvigionamento mondiale di energia primaria in base alla fonte energetica. In questo le energie rinnovabili contribuiranno in maniera forte, mentre i combustibili fossili ridurranno la loro quota (a parte il gas naturale che si abbasserà solo dal 2040). La quota di combustibili fossili nel mix energetico si abbasserà notevolmente dal 80% attuale al 50% a metà secolo. Il nucleare rimarrà stabile al 5% durante tutto il periodo, mentre le rinnovabili triplicheranno la loro quota, che dal 15% attuale arriverà al 45% alla fine del 2050.

I cambiamenti climatici rimangono una delle questioni più urgenti a livello mondiale, e l’impatto del riscaldamento globale nell’ambiente è evidentemente allarmante. Secondo il rapporto di DNV le emissioni inquinanti si sono abbassate nel 2019 e nel 2020, ma si è trattato di un evento eccezionale, causato dalla pandemia da Covid-19. Ora infatti consumi ed emissioni stanno riprendendo i loro valori antecedenti alla crisi sanitaria e si stima che continueranno a crescere nei prossimi 3 anni, prima di cominciare ad abbassarsi stabilmente.
Entro il 2030 le emissioni di CO2 si ridurranno solo del 9% rispetto ai valori registrati del 2019, ed si prevede che entro il 2050 si ridurranno del 45%. Percentuali in contrasto con quanto stabilito a livello europeo, poiché non rispettano le percentuali fissate dalla Commissione Europea. Non si stanno infatti raggiungendo gli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi: siamo già al massimo per limitare l’innalzamento della temperatura a 1.5° e secondo le previsioni di DNV l’aumento medio della temperatura raggiungerà i 2.3° alla fine del secolo.
Per quanto riguarda l’energia, si è osservata una forte crescita dell’elettrificazione e si stima che le rinnovabili batteranno tutte le altre fonti energetiche. L’elettrificazione della domanda finale di energia crescerà dall’attuale quota del 19% fino al 38% entro il 2050, e sarà alimentata principalmente da solare ed eolico, che sono già le due forme di fornitura energetica meno costose praticamente ovunque. Entro il 2050 il solare e l’eolico rappresenteranno il 69% della produzione energetica in rete, mentre i combustibili fossili si ridurranno al 13%.
Il 50% della vendita di veicoli per passeggeri riguarderà l’elettrico nel 2032 e l’impiego di pompe di calore triplicherà, fornendo il 32% del calore nel 2050 consumando il 9% dell’utilizzo di energia per il riscaldamento. I guadagni derivanti dall’efficienza porteranno ad un appiattimento della domanda di energia dagli anni ‘30 del 2000. L’efficienza energetica rimane la nostra più grande risorsa non ancora sfruttata pienamente contro il cambiamento climatico e i traguardi di efficienza energetica sono trainati principalmente proprio dai processi di elettrificazione.
Dalle analisi si osserva che i combustibili fossili stanno gradualmente perdendo posizione, anche se manterranno comunque una quota del 50% nel 2050. Il gas mantiene la sua attuale posizione, mentre la domanda di petrolio si dimezzerà, ed entro il 2050 l’utilizzo di carbone verrà ridotto di un terzo rispetto a quello attuale. La diffusione dei sistemi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica invece è troppo lenta, e solo il 3.6% delle emissioni di CO2 saranno ridotte nel 2050.
Il periodo che stiamo vivendo non favorisce di certo la situazione. La spesa per la ripresa economica mondiale per la crisi causata dalla pandemia da Covid-19 ha inevitabilmente portato a scenari diversi da quelli prospettati. A parte le iniziative dei paesi europei, i pacchetti e gli incentivi forniti dai diversi governi mondiali per il settore energetico sono ancorati ai sistemi ad alte emissioni, invece di puntare a soluzioni che favoriscono la transizione energetica.
Ma nonostante tutto, la variabilità e i prezzi ridotti per l’energia non ostacolano lo sviluppo di sistemi energetici che utilizzano fonti rinnovabili. Power-to-X, storage, connettività, gestione della domanda e il prezzo del carbone contribuiranno ad aiutare la crescita del solare fotovoltaico e dell’eolico a mantenere la loro competitività. Il solare abbinato allo storage, in particolare, sta diventando una nuova categoria produttiva di energia molto forte, che fornirà il 12% di tutta l’elettricità collegata alla rete entro il 2050.
La decarbonizzazione dei settori “hard-to-abate” richiede invece una maggiore scalabilità dell'idrogeno, dei carburanti elettrici e dei biocarburanti, poiché se combinati, idrogeno e carburanti elettrici ricoprirebbero solo il 5% della domanda globale di energia per il 2050. Le industrie pesanti e quelle del trasporto marittimo e aereo continuano ad aumentare la loro quota di emissioni inquinanti e rimangono legati ad un utilizzo massiccio dei combustibili fossili.
Per quanto riguarda l’idrogeno, entro il 2050 la maggior parte di esso sarà prodotto da appositi elettrolizzatori che utilizzeranno fonti rinnovabili. Sarà l’idrogeno verde a dominare: il 18% sarà prodotto tramite elettrolisi che sfrutta l’energia elettrica in rete a basso costo, e il 43% da elettrolisi che utilizza fonti rinnovabili come solare, eolico onshore e offshore. L’idrogeno blu perderà il suo vantaggio economico, ed entro il 2050 fornirà solo il 19% della risorsa impiegata per scopi energetici.
Per concludere, l’Energy Transition Outlook di DNV mostra anche una previsione di come si configurerà l’approvvigionamento mondiale di energia primaria in base alla fonte energetica. In questo le energie rinnovabili contribuiranno in maniera forte, mentre i combustibili fossili ridurranno la loro quota (a parte il gas naturale che si abbasserà solo dal 2040). La quota di combustibili fossili nel mix energetico si abbasserà notevolmente dal 80% attuale al 50% a metà secolo. Il nucleare rimarrà stabile al 5% durante tutto il periodo, mentre le rinnovabili triplicheranno la loro quota, che dal 15% attuale arriverà al 45% alla fine del 2050.
