Speciale 193
Sistemi di ventilazione meccanica controllata: la tecnologia chiave per gli edifici del futuro
Articolo di Arch. Simone Michelotto

Inquinamento indoor: la Ventilazione Meccanica Controllata come soluzione permanente

L’inquinamento degli ambienti indoor è un fenomeno di fondamentale importanza considerato che la maggior parte della popolazione trascorre circa il 90% del proprio tempo in spazi chiusi; come detto, che si tratti di abitazioni, uffici o ambienti produttivi, la qualità dell’aria al loro interno è influenzata da una molteplicità di fattori che spaziano dalle attività umane alle caratteristiche strutturali sino alla presenza di contaminanti biologici e chimici: la comprensione e valutazione di questi elementi sono essenziali per individuare strategie efficaci di mitigazione e prevenzione.

La prima fonte di inquinamento indoor è rappresentata dalla semplice presenza umana. Ogni individuo, attraverso il processo respiratorio, emette anidride carbonica, composti organici volatili (VOC) e particolato (PM), derivanti sia dalle normali funzioni metaboliche che dall’uso di prodotti cosmetici, detersivi o materiali tessili. Il movimento delle persone, inoltre, favorisce ed aumenta la concentrazione di particelle in sospensione nell’aria (ad esempio attraverso lo spostamento di polveri accumulate sulle superfici). Un contributo rilevante all’inquinamento indoor è legato alla cottura dei cibi. La combustione di gas per uso domestico o la semplice reazione chimica che avviene quando si scaldano oli e grassi generano una varietà di sostanze potenzialmente nocive, tra cui il particolato fine (PM2.5), il monossido di carbonio e composti organici semivolatili; particolarmente insidiosi sono gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA): laddove gli spazi non siano adeguatamente aerati, queste sostanze possono accumularsi nell’ambiente con effetti negativi sulla salute, in particolare per le vie respiratorie e il sistema cardiovascolare. 

Gli ambienti produttivi presentano una gamma ancora più ampia di inquinanti: l’uso di solventi, vernici, adesivi e sostanze chimiche volatili porta alla dispersione di composti organici potenzialmente tossici, mentre alcuni processi di combustione emettono ossidi di azoto, monossido di carbonio e particolato. A ciò si aggiungono le polveri sottili prodotte dalle lavorazioni meccaniche e dalla manipolazione di materiali, che possono essere inalate e depositarsi nei polmoni. Un altro aspetto critico riguarda la presenza di inquinanti biologici tra cui muffe, batteri e virus. Le muffe si sviluppano in ambienti umidi e scarsamente ventilati, rilasciando spore che, se inalate, possono scatenare reazioni allergiche o problemi respiratori cronici; l’accumulo di umidità, spesso legato a infiltrazioni d’acqua o a una scarsa ventilazione, rappresenta il principale fattore predisponente per la crescita di questi microorganismi. I batteri e i virus, invece, trovano condizioni ideali per la proliferazione in ambienti chiusi e/o ad alta densità di occupanti, ad esempio in uffici e spazi condivisi, nei quali cresce il rischio di trasmissione di agenti patogeni.

Con la sigla PM vengono individuati gli inquinanti in sospensione nell’aria che possono essere di natura solida, liquida, organica e inorganica. In funzione alla dimensione delle particelle che li compongono (espressa in micrometri μm) i PM si suddividono in:

  • PM10: particelle con diametro equivalente ≤ 10 μm
  • PM2,5: particelle con diametro equivalente ≤ 2,5 μm
  • PM1: particelle con diametro equivalente ≤ 1 μm

La combinazione di aria e particelle sospese è comunemente nota come aerosol, quando tali particelle includono agenti microbici si parla di bioaerosol; quest'ultimo si compone di due elementi principali: la componente solida, costituita da frammenti vegetali e cellulari, batteri, funghi, virus, parassiti e spore, e la componente aeriforme, rappresentata dai sottoprodotti del metabolismo microbico. La presenza di polveri sottili, aerosol e bioaerosol costituisce una minaccia per la salubrità degli ambienti indoor: le particelle in sospensione di PM10 e ancor più quelle PM2,5, sono in grado di penetrare in profondità nel sistema respiratorio, raggiungendo gli alveoli polmonari, mentre le PM1 (dette particelle ultrafini o nanoparticelle) possono raggiungere il circolo sanguigno. 

Il radon è un inquinante indoor di origine naturale, nella fattispecie si tratta di un gas nobile radioattivo incolore e inodore che si sprigiona dal decadimento dell'uranio presente nel suolo e nelle rocce. La concentrazione di radon all'interno di un ambiente chiuso dipende da diversi fattori, tra cui la geologia del sottosuolo, la ventilazione degli ambienti e le caratteristiche costruttive dell’edificio, e la sua capacità di infiltrarsi negli edifici attraverso le microfessure delle fondazioni, i giunti strutturali e gli impianti tecnologici lo rende un elemento insidioso. L’accumulo di questo gas negli spazi confinati, infatti, è particolarmente pericoloso per la salute umana, poiché il suo decadimento genera nuclei di elio (particelle alfa) che, se inalati, possono danneggiare il tessuto polmonare e aumentare il rischio di neoplasie.

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