La pulizia degli impianti è fondamentale per evitare perdite di rendimento e guasti
Dott. Mauri, ci spiega perché la depurazione dell'acqua negli impianti di riscaldamento è importante?
«La pulizia dell'impianto è di fondamentale importanza negli impianti di riscaldamento per tutta una serie di motivi. Innanzitutto la presenza di particolato in sospensione e di residui di corrosione elettrolitica, causati dalla presenza nel circuito di metalli con potenziale elettrochimico differente, possono provocare intasamenti negli scambiatori, soprattutto nelle caldaie a condensazione dove, per raggiungere elevate prestazioni, si sono ridotti notevolmente i passaggi dell'acqua. In casi limite l'intasamento può avvenire anche lungo le tubazioni, per esempio in concomitanza di gomiti o in punti in cui l'impianto si riduce di diametro. Un altro problema è legato senza dubbio alla presenza di calcare che, alle normali temperature
di esercizio degli impianti di riscaldamento, precipita sulle tubazioni incrostandole, ostruendo i passaggi e soprattutto isolando termicamente il sistema. Si immagini un sistema progettato per scambiare calore con l'esterno che si trova ad avere una pellicola di isolante calcareo ad impedire il flusso di calore! Un ulteriore problema che si è affacciato solo ultimamente è la presenza di alghe e flora batterica negli impianti che lavorano a basse temperature, per esempio gli impianti a pavimento, dove le temperature in gioco si trovano nell'intervallo tra 35-45°C. La presenza di questi contaminanti può provocare la riduzione del flusso o addirittura l'ostruzione di parte delle tubazioni, causando zone “fredde”. Queste sono le motivazioni principali per cui un'acqua trattata è di fondamentale importanza in un impianto di riscaldamento».
Con quale frequenza andrebbe effettuata la pulizia dell'impianto?
«Ovviamente questo dipende sia dal tipo di trattamento eseguito che dal tipo di prodotti utilizzati. Un impianto deve essere pulito correttamente, rispettando le concentrazioni dei prodotti da usare, i tempi di esecuzione e le temperature. Inoltre, dopo un adeguato risciacquo deve essere protetto con prodotti specifici che potranno impedire in futuro fenomeni quali per esempio la corrosione elettrolitica, l'infiorescenza di alghe o una precipitazione di calcare. Un impianto trattato in questo modo può funzionare tranquillamente anche fino a 10 anni, con un controllo minimo delle condizioni di esercizio e della concentrazione del protettivo inserito».
Quali sono, in particolare le sostanze che non dovrebbero essere presenti nel circuito dell'impianto e in che modo possono essere dannose?
«Come anticipato in precedenza, il particolato solido, il calcare, i residui di corrosione elettrolitica, solitamente ossidi di ferro e di alluminio, le alghe e la flora batterica, limitatamente ai circuiti che lavorano alle basse temperature, sono tutte reali fonti di problemi di una certa gravità. Tutte queste sostanze possono limitare i passaggi o addirittura ostruire le condutture. Il calcare in particolare è anche un isolante termico per cui riduce il rendimento della caldaia. La corrosione elettrolitica, che lascia dietro di se i residui dei quali abbiamo appena accennato, può provocare la completa foratura di una conduttura o di uno scambiatore di calore».
Quali sono le tecnologie che utilizzate per l'eliminazione di queste sostanze?
«La FERNOX ha sviluppato prodotti appositi sia per la pulizia che per la protezione dell'impianto. In particolare per quanto concerne la pulizia, il Cleaner F3 e il Cleaner F5 sono prodotti estremamente efficaci per riportare in sospensione tutte le morchie che sono presenti nelle tubature, nelle caldaie e nelle pompe. Questi prodotti sono totalmente neutri, il pH è compreso tra 7,5 e 7,8, non hanno alcuna interazione con i materiali che costituiscono l'impianto e non danno problemi di sovradosaggio.
Per la protezione, il protettivo F1 e' un prodotto di altissima tecnologia la cui funzione e' quella di prevenire in futuro ulteriori corrosioni elettrolitiche e incrostazioni da calcare. Questo eviterà la rottura di pompe e scambiatori e la formazione di idrogeno, che si forma come sottoprodotto della corrosione. Anche il protettivo è neutro, pH compreso tra 7,2 e 7,6, è totalmente compatibile con tutti i materiali e come per i cleaners non ha problemi di sovradosaggio. Per la protezione dalle alghe e dalla flora batterica la FERNOX ha formulato un eccellente biocida, l'AF-10 (che può essere tranquillamente utilizzato in abbinamento con il protettivo F1 in quanto totalmente compatibile).
Se l'impianto dovesse lavorare anche a basse temperature c'è la possibilità di utilizzare l'ALPHI-11, in sostituzione dell'F1. E' un protettivo che contiene la corretta concentrazione di MPG (mono propilene glicol), un glicol atossico approvato dalla KIWA-ATA. E' totalmente compatibile con tutti i materiali dell'impianto e può essere tranquillamente utilizzato in abbinamento con l'AF-10.
FERNOX inoltre ha realizzato molti altri prodotti da utilizzare per problemi specifici come il sigilla-perdite F4 o il riduttore di rumore F2.
Quello che è di capitale importanza aggiungere è che la FERNOX ha progettato e realizzato il vero filtro totale TF-1. Un filtro idrociclonico-magnetico, unico nel suo genere e brevettato in Gran Bretagna. Questo filtro assolutamente inimitabile ha il compito di far si che la protezione dell'impianto diventi una protezione TOTALE dell'impianto. Il flusso idrociclonico per la separazione dei fanghi unito ad un potente magnete di Neodimio garantisce la filtrazione di tutti i materiali in sospensione, siano essi magnetici e non, fino ad una dimensione di 1 micron. Il TF-1 TOTAL FILTER esiste anche in una versione compatta, che sarà disponibile entro dicembre 2012, che adattabile a quegli impianti nei quali lo spazio è estremamente ridotto».
Quali possono essere le conseguenze se non si utilizzano prodotti come i vostri nell'impiantistica?
«Ci sono più livelli di conseguenze. La prima in assoluto è la perdita di rendimento dell'impianto che si traduce in una spesa di combustibile più alta da parte dell'utente, senza magari che quest'ultimo se ne accorga.
Una conseguenza più grave è sicuramente il blocco della caldaia per rottura dello scambiatore o di una pompa. Questo perché l'intervento per la sostituzione delle parti causa sicuramente uno sforzo economico notevole, senza contare il disagio di un evento simile nei mesi invernali. Infine la conseguenza forse più grave è la rottura di una tubazione nel muro o nel pavimento che oltre ai disagi descritti in precedenza provoca un intervento a livello strutturale».
Quali sono i suggerimenti che darebbe a progettisti e installatori (ma anche agli utenti finali) per allungare la vita di un impianto?
«Ai progettisti suggerirei sicuramente di prevedere come mandatoria, nei loro capitolati, la pulizia e la protezione degli impianti e di legare la lunghezza o l'estensione della garanzia proprio alla protezione dell'impianto. Protezione che tra l'altro è prevista anche dalla legge e precisamente dal DPR 59 del 2009.
Agli installatori e ai manutentori suggerirei di procedere sempre all'esecuzione della pulizia e della protezione, chiedendo loro di spiegare all'utente finale i benefici che trarrà, in breve tempo, in termini di risparmio energetico e di minori guasti e malfunzionamenti della caldaia.
All'utente finale, che è colui che alla fine si sobbarca il costo di questa operazione, posso solo confermare quanto detto in precedenza. La pulizia e la protezione dell'impianto non sono un costo ma un investimento per il futuro».