Speciale 182
Efficienza energetica nell'industria: verso un futuro sostenibile. Gli aggiornamenti normativi e le ultime tecnologie
Articolo di Ing. PhD. Stefano Pili

Il ruolo della diagnosi energetica per l’efficienza del settore industriale

La Diagnosi Energetica è il passo iniziale per l’impostazione di un SGE, essa ha come obiettivo quello di fornire una panoramica dei consumi energetici della struttura oggetto di indagine, valutando contestualmente la fattibilità tecnico-economica di interventi efficientamento.

L’iter procedurale ed i contenuti sono definiti nella CEI UNI TR 11428:2011 sulla gestione e diagnosi energetica e dalla CEI UNI EN 16247 – 2:2015 per la gestione energetica degli edifici, dove è descritta come una procedura sistematica volta a fornire un'adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un complesso e ad individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico a seconda dei relativi costi-benefici. Lo studio deve essere eseguito tramite sopralluoghi in loco ed attività di analisi documentale, facendo uso dei dati e degli elaborati tecnici forniti dalla Committenza. La finalità concreta sono quindi le raccomandazioni per la riduzione dei consumi energetici. Per far questo occorre che, sulla base dell’analisi dei dati raccolti, siano individuati opportuni indicatori energetici dell’azienda e confrontati rispetto agli indicatori di benchmark rappresentativi del settore, in modo da poter definire se sia necessario proseguire con l’individuazione di potenziali interventi di miglioramento.

La procedura di sviluppo dell’audit energetico può pertanto essere sintetizzata per punti come segue:

  1. Raccolta dei dati relativi alle bollette di fornitura energetica e ricostruzione dei consumi effettivi di elettricità e combustibili;
  2. Identificazione e raccolta dei fattori di aggiustamento cui riferire i consumi energetici;
  3. Calcolo di un indice di prestazione energetica effettivo (IPE);
  4. Analisi processo, ossia raccolta delle informazioni necessarie allo svolgimento della diagnosi;
  5. Costruzione degli inventari energetici relativi all’oggetto della diagnosi;
  6. Calcolo dell’indice di prestazione energetica operativo (IPO);
  7. Confronto tra l’indice di prestazione energetica operativo e quello effettivo;
  8. Individuazione dell’indice di prestazione energetica obiettivo (Indicatori energetici, KPI);
  9. Confronto tra l’indice di prestazione energetica obiettivo e IPE/IPO;
  10. Individuazione delle azioni di miglioramento;
  11. Analisi costi-benefici, ossia di fattibilità tecnico-economica;
  12. Individuazione degli interventi prioritari e piano di attuazione.

Una buona Diagnosi Energetica deve prendere in considerazione la globalità dei flussi energetici, a partire dai dati globali ricavati dalle bollette dei vari vettori energetici, fino alla suddivisione dei consumi delle varie utenze, secondo questi livelli di approfondimento:

  • Livello A: consumo globale per ogni vettore energetico considerato;
  • Livello B: consumi energetici suddivisi per servizio;
  • Livello C: consumi energetici suddivisi per aree funzionali (es. produzione aria compressa, impianto di refrigerazione, apparecchiature a servizio di determinate aree funzionali, etc.);
  • Livello D: consumi energetici suddivisi per utenze, secondo le rilevazioni dagli schemi dei quadri elettrici.

È evidente che per ottenere questo grado di conoscenza, siano cruciali i sistemi digitali per il monitoraggio dei parametri rilevanti del sistema non solo quelli di consumo ma anche quelli relativi al funzionamento dei sistemi (temperature, pressioni, manutenzione predittiva,..).

Non solo: ci sono altri aspetti da tenere in considerazione quando si effettua la Diagnosi Energetica. Scarica lo Speciale e leggi l'articolo completo!

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