Speciale 115
I sistemi di accumulo elettrico per impianti fotovoltaici
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di Marco Carper, Gianpaolo Forese
I sistemi di accumulo fotovoltaico domestici. Come dovrebbe funzionare un buon sistema “home storage” efficiente ed efficace?
Il potenziale maggiore che ha l’impianto fotovoltaico sembra quello relativo all’autoconsumo per gli usi domestici. L’efficacia di un sistema di accumulo domestico consiste nel garantire un autoconsumo differito, dunque un utilizzo dell’energia prodotta nei momenti in cui l’impianto non produce elettricità (ad esempio di notte).
Quando l’impianto fotovoltaico produce più energia di quanta richiesta sul momento dall’utenza, tutta l’energia non immediatamente utilizzata viene portata al sistema di accumulo domestico che la raccoglie e la immagazzina per renderla disponibile al bisogno.
I sistemi di accumulo fotovoltaico domestici possono differenziarsi in:
Come condizione di partenza, possiamo affermare che l’energia prodotta dal fotovoltaico deve essere utilizzata per alimentare i carichi di casa. Nel caso di surplus di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, non consumata dalle utenze domestiche, tale surplus deve essere immagazzinato in batterie, fino a necessità. Successivamente, nel momento in cui le batterie risultano cariche, l’eccesso di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e non consumata dai carichi di casa viene immessa in rete e remunerata (almeno in Italia) tramite lo scambio sul posto (GSE).
L’energia accumulata in batterie può essere utilizzata per sopperire all’energia assorbita dai carichi nel caso non ci sia sufficiente energia dal fotovoltaico (picchi di assorbimento, oppure di notte).
Sottolineiamo, comunque, che non tutti i sistemi di storage domestico permettono la funzione cosiddetta di back-up ovvero, in caso di guasto della rete elettrica, non riescono a garantire l’alimentazione di alcuni carichi “privilegiati” in isola.
Una nota interessante (utile per poter scegliere il sistema di storage più adatto alle proprie esigenze) riguarda il retrofit, ovvero l’installazione di un sistema di storage su un impianto fotovoltaico esistente.
Per la CEI 0-21 i sistemi di storage (come anche gli impianti fotovoltaici) sono considerati dei generatori. Salvo alcune deroghe speciali, la massima potenza dei generatori ammessi a lavorare in parallelo alla rete di distribuzione in un sistema BT monofase è di 6Kw. Ciò significa che se si associa un impianto di storage lato AC su un impianto fotovoltaico esistente, collegato a un impianto domestico monofase, la massima potenza che deve soddisfare la somma dei due generatori (potenza impianto fotovoltaico esistente + potenza sistema di storage) deve essere minore od uguale a 6Kw. Se si supera tale limitazione il contratto di fornitura diventa trifase, con notevoli costi di adeguamento e gestione dell’impianto domestico.
Riassumendo, indichiamo un breve elenco di caratteristiche a cui prestare attenzione nella scelta di uno storage “domestico”:
Quando l’impianto fotovoltaico produce più energia di quanta richiesta sul momento dall’utenza, tutta l’energia non immediatamente utilizzata viene portata al sistema di accumulo domestico che la raccoglie e la immagazzina per renderla disponibile al bisogno.
I sistemi di accumulo fotovoltaico domestici possono differenziarsi in:
- Lato DC, integrati in un inverter fotovoltaico o a monte (lato pannelli) di un inverter fotovoltaico esistente;
- Lato AC, connessi a valle di un impianto fotovoltaico esistente.
Come condizione di partenza, possiamo affermare che l’energia prodotta dal fotovoltaico deve essere utilizzata per alimentare i carichi di casa. Nel caso di surplus di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico, non consumata dalle utenze domestiche, tale surplus deve essere immagazzinato in batterie, fino a necessità. Successivamente, nel momento in cui le batterie risultano cariche, l’eccesso di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e non consumata dai carichi di casa viene immessa in rete e remunerata (almeno in Italia) tramite lo scambio sul posto (GSE).
L’energia accumulata in batterie può essere utilizzata per sopperire all’energia assorbita dai carichi nel caso non ci sia sufficiente energia dal fotovoltaico (picchi di assorbimento, oppure di notte).
Sottolineiamo, comunque, che non tutti i sistemi di storage domestico permettono la funzione cosiddetta di back-up ovvero, in caso di guasto della rete elettrica, non riescono a garantire l’alimentazione di alcuni carichi “privilegiati” in isola.
Una nota interessante (utile per poter scegliere il sistema di storage più adatto alle proprie esigenze) riguarda il retrofit, ovvero l’installazione di un sistema di storage su un impianto fotovoltaico esistente.
Per la CEI 0-21 i sistemi di storage (come anche gli impianti fotovoltaici) sono considerati dei generatori. Salvo alcune deroghe speciali, la massima potenza dei generatori ammessi a lavorare in parallelo alla rete di distribuzione in un sistema BT monofase è di 6Kw. Ciò significa che se si associa un impianto di storage lato AC su un impianto fotovoltaico esistente, collegato a un impianto domestico monofase, la massima potenza che deve soddisfare la somma dei due generatori (potenza impianto fotovoltaico esistente + potenza sistema di storage) deve essere minore od uguale a 6Kw. Se si supera tale limitazione il contratto di fornitura diventa trifase, con notevoli costi di adeguamento e gestione dell’impianto domestico.
Riassumendo, indichiamo un breve elenco di caratteristiche a cui prestare attenzione nella scelta di uno storage “domestico”:
- L’inverter utilizzato deve essere conforme alle normative in vigore (per l’Italia sono la CEI 0-21 per la BT);
- Verificare che gli inverter prevedano il funzionamento in back-up;
- Verificare la compatibilità dell’inverter con le batterie in commercio;
- Verificare la facilità di installazione e configurazione dell’inverter;
- Per gli impianti in retrofit: verificare il Paese di fabbricazione dei componenti (alcuni Conti Energia prevedono che inverter e moduli siano made in EU);
- Prestare attenzione alla garanzia delle batterie, che devono necessariamente essere marchiate CE;
- Assicurarsi delle condizioni di assistenza post vendita e dei componenti e dell’impianto fornito.
In questo Speciale
Sistemi di accumulo fotovoltaico: la storia recente e la normativa
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