Mantenere una buona qualità dell’aria indoor: le indicazioni di ISS e OMS
La tematica dell’attenzione alla qualità dell’aria indoor, soprattutto negli ultimi anni, sta riscontrando maggiore riconoscimento e attenzione.
In questo senso, sia a livello nazionale che internazionale, vi sono istituzioni che, oltre a dare priorità al mantenimento dell’aria salubre all’interno degli edifici, definiscono anche delle Linee Guida da rispettare per evitare la presenza di contaminanti, anche patogeni all’interno degli ambienti.
A livello nazionale, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sottolinea che l’inquinamento degli ambienti costituisce un importante determinante di salute perché contribuisce in modo significativo alle principali malattie che colpiscono la popolazione italiana, a partire da virus, malattie respiratorie e allergiche.
Nello specifico, l’inquinamento atmosferico indoor e outdoor viene correlato ad un rischio ambientale per la salute a cui sono associate globalmente circa 7 milioni di morti premature all’anno, di cui 400.000 solo in Europa.
Una situazione diffusa a livello internazionale, alla quale anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha risposto attraverso Linee Guida per mantenere l’aria salubre all’interno degli ambienti. L’ultimo aggiornamento in materia risale al 2021, quando l’OMS ha elaborato dei nuovi riferimenti per diminuire il rischio di malattia legato all’esposizione dei livelli di inquinamento dell’aria. Nuove Linee Guida che invitano alla riflessione, soprattutto dei Paesi avanzati, i quali contano alti livelli di inquinamento.
Il Nord Italia rappresenta l’area a più elevata criticità, ma anche altre aree urbane del Centro e Sud evidenziano il superamento di molti parametri.
Per il particolato la situazione è critica. In riferimento al PM10 il precedente valore guida annuale OMS raccomandato di 20 µg/m3 è stato superato nel 65% delle stazioni di rilevazione, e anche il valore guida giornaliero di 50 µg/m3 è stato superato nel 54% delle stazioni. Per il PM2,5 il valore limite annuale della normativa di 25 µg/m3 è rispettato nella quasi totalità delle stazioni di misura, e valori più elevati si sono registrati in 3 stazioni. Tuttavia, è ampiamente superato nell’80% delle stazioni il valore guida annuale della OMS del 2005 di 10 µg/m3.
La sindrome dell’edificio malato: l’elevato impatto sociale ancora sconosciuto
La sindrome dell’edificio malato fa riferimento ad un quadro clinico che interessa gli occupanti un ambiente che non è sufficientemente salubre e ventilato.
La sindrome si manifesta dopo alcune ore di permanenza all’interno di un ambiente e si risolve generalmente dopo qualche ora dall’uscita dall’edificio.
La sintomatologia è aspecifica ma quello che emerge, come afferma il Ministero della Salute, è un calo importante della produttività lavorativa. L’eziologia è ancora sconosciuta, ma probabilmente dipende da più fattori ed è variabile da soggetto a soggetto.
Numerose indagini in materia hanno evidenziato che la causa dei sintomi collegati alla sindrome dell’edificio malato corrisponde ad un’inadeguata ventilazione.
Ma qual è la diffusione della sindrome? Scarica lo speciale e leggi l'articolo completo!