Focus Leggi/Normative
Questo articolo ha più di 3 anni
Impianti fotovoltaici su tetto: obbligo di iscrizione al Catasto se superano i 3 kW
Gli mpianti fotovoltaici sopra i 3kW saranno intesi come appendice dell’abitazione e dovranno essere denunciati al Catasto, con conseguente aumento di Tasi e Imu.

Gli impianti a pannelli fotovoltaici installati su tetti di abitazioni andranno registrati al Catasto se superano i 3 kW di potenza. E’ quanto dispone la circolare dell’Agenzia delle Entrate 36/E del 19 dicembre scorso, secondo cui queste tipologie di impianti andrebbero ad aumentare la rendita catastale dell’immobile e pertanto porterebbero ad un aumento di Imu e Tasi.
Nessun obbligo di denuncia al Catasto invece per gli impianti inferiori a 3 kW: la distinzione di potenza non è un dettaglio di poco conto se si considera che un impianto fotovoltaico da 3 kW è lo standard più comune per soddisfare il fabbisogno energetico di nuclei familiari medi. Addirittura negli ultimi anni molti sono stati i casi in cui si è installato un impianto più potente (anche fino a 20 kW) grazie alla disponibilità di tetto presente sull’abitazione e grazie anche alle tariffe incentivanti molto ricche: gli ultimi dati diffusi a gennaio dal Gse confermano questa linea di pensiero, visto che gli impianti inferiori a 3 kW sono 176mila mentre ben 312mila sono quelli considerati a rischio (tra 3 e 20 kW). Di questi ultimi ben 46 mila si trovano in Veneto, 39mila in Lombardia e 26mila in Emilia Romagna: l’area Padana è quella dove gli impianti fotovoltaici a tetto si sono diffusi di più.
Se l’impianto fotovoltaico è installato e serve abitazioni già accatastate, la variazione catastale è obbligatoria solamente quando il valore dell'impianto supera il 15% della rendita catastale. Il consiglio è dunque quello di affidarsi ad un geometra o altro tecnico specializzato che sarà responsabile della valutazione della rendita catastale della casa. Se per esempio si deve valutare la rendita di un immobile, andrà considerata la rendita di partenza, la quale potrà differire (e di molto) in base alla categoria catastale: una villetta potrà perciò essee classificata villino oppure abitazione civile (classificazione che “vale meno” agli occhi del Fisco). Questo caso farà sì che sia più facile per l’impianto superare la percentuale definita precedentemente, pertanto sarà più facile che risulti un impianto da iscrivere al Catasto. Se l’abitazione fosse di nuova costruzione la probabilità di superare il 15% della rendita catastale cala vistosamente.
Il geometra è la figura più idonea e competente per fare questo tipo di valutazioni: si consideri comunque che una villetta con una rendita di 1.200 euro l'incremento sarà almeno di 250 euro.
Nessun obbligo di denuncia al Catasto invece per gli impianti inferiori a 3 kW: la distinzione di potenza non è un dettaglio di poco conto se si considera che un impianto fotovoltaico da 3 kW è lo standard più comune per soddisfare il fabbisogno energetico di nuclei familiari medi. Addirittura negli ultimi anni molti sono stati i casi in cui si è installato un impianto più potente (anche fino a 20 kW) grazie alla disponibilità di tetto presente sull’abitazione e grazie anche alle tariffe incentivanti molto ricche: gli ultimi dati diffusi a gennaio dal Gse confermano questa linea di pensiero, visto che gli impianti inferiori a 3 kW sono 176mila mentre ben 312mila sono quelli considerati a rischio (tra 3 e 20 kW). Di questi ultimi ben 46 mila si trovano in Veneto, 39mila in Lombardia e 26mila in Emilia Romagna: l’area Padana è quella dove gli impianti fotovoltaici a tetto si sono diffusi di più.
Se l’impianto fotovoltaico è installato e serve abitazioni già accatastate, la variazione catastale è obbligatoria solamente quando il valore dell'impianto supera il 15% della rendita catastale. Il consiglio è dunque quello di affidarsi ad un geometra o altro tecnico specializzato che sarà responsabile della valutazione della rendita catastale della casa. Se per esempio si deve valutare la rendita di un immobile, andrà considerata la rendita di partenza, la quale potrà differire (e di molto) in base alla categoria catastale: una villetta potrà perciò essee classificata villino oppure abitazione civile (classificazione che “vale meno” agli occhi del Fisco). Questo caso farà sì che sia più facile per l’impianto superare la percentuale definita precedentemente, pertanto sarà più facile che risulti un impianto da iscrivere al Catasto. Se l’abitazione fosse di nuova costruzione la probabilità di superare il 15% della rendita catastale cala vistosamente.
Il geometra è la figura più idonea e competente per fare questo tipo di valutazioni: si consideri comunque che una villetta con una rendita di 1.200 euro l'incremento sarà almeno di 250 euro.