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La Spagna diventa la porta di ingresso in Europa per il mercato nero dei gas refrigeranti illegali
Il commercio illegale di gas HFC dilaga in Spagna

Il recente dibattito organizzato dal Comitato Tecnico Europeo per i Fluorocarburi (EFCTC) e dalla Confederazione Nazionale delle Associazioni di Imprese di idraulica e climatizzazione (CONAIF), ha posto l’accento sul commercio illegale dei gas refrigeranti HFC, con l’intento di individuare delle soluzioni che possano eliminare la situazione attuale.
Durante l’incontro, in cui sono intervenute le autorità più competenti, è stato evidenziato come la Spagna, soprattutto nella regione sud e nel Levante, stia diventando la principale via di accesso in Europa per il gas refrigerante illegale. Un commercio che sta diventando sempre più pericoloso, e che potrebbe arrivare a rappresentare un terzo del mercato dei gas nel contesto europeo.
Il regolamento F-gas entrato in vigore in Europa nel 2015 aveva come obiettivo la graduale eliminazione dei gas HFC che hanno un alto tasso di inquinamento atmosferico per arrivare a una riduzione del loro consumo del 79% entro il 2030, con lo scopo di combattere il cambiamento climatico e accelerare la transizione energetica. Per questo motivo era stato introdotto un sistema di quote per diminuire le importazioni di questi gas.
Nonostante questi presupposti, si è venuto a creare un mercato nero di gas HFC che sta impattando tutta la catena di valore, da fabbricanti e piccole-medie imprese a installatori e consumatori finali, tramite l’importazione illegale che avviene attraverso il territorio spagnolo.
Un’attività illecita che continua a crescere e che evade sia la legislazione europea che quella spagnola per la mancanza di controllo alle dogane, per la quale le cui sanzioni sono ancora troppo basse e che attualmente incontra una certa discordanza tra gli stati membri, in particolare sulla questione delle multe da imporre alle organizzazioni criminali coinvolte in questo traffico.
Il tenente Héctor Santed, della UCOMA, l’unità centrale operativa ambientale per la protezione della natura, spiega come e da dove i gas illegali arrivano in Spagna. “In Spagna stanno anche entrando gas provenienti dall’Europa. La rotta va dalla Cina alla Russia, dalla Russia ai paesi dell’est che confinano con la Russia, e dai paesi dell’est al resto dei paesi europei. Il gas non solo entra attraverso i nostri porti, ma viene trasportato anche su strada per essere utilizzato nel paese. Questi sono i due modus operandi che abbiamo individuato, sulla base di ciò che abbiamo osservato nelle nostre indagini.”
Una situazione che presumibilmente continuerà, in vista anche della nuova riduzione stabilita dall'Unione Europea delle quote di HFC ammesse, in vigore dal 1 gennaio 2021, che potrebbe alimentare ulteriormente il mercato nero dei gas illegali.
Per arrivare a una soluzione, potrebbe essere importante aumentare la presa di coscienza del problema nei confronti di tutte le parti della catena di valore, che potrebbero rappresentare la chiave per incentivare le denunce di attività sospette.
Secondo il tenente Santed “sarebbe molto utile che ci facessimo arrivare tutte le informazioni possibili sui comportamenti sospetti e che ricevessimo informazioni anche da parte dei professionisti del settore, per migliorare l’efficacia delle indagini ed essere più agili nelle nostre azioni. Abbiamo bisogno dell’aiuto dell’industria per eliminare le organizzazioni criminali”. Per far fronte a questo traffico illecito di gas occorre inoltre sensibilizzare e formare le autorità competenti, e apporre un maggiore controllo e migliore tracciabilità delle operazioni, due fattori chiave per individuare prontamente le operazioni illegali e fermarle.
Durante l’incontro, in cui sono intervenute le autorità più competenti, è stato evidenziato come la Spagna, soprattutto nella regione sud e nel Levante, stia diventando la principale via di accesso in Europa per il gas refrigerante illegale. Un commercio che sta diventando sempre più pericoloso, e che potrebbe arrivare a rappresentare un terzo del mercato dei gas nel contesto europeo.
Il regolamento F-gas entrato in vigore in Europa nel 2015 aveva come obiettivo la graduale eliminazione dei gas HFC che hanno un alto tasso di inquinamento atmosferico per arrivare a una riduzione del loro consumo del 79% entro il 2030, con lo scopo di combattere il cambiamento climatico e accelerare la transizione energetica. Per questo motivo era stato introdotto un sistema di quote per diminuire le importazioni di questi gas.
Nonostante questi presupposti, si è venuto a creare un mercato nero di gas HFC che sta impattando tutta la catena di valore, da fabbricanti e piccole-medie imprese a installatori e consumatori finali, tramite l’importazione illegale che avviene attraverso il territorio spagnolo.
Un’attività illecita che continua a crescere e che evade sia la legislazione europea che quella spagnola per la mancanza di controllo alle dogane, per la quale le cui sanzioni sono ancora troppo basse e che attualmente incontra una certa discordanza tra gli stati membri, in particolare sulla questione delle multe da imporre alle organizzazioni criminali coinvolte in questo traffico.
Il tenente Héctor Santed, della UCOMA, l’unità centrale operativa ambientale per la protezione della natura, spiega come e da dove i gas illegali arrivano in Spagna. “In Spagna stanno anche entrando gas provenienti dall’Europa. La rotta va dalla Cina alla Russia, dalla Russia ai paesi dell’est che confinano con la Russia, e dai paesi dell’est al resto dei paesi europei. Il gas non solo entra attraverso i nostri porti, ma viene trasportato anche su strada per essere utilizzato nel paese. Questi sono i due modus operandi che abbiamo individuato, sulla base di ciò che abbiamo osservato nelle nostre indagini.”
Una situazione che presumibilmente continuerà, in vista anche della nuova riduzione stabilita dall'Unione Europea delle quote di HFC ammesse, in vigore dal 1 gennaio 2021, che potrebbe alimentare ulteriormente il mercato nero dei gas illegali.
Per arrivare a una soluzione, potrebbe essere importante aumentare la presa di coscienza del problema nei confronti di tutte le parti della catena di valore, che potrebbero rappresentare la chiave per incentivare le denunce di attività sospette.
Secondo il tenente Santed “sarebbe molto utile che ci facessimo arrivare tutte le informazioni possibili sui comportamenti sospetti e che ricevessimo informazioni anche da parte dei professionisti del settore, per migliorare l’efficacia delle indagini ed essere più agili nelle nostre azioni. Abbiamo bisogno dell’aiuto dell’industria per eliminare le organizzazioni criminali”. Per far fronte a questo traffico illecito di gas occorre inoltre sensibilizzare e formare le autorità competenti, e apporre un maggiore controllo e migliore tracciabilità delle operazioni, due fattori chiave per individuare prontamente le operazioni illegali e fermarle.