Intervista a Gianni Santarossa di Palazzetti
I nostri prodotti possono essere considerati i perfetti sostituti delle caldaie a metano.
La Palazzetti Lelio S.p.a. è oggi una delle aziende leader a livello europeo nel settore del riscaldamento da biomasse legnose, con sede in provincia di Pordenone l'azienda progetta e produce dal 1954 prodotti di grande valore estetico e tecnologico, riconosciuto in tutta Europa e non solo.
La tecnologia della combustione del pellet si sta sempre più diffondendo anche in Italia.
Qual è la sua posizione riguardo allo sviluppo futuro di questa tecnologia?
"In realtà, l’Italia è il primo Paese europeo in cui si è diffuso il pellet! I maggiori produttori di stufe a pellet sono italiani e le vendite di questi apparecchi sono maggiori in italia rispetto a tutti gli altri Paesi europei messi assieme. Diciamo che ora, questa tecnologia, si sta sempre più diffondendo anche nel resto dell’Europa.
L’innovazione tecnologica degli apparecchi domestici per la combustione del pellet ha raggiunto livelli elevati, sia per quanto riguarda l’efficienza che per le emissioni. Lo sviluppo futuro, a mio avviso, si concentrerà su tre diversi obiettivi:
• Miglioramento dell’efficienza e dell’inserimento di prodotti idro all’interno delle abitazioni;
• Riduzione delle emissioni per i Paesi con problemi di qualità dell’aria;
• Adattamento della potenza resa in funzione della costruzione di abitazioni a basso consumo energetico."
A suo avviso quali possono essere gli ostacoli che frenano il consumatore finale verso la scelta di questa tecnologia? Ritiene che ci possano essere novità tali da permettere il superamento dei suddetti ostacoli?
"Confrontato con le altre fonti rinnovabili per il riscaldamento (geotermia, solare,…), l'utilizzo del pellet è il più semplice e automatizzato in assoluto: rappresenta, in sintesi, la scelta ideale. I più nuovi prodotti a pellet hanno raggiunto una praticità di utilizzo tale da poter essere considerati dei perfetti sostituti delle caldaie a metano, quindi non esistono più ostacoli che possano frenare il consumatore alla scelta di questa tecnologia. E questo vale ancor più se consideriamo la cosa da un punto di vista dei costi di gestione: l'utilizzo degli apparecchi a pellet è tanto più vantaggioso quanto maggiore è la differenza tra il costo del pellet e quello degli altri combustibili."
Sono diverse le aziende nel campo della produzione di generatori a biomassa e/o pellet, ma spesso i rendimenti non sono chiari o di facile lettura. Qual è la posizione della sua azienda riguardo alla possibilità di rendere obbligatorio esporre i valori del rendimento dei generatori calcolati secondo la norma EN 303-5?
"L'obbligatorietà di esposizione dei valori di rendimento è già in vigore: da settembre 2006, per le stufe a legna e i caminetti, e da settembre 2011 per le stufe a pellet. La nostra azienda ha recepito immediatamente la normativa e da sempre sostiene l'importanza di questo tipo di trasparenza, essenziale per il consumatore finale. Le normative che riguardano gli apparecchi per la combustione del pellet sono principalmente due: la UNI-EN 303/5 che si applica alle caldaie (apparecchi che vengono installati in centrale termica) e la UNI-EN 14785 che si applica alle stufe a pellet (apparecchi che si installano all'interno delle abitazioni). Le due norme sono diverse nell'etichettatura del prodotto: la UNI-EN 303/5 richiede che sia indicata la classe della caldaia. La norma UNI-EN 14785, invece, impone l'indicazione sia del valore di rendimento dell'apparecchio che di emissione di CO (parametro necessario per definire la bontà dell'apparecchio dal punto di vista delle emissioni)."
Considerato il ruolo sempre maggiore che l'elettronica gioca all'interno delle caldaie a metano nell'aumento dei rendimenti, ritiene possibile che un percorso simile si sviluppi anche nei generatori a legna?
"L'elettronica nelle stufe a pellet ha un'importanza fondamentale per il loro funzionamento, ma non basta. Deve essere sempre interconnessa ad altri aspetti che risultano essenziali per un ottimale funzionamento della stufa:
- La qualità del prodotto
- La qualità del combustibile
- La qualità dell'installazione e della manutenzione.
Tutti questi aspetti, insieme, permettono di raggiungere valori di efficienza molto elevati: i rendimenti delle stufe superano già il 90%, che sale al 93% per le caldaie."
Non ritiene che l'uso intensivo di questi generatori, pur riducendo sensibilmente l'uso di combustibili fossili, rischi di incrementare la quantità di polveri sottili?
"Partiamo con una premessa: nelle zone del Nord Italia in cui sono presenti i problemi di qualità dell'aria si stima che il contributo dato dalla combustione della biomassa incida per il 20-25% del totale. Oltre l'80% di questo contributo è dato da apparecchi vecchi ed obsoleti o da caminetti aperti.
I prodotti di nuova generazione hanno livelli emissivi decine di volte inferiori ai loro predecessori: una corretta politica di sviluppo dovrebbe ipotizzare un incentivo per sostituire i prodotti obsoleti con quelli di nuova generazione. Non stiamo inventando nulla di nuovo: è la medesima politica che è stata applicata alle automobili con l'introduzione dei vari EURO 1, EURO2, etc… e i relativi incentivi per la sostituzione.
Non solo! L'applicazione di sistemi di abbattimento delle polveri di tipo secondario (ad esempio, il nostro dispositivo O2Ring), in riferimento alla legna da ardere, gioca un ruolo fondamentale per poter rispettare limiti di emissione sempre più ridotti.
O2Ring, infatti, rappresenta una novità mondiale per superare definitivamente la preoccupazione delle polveri sottili: un sistema di purificazione dei fumi della combustione che permette l'abbattimento di oltre l'80% delle polveri sottili emesse dalla combustione del legno in stufe e caminetti, senza l'ausilio di corrente elettrica!
Con questi presupposti non si andrebbe ad incidere solo nella qualità dell'aria, ma si andrebbe a migliorare il "bilancio" globale, considerando che il contributo alla CO2 è praticamente nullo."