Speciale 80
I sistemi di climatizzazione ibridi
Alcuni contenuti di questo speciale:
Intervista
Perché i sistemi ibridi convengono davvero
Daikin è un’azienda che non ha certo bisogno di presentazioni. In questo caso però, il sistema presentato è davvero innovativo e merita quindi qualche approfondimento in più. In questa interessante intervista vedremo quindi perché conviene installare un sistema ibrido, in che modo sostituisce la classica caldaia, ma soprattutto quali sono i costi e i tempi di ammortamento.
Dott. Quadri, all’ultima edizione di MCE avete presentato il vostro primo sistema ibrido, che combina una caldaia a condensazione e una pompa di calore, ci spiega brevemente quali sono i vantaggi di questo sistema?
«Il sistema Hybrid, proposto da Daikin con il marchio Rotex, combina al meglio la tecnologia della pompa di calore con quella di una caldaia a condensazione di ultima generazione. Un prodotto ideale per la sostituzione di una vecchia caldaia a gas, perché è costituito da un elemento interno di dimensioni ridotte e da un motocondensate esterno. L’unico collegamento tra le due unità è rappresentato dai tubi del refrigerante, quindi si installa davvero molto semplicemente e consente risparmi molto interessanti».
La gestione del funzionamento della pompa di calore in relazione alla caldaia viene fatta in automatico?
«La natura ibrida di questo sistema viene gestita completamente dal controllore che viene fornito assieme al sistema: l’utente può scegliere tra una modalità più ecologica e una più economica. La prima punta a ridurre le emissioni di CO2 la seconda modalità consente invece di impostare il costo del gas e dell’elettricità e calcola in tempo reale qual’è la fonte più conveniente sulla base di diversi fattori.
In generale possiamo dire che quando le temperature restano sopra lo zero la pompa di calore è la tecnologia migliore dal punto di vista economico, a mano a mano che le temperature scendono, e contemporaneamente sale quindi la richiesta di riscaldamento, utilizzerò la pompa di calore solo per il primo salto termico e la caldaia per mandare l’acqua in temperatura, oppure, quando le temperature sono particolarmente rigide, utilizzerò solamente la caldaia.
Con il clima italiano, dove si raggiungono anche punte di -7°, ma mediamente le temperature invernali si aggirano attorno ai 2 gradi centigradi, posso ottenere il massimo beneficio dalla pompa di calore che, da sola o in combinazione con la caldaia, è in grado di soddisfare oltre il 60% della richiesta di riscaldamento».
Quando si parla di riqualificazioni energetiche, lo scoglio più grosso all’installazione di tecnologie a basso consumo come le pompe di calore è costituito dalla presenza, nella maggior parte delle abitazioni italiane, di sistemi di riscaldamento a radiatori. Per il momento quindi, l’installazione di pompe di calore risulta poco conveniente perché richiede la sostituzione dei radiatori con sistemi a bassa temperatura, lavori strutturali e costi molto alti. Pensa che i sistemi ibridi possano risolvere questo problema?
«Direi di si. Il sistema di riscaldamento che meglio si abbina alla pompa di calore è sicuramente il radiante a pavimento o a soffitto, ma anche altri sistemi a bassa temperatura, i sistemi ibridi invece possono essere utilizzati con terminali ad alta temperatura, fino a 65/70 gradi di mandata, come i radiatori.
In altre parole posso comunque utilizzare la pompa di calore per una quota, scaldando l’acqua a 45/50 gradi e completare poi il ciclo con la caldaia, che porta l’acqua a 65 gradi. Senza considerare che con una gestione in curva climatica per la maggior parte della stagione del riscaldamento le temperature di mandata sono più consone alle caratteristiche della pompa di calore e la caldaia non è nemmeno richiesta.
In questo modo riesco comunque a sfruttare al massimo la pompa di calore, ottenendone un grande vantaggio, a differenza invece di altri sistemi bivalenti, che staccano una tecnologia per utilizzarne un’altra e quindi non le combinano al meglio».
Per quanto riguarda la climatizzazione estiva?
«Esiste anche un modello reversibile, che permette di invertire il ciclo della pompa di calore, in modo tale da farla funzionare anche in raffrescamento, ovviamente in questo caso devono essere presenti dei terminali adatti, ad esempio dei fan coil».
Qual’è la tipologia di edificio ideale per un sistema ibrido?
«Il sistema ibrido può essere di fatto installato in qualsiasi tipologia di edificio, anzi, se consideriamo ad esempio le ultime normative nazionali, con questi sistemi è possibile anche effettuare lo scarico a parete, quindi non ho neanche le limitazioni che mi vengono date in molti casi dalle caldaie a condensazione.
Possiamo dire comunque che l’edificio ideale è un’abitazione singola con riscaldamento autonomo e un costo per il riscaldamento superiore a 1000€. Posso sostituire direttamente la caldaia ottenendo un risparmio molto interessante».
Parliamo quindi dei costi. Qual’è il costo per il modello entry-level e per quello più avanzato?
«L’entry-level è un 5kW in pompa di calore, come costi complessivi, per il prodotto base, compresa anche l’installazione, siamo sui 7.500€. La versione da 8 kW, che fa anche il raffrescamento estivo, arriva a circa 9000€.
C’è da considerare però che su questo investimento ho la possibilità di detrarre il 65% in 10 anni, grazie alle detrazioni il costo effettivo quindi è molto più basso: rispettivamente, al netto dell’incentivo, circa 2625€ e 3150€».
Avete fatto una stima dei risparmi?
«Si, partiamo dal 30% e arriviamo fino al 50%. Dipende da quanto è vecchia la caldaia che vado a sostituire e dal combustibile che utilizzo, se metano o GPL: ovviamente più è vecchia la caldaia e più è caro il combustibile, maggiore sarà il risparmio.
In abbinamento ad un impianto fotovoltaico posso ottenere anche un ulteriore 10% di risparmio utilizzando l’energia auto-prodotta».
Nel sistema è presente anche un accumulo per l’acqua calda sanitaria?
«L’ACS viene prodotta dalla caldaia a condensazione in modo istantaneo, ma è possibile inserire un sistema di accumulo se si vuole installare un impianto solare.
Voglio sottolineare però che la caldaia presente nel sistema Rotex è molto particolare, perché è a condensazione anche sulla produzione di ACS, non ha uno scambiatore a piastre intermedio, ma un circuito per la produzione di ACS totalmente separato. Quindi anche sull’ACS risparmio circa il 20% rispetto ad una normale caldaia a condensazione».
Con l’installazione di una pompa di calore collegata ad un sistema ibrido è possibile accedere alla tariffa agevolata D1?
«Purtroppo non ancora: i sistemi ibridi sono davvero l’ultima novità del mercato e ovviamente a livello legislativo non sono ancora conosciuti, ma ovviamente si sta lavorando per farli inserire al più presto».
Cosa dovrebbe dire un installatore o un progettista all’utente finale per convincerlo ad installare questo sistema?
«Il primo aspetto è senza dubbio il risparmio sui costi di gestione del riscaldamento che, come già detto, può superare anche il 50%. Un’altra cosa molto importante è che essendo dei sistemi ad energia rinnovabile ho una riduzione dei consumi di energia primaria, in questo modo riesco a guadagnare fino a due classi energetiche, l’immobile o l’appartamento acquista quindi fino a un 6% di valore in più.
Infine potendo impostare il costo al metro cubo del gas e il costo al kW/ora dell’elettricità posso tenere sotto controllo i costi del riscaldamento. Abbiamo appena citato la tariffa D1, sappiamo che sempre più si incentiva l’utilizzo dell’energia elettrica, mentre non si fa nulla ovviamente per incentivare il gas (si vedano i rischi di interruzione delle forniture dall’esterno). Avere già un sistema che apre la porta a possibili variazioni di questo tipo è certamente un vantaggio».
Dott. Quadri, all’ultima edizione di MCE avete presentato il vostro primo sistema ibrido, che combina una caldaia a condensazione e una pompa di calore, ci spiega brevemente quali sono i vantaggi di questo sistema?
«Il sistema Hybrid, proposto da Daikin con il marchio Rotex, combina al meglio la tecnologia della pompa di calore con quella di una caldaia a condensazione di ultima generazione. Un prodotto ideale per la sostituzione di una vecchia caldaia a gas, perché è costituito da un elemento interno di dimensioni ridotte e da un motocondensate esterno. L’unico collegamento tra le due unità è rappresentato dai tubi del refrigerante, quindi si installa davvero molto semplicemente e consente risparmi molto interessanti».
La gestione del funzionamento della pompa di calore in relazione alla caldaia viene fatta in automatico?
«La natura ibrida di questo sistema viene gestita completamente dal controllore che viene fornito assieme al sistema: l’utente può scegliere tra una modalità più ecologica e una più economica. La prima punta a ridurre le emissioni di CO2 la seconda modalità consente invece di impostare il costo del gas e dell’elettricità e calcola in tempo reale qual’è la fonte più conveniente sulla base di diversi fattori.
In generale possiamo dire che quando le temperature restano sopra lo zero la pompa di calore è la tecnologia migliore dal punto di vista economico, a mano a mano che le temperature scendono, e contemporaneamente sale quindi la richiesta di riscaldamento, utilizzerò la pompa di calore solo per il primo salto termico e la caldaia per mandare l’acqua in temperatura, oppure, quando le temperature sono particolarmente rigide, utilizzerò solamente la caldaia.
Con il clima italiano, dove si raggiungono anche punte di -7°, ma mediamente le temperature invernali si aggirano attorno ai 2 gradi centigradi, posso ottenere il massimo beneficio dalla pompa di calore che, da sola o in combinazione con la caldaia, è in grado di soddisfare oltre il 60% della richiesta di riscaldamento».
Quando si parla di riqualificazioni energetiche, lo scoglio più grosso all’installazione di tecnologie a basso consumo come le pompe di calore è costituito dalla presenza, nella maggior parte delle abitazioni italiane, di sistemi di riscaldamento a radiatori. Per il momento quindi, l’installazione di pompe di calore risulta poco conveniente perché richiede la sostituzione dei radiatori con sistemi a bassa temperatura, lavori strutturali e costi molto alti. Pensa che i sistemi ibridi possano risolvere questo problema?
«Direi di si. Il sistema di riscaldamento che meglio si abbina alla pompa di calore è sicuramente il radiante a pavimento o a soffitto, ma anche altri sistemi a bassa temperatura, i sistemi ibridi invece possono essere utilizzati con terminali ad alta temperatura, fino a 65/70 gradi di mandata, come i radiatori.
In altre parole posso comunque utilizzare la pompa di calore per una quota, scaldando l’acqua a 45/50 gradi e completare poi il ciclo con la caldaia, che porta l’acqua a 65 gradi. Senza considerare che con una gestione in curva climatica per la maggior parte della stagione del riscaldamento le temperature di mandata sono più consone alle caratteristiche della pompa di calore e la caldaia non è nemmeno richiesta.
In questo modo riesco comunque a sfruttare al massimo la pompa di calore, ottenendone un grande vantaggio, a differenza invece di altri sistemi bivalenti, che staccano una tecnologia per utilizzarne un’altra e quindi non le combinano al meglio».
Per quanto riguarda la climatizzazione estiva?
«Esiste anche un modello reversibile, che permette di invertire il ciclo della pompa di calore, in modo tale da farla funzionare anche in raffrescamento, ovviamente in questo caso devono essere presenti dei terminali adatti, ad esempio dei fan coil».
Qual’è la tipologia di edificio ideale per un sistema ibrido?
«Il sistema ibrido può essere di fatto installato in qualsiasi tipologia di edificio, anzi, se consideriamo ad esempio le ultime normative nazionali, con questi sistemi è possibile anche effettuare lo scarico a parete, quindi non ho neanche le limitazioni che mi vengono date in molti casi dalle caldaie a condensazione.
Possiamo dire comunque che l’edificio ideale è un’abitazione singola con riscaldamento autonomo e un costo per il riscaldamento superiore a 1000€. Posso sostituire direttamente la caldaia ottenendo un risparmio molto interessante».
Parliamo quindi dei costi. Qual’è il costo per il modello entry-level e per quello più avanzato?
«L’entry-level è un 5kW in pompa di calore, come costi complessivi, per il prodotto base, compresa anche l’installazione, siamo sui 7.500€. La versione da 8 kW, che fa anche il raffrescamento estivo, arriva a circa 9000€.
C’è da considerare però che su questo investimento ho la possibilità di detrarre il 65% in 10 anni, grazie alle detrazioni il costo effettivo quindi è molto più basso: rispettivamente, al netto dell’incentivo, circa 2625€ e 3150€».
Avete fatto una stima dei risparmi?
«Si, partiamo dal 30% e arriviamo fino al 50%. Dipende da quanto è vecchia la caldaia che vado a sostituire e dal combustibile che utilizzo, se metano o GPL: ovviamente più è vecchia la caldaia e più è caro il combustibile, maggiore sarà il risparmio.
In abbinamento ad un impianto fotovoltaico posso ottenere anche un ulteriore 10% di risparmio utilizzando l’energia auto-prodotta».
Nel sistema è presente anche un accumulo per l’acqua calda sanitaria?
«L’ACS viene prodotta dalla caldaia a condensazione in modo istantaneo, ma è possibile inserire un sistema di accumulo se si vuole installare un impianto solare.
Voglio sottolineare però che la caldaia presente nel sistema Rotex è molto particolare, perché è a condensazione anche sulla produzione di ACS, non ha uno scambiatore a piastre intermedio, ma un circuito per la produzione di ACS totalmente separato. Quindi anche sull’ACS risparmio circa il 20% rispetto ad una normale caldaia a condensazione».
Con l’installazione di una pompa di calore collegata ad un sistema ibrido è possibile accedere alla tariffa agevolata D1?
«Purtroppo non ancora: i sistemi ibridi sono davvero l’ultima novità del mercato e ovviamente a livello legislativo non sono ancora conosciuti, ma ovviamente si sta lavorando per farli inserire al più presto».
Cosa dovrebbe dire un installatore o un progettista all’utente finale per convincerlo ad installare questo sistema?
«Il primo aspetto è senza dubbio il risparmio sui costi di gestione del riscaldamento che, come già detto, può superare anche il 50%. Un’altra cosa molto importante è che essendo dei sistemi ad energia rinnovabile ho una riduzione dei consumi di energia primaria, in questo modo riesco a guadagnare fino a due classi energetiche, l’immobile o l’appartamento acquista quindi fino a un 6% di valore in più.
Infine potendo impostare il costo al metro cubo del gas e il costo al kW/ora dell’elettricità posso tenere sotto controllo i costi del riscaldamento. Abbiamo appena citato la tariffa D1, sappiamo che sempre più si incentiva l’utilizzo dell’energia elettrica, mentre non si fa nulla ovviamente per incentivare il gas (si vedano i rischi di interruzione delle forniture dall’esterno). Avere già un sistema che apre la porta a possibili variazioni di questo tipo è certamente un vantaggio».