Focus Incentivi
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Spalma-incentivi: assoRinnovabili denuncia il grave ritardo dei decreti attuativi
assoRinnovabili, con una lettera al MiSE, denuncia il grave ritardo dei decreti attuativi alla norma spalma-incentivi contenuta nel Decreto Competitività. Senza decreto, gli investitori si vedranno applicare automaticamente l'opzione "c" della norma, con possibili gravi ripercussioni sulla produzione.

Non si smorza l’ondata di polemiche che ha investito il decreto Competitività 91/2014 sin dalla sua prima formulazione, in vigore dallo scorso giugno. assoRinnovabili, nella persona del suo Presidente, Agostino Re Rebaudengo, unisce la propria voce discorde al coro di critiche piovute in particolare su due emendamenti al DL, giudicati i più controversi, denunciando il grave ritardo dei decreti attuativi relativi alla norma spalma-incentivi (art. 26).
La norma ribattezzata “spalma-incentivi” andrebbe a rimodulare, da gennaio 2015 e comunque in maniera retroattiva, i bonus dedicati agli investitori, sia nazionali che internazionali, in impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW.
Atteso entro il 1° ottobre 2014, non vi è ancora traccia del decreto attuativo che avrebbe dovuto appunto disciplinare le percentuali di rimodulazione degli incentivi elargiti al settore nel corso degli ultimi vent’anni, previste dall’opzione “b” della norma. Mancando il decreto, i proprietari di impianti fotovoltaici non potranno dunque scegliere la modalità con cui veder ridotta la propria tariffa nel corso dei prossimi venti anni, e, poiché vincolati comunque alla scadenza prevista per il 30 novembre 2014, data entro la quale dovrebbero comunicare al GSE l’opzione prescelta, si vedranno applicare automaticamente la terza delle tre opzioni, ovvero quella che prevede una distribuzione della tariffa in venti anni, con una riduzione proporzionale alla potenza dell’impianto.
Riassumendo, gli investitori, esteri e italiani, non solo saranno penalizzati da una decurtazione retroattiva degli incentivi riconosciuti al settore, atteggiamento questo che va in senso opposto al trend globale attualmente in atto, a sostegno delle energie rinnovabili e del FV, ma, non potendo neppure scegliere la modalità di rimodulazione delle agevolazioni fiscali più idonea per la propria produzione, poiché manca il decreto, saranno altresì condannati a vedersi imposta una soluzione che potrebbe persino decretare il fallimento della propria impresa.
assoRinnovabili non ha comunque perso tempo, scrivendo una lettera di denuncia, indirizzata al MiSE, per sollecitare l’uscita dello stesso, ed esigendo fra l’altro una proroga, della durata proporzionale al ritardo del Ministero, rispetto alla scadenza fissata al 30 novembre 2014, così che i produttori di impianti fotovoltaici abbiano almeno il tempo di scegliere consapevolmente il tipo di decurtazione più idonea per la propria attività, valutando l’impatto economico della stessa e in conformità alle decisioni finali degli istituti bancari, dai quali dipende l’elargizione dei finanziamenti garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Nonostante il silenzio tombale dei Ministeri interessati all’elaborazione del decreto, assoRinnovabili e le associazioni di settore sono più che mai unite, anche dal punto di vista legale, contro la manovra dello spalma-incentivi, già a più riprese tacciato di incostituzionale e inaccettabile.
La norma ribattezzata “spalma-incentivi” andrebbe a rimodulare, da gennaio 2015 e comunque in maniera retroattiva, i bonus dedicati agli investitori, sia nazionali che internazionali, in impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW.
Atteso entro il 1° ottobre 2014, non vi è ancora traccia del decreto attuativo che avrebbe dovuto appunto disciplinare le percentuali di rimodulazione degli incentivi elargiti al settore nel corso degli ultimi vent’anni, previste dall’opzione “b” della norma. Mancando il decreto, i proprietari di impianti fotovoltaici non potranno dunque scegliere la modalità con cui veder ridotta la propria tariffa nel corso dei prossimi venti anni, e, poiché vincolati comunque alla scadenza prevista per il 30 novembre 2014, data entro la quale dovrebbero comunicare al GSE l’opzione prescelta, si vedranno applicare automaticamente la terza delle tre opzioni, ovvero quella che prevede una distribuzione della tariffa in venti anni, con una riduzione proporzionale alla potenza dell’impianto.
Riassumendo, gli investitori, esteri e italiani, non solo saranno penalizzati da una decurtazione retroattiva degli incentivi riconosciuti al settore, atteggiamento questo che va in senso opposto al trend globale attualmente in atto, a sostegno delle energie rinnovabili e del FV, ma, non potendo neppure scegliere la modalità di rimodulazione delle agevolazioni fiscali più idonea per la propria produzione, poiché manca il decreto, saranno altresì condannati a vedersi imposta una soluzione che potrebbe persino decretare il fallimento della propria impresa.
assoRinnovabili non ha comunque perso tempo, scrivendo una lettera di denuncia, indirizzata al MiSE, per sollecitare l’uscita dello stesso, ed esigendo fra l’altro una proroga, della durata proporzionale al ritardo del Ministero, rispetto alla scadenza fissata al 30 novembre 2014, così che i produttori di impianti fotovoltaici abbiano almeno il tempo di scegliere consapevolmente il tipo di decurtazione più idonea per la propria attività, valutando l’impatto economico della stessa e in conformità alle decisioni finali degli istituti bancari, dai quali dipende l’elargizione dei finanziamenti garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Nonostante il silenzio tombale dei Ministeri interessati all’elaborazione del decreto, assoRinnovabili e le associazioni di settore sono più che mai unite, anche dal punto di vista legale, contro la manovra dello spalma-incentivi, già a più riprese tacciato di incostituzionale e inaccettabile.