Focus Dal mondo

13.09.2024

La domanda globale di petrolio rallenta: 800.000 barili al giorno nel 2024

La domanda globale di petrolio sta rallentando in modo significativo, segnando un cambiamento rispetto agli anni precedenti

La domanda globale di petrolio sta rallentando in modo significativo, segnando un cambiamento rispetto agli anni precedenti. Nel primo semestre del 2024, si sono registrati incrementi di appena 800.000 barili al giorno rispetto all’anno precedente, il valore più basso dal 2020.

Questo rallentamento è in gran parte dovuto dalla Cina, dove il consumo di petrolio ha subito una contrazione per il quarto mese consecutivo a luglio, con una riduzione di 280mila barili al giorno.


Domanda globale di petrolio: la produzione registra un leggero aumento nel mese di agosto

Complessivamente, la domanda di petrolio nel 2024 dovrebbe raggiungere circa 103 milioni di barili al giorno, con un incremento medio annuo di 900.000 barili al giorno, molto inferiore ai 2,1 milioni del 2023.

Sul fronte dell’offerta, la produzione globale di petrolio ha registrato un leggero aumento nel mese di agosto, nonostante le interruzioni dovute a una disputa politica in Libia e alle attività di manutenzione in Norvegia e Kazakistan. Questo incremento è stato compensato da una maggiore produzione proveniente da Guyana, Brasile e altri Paesi.
Si prevede che i guadagni annui dell’offerta, attualmente di 660mila b/d, raggiungeranno i 2,1 milioni b/d nel 2025.

Sul versante delle scorte, a livello globale, si è registrata una diminuzione di 47,1 milioni di barili a luglio, concentrata soprattutto su petrolio greggio e NGL, che hanno perso 75,5 milioni di barili. Tuttavia, le scorte di prodotti petroliferi hanno raggiunto i livelli più alti dal gennaio 2021. Nello specifico, le scorte dei Paesi OCSE sono scese di 12,3 milioni di barili, rimanendo 78,5 milioni di barili sotto la media quinquennale. I dati preliminari indicano un calo continuo anche ad agosto.

Infine, i prezzi del petrolio hanno subito una forte flessione ad agosto e all’inizio di settembre, con i future del Brent scesi di circa 10 dollari al barile, spinti dalle preoccupazioni legate alla debolezza della domanda cinese e ai timori di un eccesso di offerta a livello globale. L’ondata di vendite speculative ha contribuito a un sentimento ribassista, portando le partecipazioni nette sul mercato ai minimi degli ultimi anni. Attualmente, il Brent viene scambiato intorno ai 70 dollari al barile, il livello più basso dalla fine del 2021, in calo di 20 dollari rispetto al picco di aprile 2024.

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