Industria Net-Zero, se non si investe in energie pulite rischio 7,6 miliardi di tonnellate di CO2. Il rapporto BNEF
Per lo sviluppo dell’industria Net-Zero sono necessari anche interventi politici che promuovano le fonti rinnovabili
BloombergNEF presenta il nuovo rapporto sull’industria Net-Zero, la quale richiede una crescita esponenziale e imminente delle energie pulite.
Di questo passo, se non si attuassero interventi di decarbonizzazione, le emissioni raggiungerebbero quota 7,6 miliardi di tonnellate all’anno entro il 2050.
Industria Net-Zero: il mix di tecnologie pulite che può concretizzare la decarbonizzazione
Per raggiungere le zero emissioni nette, entro il 2050 tutti i settori industriali dovranno abbattere più di 7 miliardi di tonnellate di CO2. Un impegno importante, che richiede che le energie pulite siano implementate da ora.
Secondo il rapporto, se non si attuassero interventi di decarbonizzazione, le emissioni industriali aumenteranno dagli attuali 6,7 miliardi di tonnellate, a 7,6 miliardi entro il 2050.
A questo proposito, per raggiungere lo zero netto entro il 2050 è fondamentale che tutta la capacità futura sia costruita con tecnologie pulite, una combinazione di esse, che consetirebbe di abbattere più di 7miliardi di tonnellate di anidride carbonica entro il 2050.
Le tempistiche della decarbonizzazione determineranno anche il mix tecnologico che avrà un ruolo chiave nel diminuire le emissioni. I percorsi di elettrificazione e idrogeno hanno le migliori possibilità di competere con i percorsi di produzione esistente, ma diventeranno ampiamente disponibili solo intorno al 2035.
Tuttavia, il rapporto evidenzia che non ci potrà essere alcuna riduzione delle emissioni se l’industria sarà basata esclusivamente sull’economia. Sono necessari interventi politici che possano ridimensionare e orientare l’economia verso le tecnologie pulite.
Claire Curry, Head of Technology & Industry di BNEF afferma:” I materiali a zero emissioni di carbonio non sono ancora economici, ma molte aziende si sono impegnate a ridurre le loro emissioni. Secondo la nostra ricerca, il 73% della capacità produttiva di alluminio, il 62% del petrolchimico, il 47% del cemento e il 38% dell’acciaio è coperto da un impegno zetto zero. Questi impegni guideranno gli investimenti e l’innovazione e, in ultima analisi, ridurranno i costi della decarbonizzazione”.
Gli Stati protagonisti del presente e del futuro per l’industria Net-Zero
Dal punto di vista dei Paesi che avranno un ruolo chiave, il rapporto ne individua 3: la Cina, gli Stati Uniti e l’India. La Cina produce la metà dell’acciaio, dell’alluminio e del cemento mondiali, ed è oggi l’attore più importante sulla scena mondiale.
Secondo BNEF dopo un periodo di crescita esponenziale della produzione di materiali, i tagli alla produzione e l’attenzione alla qualità piuttosto che alla quantità daranno al Paese un inizio nel suo percorso a zero emissioni, nonostante non abbia ancora pubblicato una roadmap a questo proposito.
Gli Stati Uniti sono ben posizionati per quanto riguarda la decarbonizzazione. Il settore siderurgico americano è per la maggior parte elettrificato e il settore petrolchimico sta acquisendo maggiore dimestichezza con l’idrogeno.
Infine, l’India sarà al centro dell’azzeramento netto poiché le sue emissioni industriali dovrebbero più che raddoppiare entro il 2050 per poi iniziare gradualmente a scendere. Fondamentale resta il ruolo degli Stati più sviluppati per mitigare gli effetti delle emissioni industriali dell’India.