Eolico offshore, il fallimento dell’asta nel Regno Unito è una lezione da imparare per tutti i governi europei. L’analisi WindEurope
L’obiettivo dell’asta era quello di allocare fino a 5 GW di energia proveniente da parchi eolici offshore, ma nella pratica nessun progetto è stato approvato
Il Regno Unito ha comunicato i risultati dell’ultima asta per il Contract of Difference. L’obiettivo era quello di allocare fino a 5 GW di energia proveniente da parchi eolici offshore, ma alla fine dell’asta nessun progetto offshore ha partecipato.
L’asta, d’altra parte, ha destinato il supporto a 3,7 GW di altre tecnologie energetiche, tra cui 1,7 GW di energia eolica onshore.
Il fallimento dell’eolico offshore mette e rischio la leadership del Regno Unito
Secondo WindEurope, la principale ragione dell’insuccesso dell’asta risiede nella fissazione da parte del governo di un prezzo massimo per l’energia eolica offshore, incluso il costo di connessione alla rete, il quale si è rivelato eccessivamente basso. Questo valore corrispondeva a £ 44/MWh.
Considerando l’incremento dei costi dell’energia eolica offshore nel corso degli ultimi due anni, è diventato praticamente impossibile sviluppare progetti di energia eolica offshore a questo livello di prezzo. Al contrario, altri Paesi come la Francia hanno adottato politiche più efficace per adeguare il supporto ai prezzi e garantire una stabilità delle entrate per l’energia eolica offshore.
La mancata adozione di questa strategia da parte del Regno Unito mette seriamente a rischio la sua leadership nel settore dell’energia eolica offshore e l’ambizioso obiettivo di raggiungere 50 GW entro il 2030.
Non solo, la Gran Bretagna aveva già perso uno dei 5 progetti precedentemente assegnati in un’asta eolica offshore. Infatti, nel Norfolk erano stati interrotti i lavori su un progetto da 1,4 GW a causa dell’incapacità del governo di aumentare il prezzo dell’asta o di fornire quote di capitale.
Eolico offshore: le conseguenze del fallimento dell’asta si vedono anche sull’occupazione
Attualmente, ci sono altri due grandi progetti provenienti dall’asta precedente che stanno cercando di trovare un accordo finanziario definitivo.
Ma, in ogni caso, si procede ad un ritmo fin troppo lento. Se fossero stabiliti dei parametri più adeguati, l’asta odierna avrebbe anche potuto supportare progetti di energia eolica galleggiante nel Mar Celtico, un settore in cui il Regno Unito aspira ad essere un leader.
Il CEO di WindEurope, Giles Dickson, ha sottolineato che esistono importanti lezioni da imparare da questa situazione per gli altri governi europei. Se i prezzi delle aste non rispecchiano i costi reali, si corre il rischio di non riceve offerte e di non poter realizzare i parchi eolici offshore necessari per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici, con conseguenze negative sull’occupazione e sulla crescita economica.
L’unico aspetto positivo di questa asta è che ha sostenuto 1,7 GW di energia eolica onshore, una tecnologia che il Regno Unito non ha sviluppato significativamente negli ultimi anni. Questi nuovi progetti saranno operativi dal 2025.