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Com’è cambiata l’energia dal 1971? Lo raccontano i grafici IEA
La IEA ha pubblicato il proprio report 2020 contenente le statistiche sull’energia prodotta e consumata nel mondo dal 1971 al 2018
L’Agenzia Internazionale sull’Energia (IEA) ha pubblicato il suo report 2020 in cui si analizzano i dati raccolti e le statistiche sui principali indicatori del mercato dell’energia, informazioni su domanda ed offerta, prezzi e livelli di efficienza, emissioni e investimenti in progetti di ricerca e sviluppo.
Le informazioni pubblicate analizzano il mercato internazionale ed europeo dell’energia utilizzando i dati raccolti tra il 1971 e il 2018 e lo descrivono attraverso utili grafici.
Prima fra tutti – naturalmente – è l’analisi delle fonti energetiche utilizzate per la produzione energetica globale che sono cambiate notevolmente: è scesa del 13% la quota di petrolio, il gas naturale è aumentato del 7% circa, mentre la quota di energia nucleare è aumentata del 4% e le fonti alternative sono passate dallo 0,1% a oltre il 2% del totale.
Nell’Europa OSCE la situazione è evoluta in modo similare, ma con una preponderanza particolare per le fonti rinnovabili e sostenibili: nel 2018 la fonte nucleare è arrivata al 9,7%, il biogas e le altre fonti da rifiuti sono cresciute del 4% circa rispetto al 1971 e le fonti alternative sono arrivate a produrre il 2,9% del totale.
Il ricorso alle fonti fossili è sostanzialmente dimezzato: il carbone ha perso un -8% mentre il petrolio ha perso oltre il -17%.
Le analisi IEA successivamente analizzano i livelli di produzione delle diverse fonti energetiche e le nazioni di provenienza.
Interessante notare come la Cina sia la prima nazione per energia prodotta da fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico e fotovoltaico), mentre per le altre fonti le nazioni più attive sono gli Stati Uniti e la Russia.
Tutte le analisi IEA del Report 2020, presentate graficamente, sono disponibili al sito della International Energy Agency.
Le informazioni pubblicate analizzano il mercato internazionale ed europeo dell’energia utilizzando i dati raccolti tra il 1971 e il 2018 e lo descrivono attraverso utili grafici.
Prima fra tutti – naturalmente – è l’analisi delle fonti energetiche utilizzate per la produzione energetica globale che sono cambiate notevolmente: è scesa del 13% la quota di petrolio, il gas naturale è aumentato del 7% circa, mentre la quota di energia nucleare è aumentata del 4% e le fonti alternative sono passate dallo 0,1% a oltre il 2% del totale.
Nell’Europa OSCE la situazione è evoluta in modo similare, ma con una preponderanza particolare per le fonti rinnovabili e sostenibili: nel 2018 la fonte nucleare è arrivata al 9,7%, il biogas e le altre fonti da rifiuti sono cresciute del 4% circa rispetto al 1971 e le fonti alternative sono arrivate a produrre il 2,9% del totale.
Il ricorso alle fonti fossili è sostanzialmente dimezzato: il carbone ha perso un -8% mentre il petrolio ha perso oltre il -17%.
Le analisi IEA successivamente analizzano i livelli di produzione delle diverse fonti energetiche e le nazioni di provenienza.
Interessante notare come la Cina sia la prima nazione per energia prodotta da fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico e fotovoltaico), mentre per le altre fonti le nazioni più attive sono gli Stati Uniti e la Russia.
Tutte le analisi IEA del Report 2020, presentate graficamente, sono disponibili al sito della International Energy Agency.