Speciale 117
I collaudi degli impianti di climatizzazione: misurazioni ambientali e parametri di funzionamento
Articolo di Maurizio Cudicio

I collaudi degli impianti di climatizzazione: le prove a freddo

Le prove a freddo sono intese come prove preliminari per verificare, per esempio, la tenuta delle tubazioni o dei canali ed evitare che si possano verificare perdite una volta completate le opere.

 

Reti distributive in pressione


Le prove a freddo sono prove di tenuta degli impianti che distribuiscono acqua, siano essi impianti idrico sanitari, impianti antincendio, linee di trasporto dei vettori termici caldi o freddi. Vengono effettuate prima di procedere con la chiusura delle tracce nelle strutture o prima di reinterrare le tubazioni, o più in generale quando non ne è più garantita l’accessibilità.

Una volta completata la rete distributiva, si procede con il caricamento delle tubazioni con acqua, portando la pressione all’interno dell’impianto a valori superiori rispetto alle pressioni massime a cui si troveranno a dover operare. Solitamente si procede alla prova di tenuta portando la pressione a 1,5 volte la pressione di esercizio. È inoltre necessario prevedere di eseguire prove in pressione delle tubazioni considerando di mantenere un valore di prova superiore ad esempio alla pressione di intervento degli organi di sicurezza, come valvole di sicurezza o altri elementi, proprio per evitare che nelle fasi di utilizzo possano verificarsi danneggiamenti impiantistici.

Le dorsali su cui devono essere svolti i test a freddo dovranno essere chiuse e sulle stesse verrà applicato o un semplice manometro, o un manometro completo di registratore su disco. Mentre nel primo caso sarà necessario registrare il valore di pressione una volta caricato l’impianto e a intervalli regolari dovranno essere registrati i valori successivi tra i quali non dovranno esserci variazioni di pressione; nel secondo caso lo strumento è dotato di un disco simile ai dischi orari installati sui mezzi di trasporto pesante, in grado di rilevare in continuo la pressione.

Una volta completate le fasi preparatorie preliminari, attraverso una pompa manuale verrà aumentata la pressione all’interno del circuito fino al valore desiderato. Solitamente, in condizioni normali, i circuiti vengono caricati a una pressione di prova pari a 1,5 volte la pressione di esercizio, o meglio, 1,5 volte la pressione di massima di esercizio. Nel caso degli impianti antincendio, la normativa prescrive che l’impianto idrante debba poter lavorare in modo continuo e senza rischi a una pressione di 12 bar, valore riferito alla pressione di spinta con cui le autobotti dei Vigili del Fuoco immettono acqua nel circuito in caso di necessità. In questo caso è consigliabile verificare l’impianto alla pressione di 16 bar, ossia la pressione nominale che normalmente e prevedibilmente sarà stata adottata nei componenti impiantistici (Tubazioni in Polietilene per le linee interrate, valvole, ecc).


Reti distributive non in pressione


Anche le reti di scarico o più in generale le reti per il convogliamento di fluidi non in pressione devono essere verificate prima di poter procedere alla consegna degli impianti, in quanto è comunque necessario verificare la corretta tenuta ed evitare che vi siano trafilamenti o perdite durante l’uso degli impianti, soprattutto nel caso in cui la rete sia a servizio di acque reflue cariche.

A tale scopo, si procederà alla chiusura della rete di scarico attraverso l’uso di tappi a espansione o cuscinetti di tenuta, per procedere successivamente al riempimento della dorsale. La prova idraulica delle reti di scarico è da effettuare su tratte non più lunghe di 500 m per evitare problematiche sia durante il collaudo (rabbocco liquido, controllo giunzioni, presenze sacche d’aria), che in caso di rottura della saldatura (svuotamento totale e riempimento in linea).

La prova di pressione preliminare va eseguita per un tempo complessivo di 6 ore e con pressione pari a di 1,5 volte la pressione nominale PN della tubazione che non deve superare il valore PN +5 bar. La prova prevede la rilevazione della pressione interna che indicativamente non può scendere per più di 0,3 bar/h. La pressione non va ripristinata fino al termine della prova e il collaudo si ritiene positivo quando il Δp 1,8 bar (differenza fra pressione iniziale con pressione finale).


Reti distributive gas metano


La prova di tenuta delle reti di distribuzione del gas metano va eseguita prima di procedere alla chiusura di tracce e trincee esterne.

La prova, per impianti aventi potenzialità al focolare inferiore a 35 kW, viene eseguita seguendo questa procedura:
  • La linea da collaudare viene tappata provvisoriamente a valle del contatore provvedendo a chiudere tutti i rubinetti;
  • All’interno della dorsale viene immessa aria o altro gas inerte fino al raggiungimento di una pressione di 100 mbar (equivalente a 1.000 mm di colonna d’acqua);
  • La dorsale da verificare deve essere lasciata in pressione per un tempo non inferiore ai 15 minuti per permettere di stabilizzare la pressione. Trascorso tale periodo si procede a una prima lettura della pressione mediante un manometro ad acqua o apparecchio equivalente, di sensibilità minima di 0,1 mbar (equivalente a 1 mm di colonna d’acqua). Le letture successive vanno effettuate a intervalli di 15 minuti l’una dall’altra.
Durante tale verifica il manometro non deve registrare nessuna caduta di pressione visibile fra le due letture.
Nel caso si verificassero delle cadute di pressione, è necessario procedere alla ricerca della perdita attraverso l’uso di soluzione saponosa o prodotto equivalente ed eliminarle.

Per quanto riguarda gli impianti superiori ai 35 kW è necessario seguire quanto prescritto dal DM 12/04/96. Il Decreto prevede la stessa procedura sopra descritta, variando solamente le pressioni e i tempi:

Pressioni:
- Impianti di 6a specie: 1 bar;
- Impianti di 7a specie: 0.1 bar (tubazioni non interrate), 1 bar (tubazioni interrate).

Tempi:
- 24 ore per tubazioni interrate di 6a specie;
- 4 ore per tubazioni interrate di 6a specie;
- 30 min per tubazioni di 7a specie.

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