Speciale 1
Solarexpo e Greenbuilding: 4-6 Maggio 2011
Intervista

Intervista al Presidente ISES Italia

La firma del quarto conto energia è arrivata con notevole ritardo, dopo un periodo di incertezza che ha causato non poche polemiche. Ora che la firma è arrivata, vi ritenete soddisfatti?
Occorre distinguere fra il periodo transitorio (2011-2012) e il successivo. Il secondo è molto sfidante, visto i tagli alle incentivazioni, ma ha una sua logica e, se a nessuno verrà in mente di modificarlo, offre prospettive certe di medio periodo, necessarie per lo sviluppo anche industriale del settore. Il primo rischia viceversa di intralciare l'evoluzione del settore, soprattutto per gli ostacoli burocratici frapposti, di cui le procedure previste per il registro sono le più evidenti.

Tremonti ha detto che l'Italia è come un affamato che si nutre di caviale. Non crede che negli ultimi anni il mercato delle rinnovabili sia stato effettivamente drogato da incentivi troppo alti?
Convengo che il cavallo andasse frustato per farlo correre di più, ma se si esagera rischiamo di bloccarlo a causa di una grave emorragia.

Quali sono secondo voi le critiche che si possono avanzare nei confronti di questo decreto? (se ci sono)
A parte i contenuti, va criticato il metodo. A sei mesi dall'emanazione del terzo conto energia non si può decretarne il decesso anticipato senza passare prima attraverso una consultazione con tutti gli stakeholder.

Proviamo a vedere la questione dal punto di vista di un imprenditore. Che cosa cambierà nella sostanza con il quarto conto energia?
I maggiori oneri burocratici nel 2011-2012 e le riduzioni tariffarie previste possono essere sopportati meglio da aziende di grandi dimensioni o che operano in particolari nicchie di mercato. Accanto alla probabile eliminazione di una parte almeno degli imprenditori improvvisati e degli speculatori, esiste quindi il rischio di mettere fuori gioco aziende che hanno il solo torto di non essere abbastanza grandi.

In molti hanno accusato le associazioni delle energie rinnovabili di non essere state in grado di farsi portatrici di interessi in modo univoco e coerente con le istituzioni. Cosa rispondete?
Purtroppo l'esistenza di troppe associazioni, talvolta l'una contro le altre armata, ha tolto forza e credibilità alle associazioni di categoria.

Sempre Tremonti, prima del disastro di Fukushima ha detto: "C'è il debito pubblico, c'è il debito privato, ma c'è anche il debito atomico". Secondo voi, quanto sono intrecciate le vicende del nucleare con quelle delle rinnovabili?
La risposta l'ha appena data il premier giapponese Naonto Kan, che ha annunciato la cancellazione del piano per la costruzione di altri 14 reattori e il soddisfacimento del fabbisogno di energia mediante un forte incremento dell'efficienza energetica e dell'apporto delle rinnovabili.

Come dovrà essere, l'energy mix italiano nel 2020?
Ritengo possibile passare dall'obiettivo del 17% di contributo delle rinnovabili alla domanda finale di energia, previsto dal piano governativo, a un valore collocato fra il 20 e il 25%, purchè naturalmente si persegua una convinta e aggressiva politica in tal senso. Penso in particolare all'apporto che può venire dalla penetrazione, stimolata da apposite misure, di veicoli ibridi, ibridi plug-in, elettrici, oltre che dal potenziamento delle realtà già in essere per quanto concerne le bioraffinerie di seconda generazione.

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