Speciale 141
Le case in legno: convenienza, accorgimenti costruttivi e impiantistica ideale
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di Simone Michelotto
Impianti nelle case in legno: valutazioni e scelte per la realizzazione di un edificio ad elevate prestazioni energetiche
Abbiamo visto come gli edifici in legno costruiti oggi possano facilmente raggiungere alti livelli di efficienza energetica grazie ad involucri edilizi di qualità, raggiungendo una classificazione energetica superiore alla classe A4, ossia NZEB (Nearly Zero Energy Building). Il termine NZEB deriva dalla Direttiva europea 2010/31/UE EPBD recast (Energy Performance Building Directions) la quale prescrive i requisiti di prestazione energetica degli edifici, proseguendo ed integrando quanto iniziato con le Direttive 2002/91/CE (sostituita da quella succitata), 2009/125/CE ERP (relativa ai requisiti di prestazione energetica dei prodotti connessi all’uso di energia e all’obbligo di marcatura CE degli stessi), 2009/28/CE (prescrizioni di utilizzo di energia da fonti rinnovabili); in particolare, la Direttiva chiarisce che un NZEB è “un edificio ad altissima prestazione energetica. Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”, inoltre essa stabilisce che tutti gli edifici di nuova costruzione indistintamente dalle dimensioni e dalle destinazioni d’uso dal 31 Dicembre 2020 siano ad energia quasi zero (termine anticipato al 31 Dicembre 2018 per edifici occupati da enti pubblici o di loro proprietà), demandando agli Stati membri la definizione, la modalità di promozione e attuazione della Direttiva stessa. Riteniamo doverosa questa breve digressione normativa in quanto definisce alcune importanti caratteristiche degli odierni edifici in legno:
Quanto detto è più che sufficiente per poter affermare, senza troppo indugio, che questa tipologia di edifici rappresentano già oggi ciò che sarà la casa del futuro.
In un ambito più tecnico è, a nostro avviso, necessario chiarire che l’alto livello di prefabbricazione tipico del costruire in legno non concerne affatto la standardizzazione di tali edifici. Gran parte dell’offerta propone soluzioni “chiavi in mano” senz’altro vantaggiose dal punto di vista economico ma spesso scadenti dal punto di vista della personalizzazione; ciò non riguarda la forma architettonica, più che altro quanto l’edificio sia in grado di rispondere alle specifiche esigenze del cliente, più che mai soggettive, unitamente alla dovuta considerazione del sito nel quale esso verrà costruito. Non di rado vediamo che in questi “pacchetti” vengono proposti impianti di riscaldamento alimentati da caldaie a condensazione a gas abbinati ad un sistema radiante a pavimento il quale funge anche da diffusore del raffrescamento generato da un impianto di condizionamento; non mancano nell’offerta collettori solari passivi per il riscaldamento dell’acqua calda sanitaria né la dotazione di un impianto fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica; sebbene non ci sia nulla di “sbagliato” in una proposta impiantistica di questo tipo, viene tuttavia piuttosto naturale porsi qualche dubbio su quanto questa possa essere coerente con un edificio basato sulla sostenibilità e su principi di bioedilizia.
Un presupposto fondamentale è che non esiste una soluzione impiantistica standard, essa va progettata e dimensionata ad hoc considerando: la zona climatica nella quale si sta costruendo, l’effettivo fabbisogno dell’edificio, il corretto bilancio costi/benefici della clientela in rapporto alla soggettiva esigenza e alla propensione mentale rispetto a tecnologie innovative, alternative e all’incidenza ambientale.
Lo studio del contesto ambientale fornisce senza dubbio informazioni fondamentali per la scelta e il dimensionamento impiantistico. Di seguito si propongono, a fine esemplificativo, alcune riflessioni legate a tale aspetto:
Luoghi dal clima rigido richiederanno un sistema di climatizzazione...

- Se ben progettato e costruito, un edificio in legno è un edificio dal fabbisogno energetico minimo: la progettazione attenta allo sfruttamento di tutti gli apporti energetici gratuiti, lo studio preventivo del sito, la scelta dei materiali e del metodo costruttivo dell’involucro edilizio e la corretta costruzione dello stesso possono arrivare ad abbattere notevolmente i costi relativi alla climatizzazione degli ambienti; l’edificio, pertanto, non abbisognerà di impianti di grandi dimensioni, di conseguenza la quantità di energia per il loro funzionamento (che si tratti di combustibile o di energia elettrica) sarà esigua. Certamente l’energia necessaria ad un’abitazione non riguarda soltanto la climatizzazione, tuttavia le possibilità impiantistiche di produzione di energia da fonti rinnovabili unitamente alla filosofia del vivere consapevole, caratteristica presumibile di coloro che scelgono di costruire la propria casa passiva in legno in questo specifico modo, andranno a completare la possibilità di realizzare costruzioni ecologiche dal bassissimo impatto ambientale, dall’elevatissimo comfort abitativo a fronte di un consumo energetico volto all’autosufficienza;
- La casa a basso consumo energetico così concepita è già rispondente ai succitati requisiti richiesti per le nuove costruzioni del prossimo futuro: un edificio siffatto non sarà soggetto a svalutazione bensì, al contrario, il suo valore di mercato è destinato a crescere; si tratta, quindi, di un investimento lungimirante che non bada alla convenienza della minima spesa economica immediata, ma al risparmio che sin da subito sarà di ammortamento dei costi iniziali e che in seguito, in tempi ragionevolmente brevi, rappresenterà un vero e proprio guadagno.
Quanto detto è più che sufficiente per poter affermare, senza troppo indugio, che questa tipologia di edifici rappresentano già oggi ciò che sarà la casa del futuro.
In un ambito più tecnico è, a nostro avviso, necessario chiarire che l’alto livello di prefabbricazione tipico del costruire in legno non concerne affatto la standardizzazione di tali edifici. Gran parte dell’offerta propone soluzioni “chiavi in mano” senz’altro vantaggiose dal punto di vista economico ma spesso scadenti dal punto di vista della personalizzazione; ciò non riguarda la forma architettonica, più che altro quanto l’edificio sia in grado di rispondere alle specifiche esigenze del cliente, più che mai soggettive, unitamente alla dovuta considerazione del sito nel quale esso verrà costruito. Non di rado vediamo che in questi “pacchetti” vengono proposti impianti di riscaldamento alimentati da caldaie a condensazione a gas abbinati ad un sistema radiante a pavimento il quale funge anche da diffusore del raffrescamento generato da un impianto di condizionamento; non mancano nell’offerta collettori solari passivi per il riscaldamento dell’acqua calda sanitaria né la dotazione di un impianto fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica; sebbene non ci sia nulla di “sbagliato” in una proposta impiantistica di questo tipo, viene tuttavia piuttosto naturale porsi qualche dubbio su quanto questa possa essere coerente con un edificio basato sulla sostenibilità e su principi di bioedilizia.
Un presupposto fondamentale è che non esiste una soluzione impiantistica standard, essa va progettata e dimensionata ad hoc considerando: la zona climatica nella quale si sta costruendo, l’effettivo fabbisogno dell’edificio, il corretto bilancio costi/benefici della clientela in rapporto alla soggettiva esigenza e alla propensione mentale rispetto a tecnologie innovative, alternative e all’incidenza ambientale.
Lo studio del contesto ambientale fornisce senza dubbio informazioni fondamentali per la scelta e il dimensionamento impiantistico. Di seguito si propongono, a fine esemplificativo, alcune riflessioni legate a tale aspetto:
Luoghi dal clima rigido richiederanno un sistema di climatizzazione...

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