Il 2023 segna un passo avanti nella decarbonizzazione: l’Italia riduce le emissioni e punta sulle rinnovabili
Eolico e fotovoltaico hanno soddisfatto il 17,5% della domanda annua di energia
L’ultima analisi ENEA evidenzia che nel corso del 2023, il panorama energetico italiano ha registrato mutamenti significativi, segnati da un apprezzabile decremento delle emissioni di anidride carbonica, che si è attestato all’8%.
Parallelamente, si è verificata una riduzione, sebbene in misura lievemente inferiore rispetto all’Eurozona, dei consumi di energia primaria, calati del 2,5% rispetto alla media UE del 3%.
Decarbonizzazione: carbone -30%, petrolio -2%
Secondo l’analisi condotta da ENEA sull’andamento del sistema energetico nazionale nel 2023 emerge una tendenza all’incremento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, in particolare dall’eolico e dal fotovoltaico, che insieme hanno soddisfatto il 17,5% della domanda annua, segnando un record storico. Tale aumento è frutto della crescente capacità installata, che si profila come elemento chiave nella transizione verso una maggiore sostenibilità energetica.
Francesco Gracceva, ricercatore di ENEA e coordinatore dello studio, ha sottolineato l’importanza di questa tendenza, riconoscendola come motore fondamentale, se non unico, del processo di decarbonizzazione in corso.
La contrazione dei consumi energetici riflette una ridotta dipendenza dalle fonti fossili, con una diminuzione significativa dell’uso di gas (-10%), carbone (-30%) e petrolio (-2%). Questo calo è stato solo parzialmente bilanciato da un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili (+13%) e da un incremento delle importazioni di elettricità, che hanno raggiunto un picco storico (+19%).
Decarbonizzazione: resta difficile mantenere la riduzione delle emissioni al 5% annuo
Nonostante le positive tendenze di decarbonizzazione, Gracceva avverte che rimane complesso mantenere il necessario tasso di riduzione delle emissioni – circa il 5% annuo – per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti per il 2030.
L’analisi evidenzia un incremento globale del 25% della spesa pubblica in ricerca energetica nel periodo 2019-2022, focalizzata soprattutto sulle tecnologie abilitanti, con un significativo aumento degli investimenti in efficienza energetica, che rappresentano quasi ¼ della spesa pubblica totale in ricerca energetica.
Tuttavia, un tale incremento non si è verificato in Italia, dove la crescita della spesa pubblica in ricerca energetica è stata più contenuta (+0,6%), con aumenti limitati ai settori dell’idrogeno (+160%) e del nucleare (+40% circa). Si segnala un particolare rallentamento negli investimenti nel settore dell’efficienza energetica, che hanno registrato un calo del 12%.