Speciale 66
Impianti geotermici: analisi dei diversi tipi di impianto e dei costi/benefici
Intervista

L’impianto geotermico è come un vestito sartoriale: deve essere fatto su misura

Eneren, azienda padovana parte del Gruppo Galletti, è specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti di climatizzazione ad energie rinnovabili, in particolare nel campo della geotermia abbinata al fotovoltaico. Grazie ad un team di competenze diverse ma integrate, l’approccio dell’azienda risulta particolarmente interessante perché parte dalla progettazione del prodotto, fino alla progettazione e realizzazione dell’impianto.

Dott. Salmistraro, gli impianti geotermici sono più adatti per un utilizzo residenziale di piccola taglia, per residenziale di taglie medio-grandi o per applicazioni nel terziario, uffici e/o commercio?

«Gli impianti geotermici sono adatti per qualsiasi applicazione grazie al loro rendimento, ma sono maggiormente diffusi su applicazioni medio grandi dal residenziale al terziario. Per quanto riguarda il residenziale sicuramente la soluzione impiantistica centralizzata è le preferita, così come nel terziario gli impianti totalmente geotermici o ad integrazione che superino i 30 kW sono sicuramente i più adottati. Questo perché si riesce a ridurre costi di cantierizzazione o impiantistici che purtroppo su applicazioni di piccola potenza hanno una grossa incidenza».

Quale è il tipo di applicazione in assoluto più adatta?

«Non esiste un’applicazione per eccellenza, in quanto ogni impianto è un vestito sartoriale su misura in cui ogni recupero energetico di calore può notevolmente modificare i parametri dell’investimento. E’ evidente che più le temperature del luogo sono rigide nelle stagioni di picco, maggiori sono i vantaggi rispetto alle soluzioni aerotermiche. Si può affermare però che sempre più frequentemente si adottano soluzioni bivalenti a pompa di calore geotermica con integrazioni impiantistiche tradizionali, in modo tale da ridurre i costi di investimento e massimizzare però i rendimenti della geotermia».

Esiste una tipologia di terreno che consente una resa maggiore dell’impianto geotermico? Se si, quale?

«Si, i terreni maggiormente favorevoli sono terreni con forte presenza di acqua, specie se in movimento, e i terreni rocciosi. Sono invece meno favoriti gli argillosi. Lo stato dell’arte attuale, le normative di riferimento, e gli strumenti di calcolo a disposizione, permettono di determinare in maniera molto accurata la conducibilità termica dei terreni, evitando quindi di ridurre alla caratterizzazione semplicistica che si adottava fino a poco tempo fa in termini di W/m la resa del terreno».

Da quanti anni si utilizza questa tecnologia e dove è maggiormente utilizzata?


«Sicuramente il centro Europa adotta queste tecnologia da molto più tempo, così come l’impiantistica a pompa di calore in generale, in Italia è maggiormente diffusa nelle Regioni dove sono nate le prime regolamentazioni in materia, ad Esempio Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, ma si può tranquillamente affermare che ormai la geotermia è matura e affidabile anche nel nostro paese, con numerose installazioni dai piccoli ai grossi impianti, anche grazie alla pubblicazione delle normative 11466 e seguenti, che hanno fornito direttive precise di progettazione ed installazione degli impianti».


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