Speciale 139
Caratteristiche di un edificio in classe energetica A: dall’involucro all’impianto
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di Simone Michelotto
L’impiantistica di un edificio di classe A
Abbiamo ritenuto importante dare ampio spazio all’involucro edilizio perché tanto più questo sarà migliore tanto meno l’edificio abbisognerà di energia, in particolar modo di quella utilizzata per la climatizzazione invernale ed estiva: su questa base, infatti, gli impianti per il riscaldamento, per la produzione di acqua calda sanitaria e per il raffrescamento potranno essere di potenza ridotta e quindi consumare minori quantità di combustibile e/o energia elettrica per soddisfare il comfort abitativo rispetto a quelli in servizio in edifici il cui involucro edilizio è carente.
Inoltre, lo sfruttamento delle fonti rinnovabili per la produzione di energia (obbligatorio per nuove costruzioni e ristrutturazioni cosiddette importanti dal D.Lgs. 28/2011) è un ulteriore fattore migliorativo in quanto, ai fini di calcolo, l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio in termini di energia primaria non rinnovabile risulterà minore se una parte di esso viene assorbita da sistemi basati su fonti rinnovabili.
Anche le possibilità impiantistiche cambiano molto a seconda che si tratti di nuova costruzione, ristrutturazione di un edificio o soltanto di una parte di esso. Naturalmente il fatto di poter progettare un impianto per un fabbricato di nuova costruzione consentirà di sfruttare al massimo le soluzioni impiantistiche integrandole al meglio, mentre casi differenti richiederanno la progettazione di soluzioni ad hoc che siano le migliori possibili. In ciascun caso, gli odierni impianti di riscaldamento e climatizzazione in genere sono arrivati ad avere un’altissima resa a fronte di consumi contenuti. Sono davvero molteplici le possibilità di combinazione tra generatori di calore, pompe di calore/climatizzatori, sistemi radianti e circuiti di ricambio aria.
Nel caso di generatori di calore si può scegliere, ad esempio, tra una caldaia a condensazione alimentata a gas, una caldaia a condensazione o un’idrostufa alimentate a biomassa solida che vadano ad alimentare un impianto preesistente a radiatori o un impianto a pannelli radianti, oppure si può optare per un impianto canalizzato con pompa di calore aria/acqua completamente alimentato elettricamente.
Ognuna di queste tipologie per la climatizzazione può, mediante appositi scambiatori, essere collegata a serbatoi di accumulo di acqua tecnica (nel caso delle caldaie e delle idrostufe) e di acqua calda sanitaria (in tutti e tre i casi).
Puffer (per l’acqua tecnica destinata al circuito dell’impianto di riscaldamento) e bollitori (per l’acqua calda sanitaria) sono elementi di stoccaggio di volumi d’acqua alla quale il calore prodotto dal generatore viene ciclicamente trasferito e poi mantenuto grazie agli strati coibenti che avvolgono tali contenitori; in questo modo si arriva ad avere una riserva d’acqua già calda e pronta per l’utilizzo senza la necessità che il generatore venga azionato ad ogni “richiesta” da parte dell’utenza (al contrario di quanto avviene nel caso dei generatori istantanei) riducendo, di conseguenza, il consumo di energia (elettricità/combustibile).
Un impianto solare termico collegato ai serbatoi di accumulo ridurrà ulteriormente il fabbisogno energetico in quanto andrà a sopperire alla necessità di bruciare combustibile o di azionare la pompa di calore.
Per quanto concerne il sistema distributivo per la climatizzazione è senz’altro preferibile un impianto a pannelli (sottopavimento, a parete, ecc.) in quanto funzionante a bassa temperatura, in accoppiata a generatori a condensazione o a pompe di calore aria/acqua. In alternativa si può utilizzare soltanto un sistema canalizzato di aerazione sia per il riscaldamento che per il raffrescamento che può, in alcuni casi, portare alla totale assenza di un generatore di calore alimentato a combustibile in quanto l’intero impianto (climatizzazione, accumulo di acqua calda sanitaria - specie se collegato ad un impianto solare termico) è alimentato da apparecchi elettrici.
Un impianto fotovoltaico correttamente dimensionato e orientato può produrre energia elettrica in quantità tale da coprire in parte, o addirittura totalmente, il fabbisogno di energia elettrica, compresa quella necessaria all’alimentazione degli elettrodomestici e dell’illuminazione artificiale. Anche per gli impianti fotovoltaici esistono accumulatori in grado di garantire la continuità della fornitura di energia anche quando gli elementi di captazione d’energia solare non producono (ore notturne) offrendo, inoltre, l’assorbimento di cali/picchi di tensione.
Un importante accorgimento per un edificio dotato di un involucro edilizio vicino all’ermeticità è l’installazione di un impianto di ventilazione per il ricambio/umidificazione dell’aria: un riciclo d’aria continuo è necessario al fine di evitare la formazione di condensa e muffe; l’umidificazione è importante per contrastare il fenomeno dell’aria secca che potrebbe verificarsi durante il riscaldamento invernale. Tale accorgimento impiantistico va a sopperire gli effetti della scarsa traspirabilità delle pareti di un manufatto altamente isolato e pressoché privo di dispersioni in un ambiente così ben isolato.
Un ulteriore fattore migliorativo per un edificio progettato con l’obiettivo di raggiungere la miglior prestazione energetica possibile è la scelta di elettrodomestici ad alta efficienza certificati con elevata classe energetica. L’illuminazione con lampade a led ed altre puntuali scelte contribuiranno, infine, a rendere un edificio sempre meno “affamato” di energia.
In conclusione, le possibilità d’intervento sono moltissime, ciò che abbiamo qui trattato riguardo l’involucro edilizio e la parte impiantistica riporta una panoramica ampia delle caratteristiche necessarie per il raggiungimento dell’edificio di classe A (da A sino a N.Z.E.B.). Si tratta di trovare la “migliore equazione possibile” tra la disponibilità di investimento iniziale, le esigenze e le preferenze soggettive dell’utenza, la progettazione attenta ed interdisciplinare, gli eventuali limiti tecnici e la buona esecuzione delle opere.
Inoltre, lo sfruttamento delle fonti rinnovabili per la produzione di energia (obbligatorio per nuove costruzioni e ristrutturazioni cosiddette importanti dal D.Lgs. 28/2011) è un ulteriore fattore migliorativo in quanto, ai fini di calcolo, l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio in termini di energia primaria non rinnovabile risulterà minore se una parte di esso viene assorbita da sistemi basati su fonti rinnovabili.
Anche le possibilità impiantistiche cambiano molto a seconda che si tratti di nuova costruzione, ristrutturazione di un edificio o soltanto di una parte di esso. Naturalmente il fatto di poter progettare un impianto per un fabbricato di nuova costruzione consentirà di sfruttare al massimo le soluzioni impiantistiche integrandole al meglio, mentre casi differenti richiederanno la progettazione di soluzioni ad hoc che siano le migliori possibili. In ciascun caso, gli odierni impianti di riscaldamento e climatizzazione in genere sono arrivati ad avere un’altissima resa a fronte di consumi contenuti. Sono davvero molteplici le possibilità di combinazione tra generatori di calore, pompe di calore/climatizzatori, sistemi radianti e circuiti di ricambio aria.
Nel caso di generatori di calore si può scegliere, ad esempio, tra una caldaia a condensazione alimentata a gas, una caldaia a condensazione o un’idrostufa alimentate a biomassa solida che vadano ad alimentare un impianto preesistente a radiatori o un impianto a pannelli radianti, oppure si può optare per un impianto canalizzato con pompa di calore aria/acqua completamente alimentato elettricamente.
Ognuna di queste tipologie per la climatizzazione può, mediante appositi scambiatori, essere collegata a serbatoi di accumulo di acqua tecnica (nel caso delle caldaie e delle idrostufe) e di acqua calda sanitaria (in tutti e tre i casi).
Puffer (per l’acqua tecnica destinata al circuito dell’impianto di riscaldamento) e bollitori (per l’acqua calda sanitaria) sono elementi di stoccaggio di volumi d’acqua alla quale il calore prodotto dal generatore viene ciclicamente trasferito e poi mantenuto grazie agli strati coibenti che avvolgono tali contenitori; in questo modo si arriva ad avere una riserva d’acqua già calda e pronta per l’utilizzo senza la necessità che il generatore venga azionato ad ogni “richiesta” da parte dell’utenza (al contrario di quanto avviene nel caso dei generatori istantanei) riducendo, di conseguenza, il consumo di energia (elettricità/combustibile).
Un impianto solare termico collegato ai serbatoi di accumulo ridurrà ulteriormente il fabbisogno energetico in quanto andrà a sopperire alla necessità di bruciare combustibile o di azionare la pompa di calore.
Per quanto concerne il sistema distributivo per la climatizzazione è senz’altro preferibile un impianto a pannelli (sottopavimento, a parete, ecc.) in quanto funzionante a bassa temperatura, in accoppiata a generatori a condensazione o a pompe di calore aria/acqua. In alternativa si può utilizzare soltanto un sistema canalizzato di aerazione sia per il riscaldamento che per il raffrescamento che può, in alcuni casi, portare alla totale assenza di un generatore di calore alimentato a combustibile in quanto l’intero impianto (climatizzazione, accumulo di acqua calda sanitaria - specie se collegato ad un impianto solare termico) è alimentato da apparecchi elettrici.
Un impianto fotovoltaico correttamente dimensionato e orientato può produrre energia elettrica in quantità tale da coprire in parte, o addirittura totalmente, il fabbisogno di energia elettrica, compresa quella necessaria all’alimentazione degli elettrodomestici e dell’illuminazione artificiale. Anche per gli impianti fotovoltaici esistono accumulatori in grado di garantire la continuità della fornitura di energia anche quando gli elementi di captazione d’energia solare non producono (ore notturne) offrendo, inoltre, l’assorbimento di cali/picchi di tensione.
Un importante accorgimento per un edificio dotato di un involucro edilizio vicino all’ermeticità è l’installazione di un impianto di ventilazione per il ricambio/umidificazione dell’aria: un riciclo d’aria continuo è necessario al fine di evitare la formazione di condensa e muffe; l’umidificazione è importante per contrastare il fenomeno dell’aria secca che potrebbe verificarsi durante il riscaldamento invernale. Tale accorgimento impiantistico va a sopperire gli effetti della scarsa traspirabilità delle pareti di un manufatto altamente isolato e pressoché privo di dispersioni in un ambiente così ben isolato.
Un ulteriore fattore migliorativo per un edificio progettato con l’obiettivo di raggiungere la miglior prestazione energetica possibile è la scelta di elettrodomestici ad alta efficienza certificati con elevata classe energetica. L’illuminazione con lampade a led ed altre puntuali scelte contribuiranno, infine, a rendere un edificio sempre meno “affamato” di energia.
In conclusione, le possibilità d’intervento sono moltissime, ciò che abbiamo qui trattato riguardo l’involucro edilizio e la parte impiantistica riporta una panoramica ampia delle caratteristiche necessarie per il raggiungimento dell’edificio di classe A (da A sino a N.Z.E.B.). Si tratta di trovare la “migliore equazione possibile” tra la disponibilità di investimento iniziale, le esigenze e le preferenze soggettive dell’utenza, la progettazione attenta ed interdisciplinare, gli eventuali limiti tecnici e la buona esecuzione delle opere.
In questo Speciale
Come determinare la prestazione energetica di un edificio? La classificazione energetica
l'indice di prestazione energetica, determinato da 10 indicatori alfabetici (da A4 a G) de...
Quanto è importante l’involucro edilizio in un edificio di classe A?
La corretta progettazione dell'involucro edilizio di un edificio è fondamentale per limita...