Le unità All in One: l'integrazione che porta molti vantaggi
L’avvento delle nuove tecnologie, soprattutto legate alle forme di energia alternative e rinnovabili, ha spinto i professionisti del settore, come installatori e progettisti, a realizzare impianti sempre più alla ricerca delle performance e del risparmio energetico. La volontà di massimizzare l’energia utilizzata e di ottimizzare al massimo il rendimento energetico si traduce inevitabilmente nell’aumento della complessità dell’impianto, con l’inserimento e l’utilizzo di componenti in numero sempre maggiore e con funzioni sempre più specifiche.
Il progressivo aumento della componentistica porta inevitabilmente ad un aumento della complessità dell’impianto. La complessità tecnica degli impianti, molto spesso, è un elemento necessario, ma deve essere ben bilanciata e tenuta sotto controllo, per evitare
problemi tecnici come malfunzionamenti o rotture. I costruttori di unità di riscaldamento e condizionamento conoscono molto bene il problema. Il blocco di un impianto, molto spesso, non dipende dall’unità, ma da una cattiva gestione o funzionalità, che comporta un intervento delle sicurezze.
Oltre alla caldaia, alla pompa di calore o ai pannelli solari, nell’impianto idronico sono infatti presenti molti altri componenti: rubinetti, vasi di espansione , valvole termostatiche, misuratori di portata, solenoidi, disgiuntori, serbatoi ecc. Il dimensionamento di questi componenti e il loro accoppiamento, molto spesso, non è realizzato da professionisti o persone competenti, ma fatto in modo superficiale o con scarse conoscenze tecniche. Il risultato è quindi un insieme di componenti che, alla minima variazione dal punto nominale di funzionamento, creano immediatamente problematiche tecniche.
Per evitare questo problema, che molto spesso crea notevoli disagi, oltre che aggravi di costi, i costruttori sono alla ricerca di soluzioni che possano integrare nelle unità sempre più componentistica. Non solo quindi la componentistica base dell’unità, ma anche ulteriori componenti che allargano le funzionalità dell’unità stessa. Ed ecco quindi spuntare nel mercato unità monoblocco con valvole, serbatoi e molti altri componenti installati e collegati internamente.
Questa ricerca dell’All in One, ossia di unità già dotate di gran parte della componentistica idronica che normalmente si trova nell’impianto, consente notevoli vantaggi:
- Elimina molte criticità nell’installazione. Minore è il numero di componenti che l’installatore deve inserire, minore sarà la possibilità di sbagliare. (Succede spesso che si inserisca nell’impianto il componente corretto, come ad esempio una valvola a tre vie, salvo poi rendersi conto che il verso è errato. Altra criticità è l’inserimento di elementi totalmente inadeguati sia per funzionalità che per tipologia di materiale);
- Consente anche di ottimizzare le varie funzionalità. Il costruttore è il soggetto che maggiormente conosce le caratteristiche e potenzialità dell’unità nelle varie condizioni di funzionamento. Questa conoscenza determina l’intrinseca capacità di dimensionare la componentistica nel modo migliore possibile, eliminando la possibilità di incongruenze costruttive. Il dimensionamento del costruttore aumenta notevolmente anche il rendimento congiunto dei vari componenti. L’abbinamento di una pompa con un rubinetto, ad esempio, sarà fatto in modo tale da avere perdite di carico compatibili con la prevalenza della pompa;
- Consente di ridurre drasticamente le attività in cantiere. Arrivando in cantiere con gran parte della componentistica già integrata, si riducono notevolmente le tempistiche di istallazione e di messa in funzione. Tutti i componenti saranno presenti e si eviteranno i classici tempi morti dovuti alla mancanza di qualche componente in cantiere nel momento della realizzazione dell’impianto.
Questi vantaggi sembrano attirare sia gli installatori che i progettisti, che di fatto demandano al costruttore gran parte della progettazione e del dimensionamento della componentistica.
L’aspetto negativo di questo trend è che, in caso di malfunzionamento o guasto, non è possibile demandare semplicemente all’installatore la soluzione del problema. L’eccessiva integrazione non consente infatti di operare in queste unità con semplicità da parte dell’installatore o di un manutentore che non conosca esattamente la meccanica dell’unità. Si deve necessariamente passare attraverso l’azienda costruttrice: il che si traduce inevitabilmente in costi maggiori e molto spesso in notevoli ritardi di intervento.
Che il mercato si stia dirigendo verso unità sempre più complesse e con integrazioni di componentistica sempre maggiori è una realtà oggettiva. Se da un lato quindi si risolvono problemi di elevata entità, dall’altro si mette una seria ipoteca su chi dovrà occuparsi della manutenzione. Questo non deve sicuramente spaventare, ma piuttosto far riflettere attentamente sulla scelta dell’unità o della soluzione tecnica da installare.