Articolo di Maurizio Cudicio

Lo scarico dei fumi in funzione della tipologia di generatore

Lo scarico dei fumi è direttamente e strettamente correlato alla tipologia di generatore a cui lo stesso è collegato. È pertanto fondamentale identificare in modo preliminare e preciso il tipo di generatore a cui lo stesso dovrà essere collegato, attraverso la distinzione fornita dalle norme UNI vigenti.


Le tipologie di generatori

 
  • Generatore di tipo A
    Apparecchio che non è collegato a un condotto o a un dispositivo di evacuazione dei prodotti della combustione. Tale generatore di calore preleva l’aria comburente dal locale in cui è installato, ed espelle nel medesimo il prodotto della combustione.
     
  • Generatore di tipo B
    Apparecchio collegato a un condotto di evacuazione dei prodotti della combustione (fumi) verso l’esterno del locale in cui il generatore è installato. Tale generatore di calore è comunemente detto “caldaia a camera aperta”: per la combustione utilizza l’aria presente nel locale in cui è installato (aria comburente), mentre i prodotti della combustione vengono scaricati all’esterno del locale.
     
  • Generatore di tipo C
    Apparecchio nel quale il circuito di combustione (presa d’aria comburente, camera di combustione, scambiatore, evacuazione dei prodotti della combustione) è completamente isolato dal locale in cui il generatore è installato. Questo tipo di generatore di calore è comunemente detto “caldaia a camera stagna”: il prelievo dell’aria comburente e lo scarico dei fumi avvengono entrambi all’esterno del locale d’installazione.

Lo scarico dei fumi può avvenire inoltre in due modi distinti:
  • Tiraggio naturale
    L’evacuazione dei prodotti della combustione avviene per la depressione determinata dal diverso peso specifico dell’aria atmosferica e dei fumi, fra la sezione d’ingresso dell’aria dell’apparecchio e la sezione di uscita dei prodotti della combustione.
     
  • Tiraggio forzato
    L’evacuazione dei prodotti della combustione viene attivata a mezzo di un ventilatore parte integrante dell’apparecchio, posto a monte o a valle della camera di combustione.



Scarico a tetto o a parete?


Il principio fondamentale che deve essere tenuto in considerazione per la realizzazione di un sistema di evacuazione dei prodotti della combustione è che lo stesso non può avere sbocco a parete. Questa è una prescrizione determinante prevista e prescritta dalla Legge 90/2013, nella quale l’Art. 17-bis “Requisiti degli impianti termici”, cita che “Gli impianti termici installati successivamente al 31 agosto 2013 devono essere collegati ad appositi camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione, con sbocco sopra il tetto dell’edificio, alla quota prescritta dalla regolamentazione tecnica vigente”.

È ad ogni modo possibile derogare da tale prescrizione nel caso di installazione di apparecchi a condensazione appartenenti alla classe di NOx meno inquinante, purché si rispettino le distanze indicate dalla UNI 7129 (distanze dei terminali da balconi, finestre, aperture di aerazione/ventilazione, piano di calpestio, etc.). Ovviamente la possibilità di derogare deve essere evidenziata attraverso specifica documentazione che attesti l’impossibilità tecnica di assolvere all’obbligo di cui sopra, da parte di un tecnico abilitato. La stessa asseverazione dovrà essere allegata alla dichiarazione di conformità dell’impianto redatta a fine lavori dall’installatore.

Può avvenire nel caso di distacco della singola utenza da un impianto di riscaldamento centralizzato, o di trasformazioni da centralizzato ad autonomo, o ancora per la ristrutturazione della totalità degli impianti autonomi appartenenti allo stesso edificio.


Deroghe per possibilità di scarico a parete

È possibile eseguire lo scarico fumi a parete nei seguenti casi
  1. Sostituzione di una caldaia, di qualsiasi tipo, che già scaricava a parete;
  2. Sostituzione di una caldaia a camera aperta, a tiraggio naturale, che scaricava in una canna fumaria collettiva ramificata condominiale;
  3. Installazione in edifici storici o sottoposti a norme di tutela;
  4. Impossibilità tecnica di andare a tetto con lo scarico fumi, asseverata da un professionista abilitato
  5. Installazione di apparecchi a condensazione, nell’ambito di ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, siti in stabili plurifamiliari, qualora nella versione iniziale non dispongano già di camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell’edificio, funzionali e idonei o comunque adeguabili alla applicazione dei suddetti generatori;
Installazione di uno o più generatori ibridi compatti, composti almeno da una caldaia a condensazione a gas e da una pompa di calore, dotati di specifica certificazione di prodotto.