Speciale 43
Fotovoltaico e grid parity: analisi delle tecnologie e dell'andamento dei costi
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di Andrea Bernardi, Energy Manager
Grid Parity: fotovoltaico più conveniente con l’autoconsumo
Per Grid Parity si intende il momento in cui l’energia elettrica prodotta da fonti energetiche
alternative ha lo stesso prezzo di quella tradizionale, prodotta cioè da fonti energetiche
fossili.
Il periodo del “conto energia” aveva portato alla creazione di un meccanismo in cui il mercato del fotovoltaico veniva fortemente incoraggiato a causa degli incentivi economici che permettevano un guadagno reale nell’operazione, nonostante il costo dell’energia prodotta fosse nettamente superiore a quello dell’energia derivante da sistemi classici. Con la diminuzione dei costi della filiera industriale e valutando tutti i fattori di costo, è possibile stimare che alla fine del 2013 sarà possibile ottenere dagli impianti fotovoltaici energia elettrica ad un costo pari a quello oggi pagato da gran parte delle utenze italiane.
Tale occorrenza porterà ad un nuovo modello di business nel settore del fotovoltaico, dove il focus non sarà più il guadagno sull’investimento, ma un risparmio concreto sulla bolletta. Secondo uno dei principali gruppi bancari europei il mercato del fotovoltaico non incentivato potrebbe vivere una decisa fase di crescita. Studi di settore prospettano, per Italia, Spagna e Germania, un mercato del fotovoltaico senza incentivi, che nel 2020 si attesterà attorno ai 45GW di potenza installata, con una copertura della domanda complessiva di energia elettrica attorno al 7-11%.
Uno studio parallelo della Deutsche Bank evidenzia che tutta la zona del Mediterraneo, e in particolar modo il Sud Italia, potrebbe già oggi considerarsi in Grid Parity se solo venissero cambiate le abitudini d’uso delle apparecchiature elettriche delle abitazioni. E’ importante sottolineare che per le PMI che riescono a raggiungere il 50% o più di autoconsumo, il costo dell’energia fotovoltaica è già oggi competitivo rispetto al costo dell’energia elettrica tradizionale in molte regioni d’Italia.
Le regioni dell’Europa centrale, per raggiungere un analogo livello di competitività, devono invece raggiungere una percentuale di autoconsumo pari al 90%. La diminuzione del prezzo del kWp è ulteriormente garantita dalla domanda di paesi extraeuropei soprattutto di Giappone e Stati Uniti, nei quali le legislazioni stanno creando situazioni molto favorevoli allo sviluppo del settore fotovoltaico.
Nel panorama internazionale l’India si è rivelata particolarmente interessante: l’ottimo
livello di insolazione e gli elevati prezzi dell’energia elettrica locale pagati dalle industrie stanno determinando la nascita di numerosi impianti su larga scala destinati all’autoconsumo.
La Deutsche Bank conclude il suo rapporto prevedendo che il 2014 dovrebbe essere
l’anno decisivo per passare da un modello di installazioni fotovoltaiche incoraggiate dagli
incentivi statali, ad un modello basato sull’auto-sostenibilità e la Grid Parity.
Quando raggiungeremo la Grid Parity cambieranno anche i capitali necessari per gli
investimenti nei grandi impianti: fino ad oggi le banche e le società di leasing offrivano
pacchetti di investimento, sicure di rientrare dell’importo grazie alle tariffe governative
concesse negli anni attraverso il Conto Energia, tariffe che garantivano un pagamento
fisso e costante in kWh per vent’anni, ciò permetteva di accedere anche a finanziamenti cospicui, perché il modello finanziario non dava peso alle capacità del richiedente.
Con la fine degli incentivi ci sarà di conseguenza il rischio che gli istituti finanziari lavorino
unicamente con grossi operatori, in grado di garantire la propria solidità finanziaria.
Per analizzare i costi si porta l’esempio di un impianto da 50kW. L’investimento da effettuare si attesta attorno a i 7.072 € quindi circa 1.400/1.440 €/kWp. Il costo dell’energia elettrica per questa attività si stima essere attorno ai 18/19 cent. al kWh, il ritorno economico (naturalmente senza incentivi) si attesta attorno ai 5 anni.
Questo però vale solo se l’azienda in esempio riesce a destinare all’autoconsumo almeno il 75% dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico. Ciò implica che non è sufficiente installare un grande o medio impianto per avere un ritorno economico, ma che serve anche un’attenta analisi dei consumi attuali e soprattutto delle modalità di gestione dell’energia elettrica.

Fonte: Elaborazione AEEG su dati Istat, numeri indice per l'intera collettività - indici nazionali
alternative ha lo stesso prezzo di quella tradizionale, prodotta cioè da fonti energetiche
fossili.
Il periodo del “conto energia” aveva portato alla creazione di un meccanismo in cui il mercato del fotovoltaico veniva fortemente incoraggiato a causa degli incentivi economici che permettevano un guadagno reale nell’operazione, nonostante il costo dell’energia prodotta fosse nettamente superiore a quello dell’energia derivante da sistemi classici. Con la diminuzione dei costi della filiera industriale e valutando tutti i fattori di costo, è possibile stimare che alla fine del 2013 sarà possibile ottenere dagli impianti fotovoltaici energia elettrica ad un costo pari a quello oggi pagato da gran parte delle utenze italiane.
Tale occorrenza porterà ad un nuovo modello di business nel settore del fotovoltaico, dove il focus non sarà più il guadagno sull’investimento, ma un risparmio concreto sulla bolletta. Secondo uno dei principali gruppi bancari europei il mercato del fotovoltaico non incentivato potrebbe vivere una decisa fase di crescita. Studi di settore prospettano, per Italia, Spagna e Germania, un mercato del fotovoltaico senza incentivi, che nel 2020 si attesterà attorno ai 45GW di potenza installata, con una copertura della domanda complessiva di energia elettrica attorno al 7-11%.
Uno studio parallelo della Deutsche Bank evidenzia che tutta la zona del Mediterraneo, e in particolar modo il Sud Italia, potrebbe già oggi considerarsi in Grid Parity se solo venissero cambiate le abitudini d’uso delle apparecchiature elettriche delle abitazioni. E’ importante sottolineare che per le PMI che riescono a raggiungere il 50% o più di autoconsumo, il costo dell’energia fotovoltaica è già oggi competitivo rispetto al costo dell’energia elettrica tradizionale in molte regioni d’Italia.
Le regioni dell’Europa centrale, per raggiungere un analogo livello di competitività, devono invece raggiungere una percentuale di autoconsumo pari al 90%. La diminuzione del prezzo del kWp è ulteriormente garantita dalla domanda di paesi extraeuropei soprattutto di Giappone e Stati Uniti, nei quali le legislazioni stanno creando situazioni molto favorevoli allo sviluppo del settore fotovoltaico.
Nel panorama internazionale l’India si è rivelata particolarmente interessante: l’ottimo
livello di insolazione e gli elevati prezzi dell’energia elettrica locale pagati dalle industrie stanno determinando la nascita di numerosi impianti su larga scala destinati all’autoconsumo.
La Deutsche Bank conclude il suo rapporto prevedendo che il 2014 dovrebbe essere
l’anno decisivo per passare da un modello di installazioni fotovoltaiche incoraggiate dagli
incentivi statali, ad un modello basato sull’auto-sostenibilità e la Grid Parity.
Quando raggiungeremo la Grid Parity cambieranno anche i capitali necessari per gli
investimenti nei grandi impianti: fino ad oggi le banche e le società di leasing offrivano
pacchetti di investimento, sicure di rientrare dell’importo grazie alle tariffe governative
concesse negli anni attraverso il Conto Energia, tariffe che garantivano un pagamento
fisso e costante in kWh per vent’anni, ciò permetteva di accedere anche a finanziamenti cospicui, perché il modello finanziario non dava peso alle capacità del richiedente.
Con la fine degli incentivi ci sarà di conseguenza il rischio che gli istituti finanziari lavorino
unicamente con grossi operatori, in grado di garantire la propria solidità finanziaria.
Per analizzare i costi si porta l’esempio di un impianto da 50kW. L’investimento da effettuare si attesta attorno a i 7.072 € quindi circa 1.400/1.440 €/kWp. Il costo dell’energia elettrica per questa attività si stima essere attorno ai 18/19 cent. al kWh, il ritorno economico (naturalmente senza incentivi) si attesta attorno ai 5 anni.
Questo però vale solo se l’azienda in esempio riesce a destinare all’autoconsumo almeno il 75% dell’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico. Ciò implica che non è sufficiente installare un grande o medio impianto per avere un ritorno economico, ma che serve anche un’attenta analisi dei consumi attuali e soprattutto delle modalità di gestione dell’energia elettrica.
Variazione del prezzo dell'elettricità per le famiglie italiane

Fonte: Elaborazione AEEG su dati Istat, numeri indice per l'intera collettività - indici nazionali
In questo Speciale

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