Speciale 87
Costi, tecnologie e vantaggi della Ventilazione Meccanica Controllata
Alcuni contenuti di questo speciale:
Articolo
di Cudicio Maurizio – Libero Professionista
Qualità dell'aria, umidità e muffe: come gestire un impianto VMC
All’interno degli ambienti esistono numerosi prodotti inquinanti che riducono la qualità e il comfort degli occupanti, senza considerare che molto spesso alcuni prodotti possono causare effetti di sensibilizzazione o portare a patologie o disturbi anche gravi in alcuni soggetti.
Tabella 12 – Schema dei principali agenti inquinanti che possono essere presenti all'interno degli edifici
Proprio per questo motivo, gli impianti VMC, garantendo un continuo ricambio dell’aria, garantiscono l’abbattimento e la diluizione delle sostanze nocive fino ad eliminarle. Le unità di trattamento dell’aria negli impianti VMC, sono dotate di specifiche batterie filtranti di vario genere, tipologia e grado filtrante, e garantiscono il blocco delle sostanze inquinanti presenti all’esterno, come, ad esempio, gas di scarico delle automobili o degli impianti di riscaldamento, polveri e pollini, garantendo una qualità dell’aria eccellente.
È evidente, però, che maggiori sono il numero di filtri o maggiori sono le capacità filtranti, maggiore è la perdita di carico, che porta ad un sensibile aumento della potenza elettrica assorbita dal ventilatore e una necessaria attività manutentiva programmata, al fine di garantire sempre l’impianto di ventilazione in perfetta efficienza.
Molto spesso capita di imbattersi in edifici nei quali la presenza di muffa in corrispondenza di elementi fragili dell’involucro edilizio, come ad esempio i ponti termici, risultava essere limitata, ma una volta eseguito un intervento di riqualificazione, tendono ad accentuarsi in modo evidente e copioso. Viene naturale e spontaneo, pertanto, chiedersi perché un intervento da cui ci attendiamo solo benefici, porti ad un effetto opposto.
La risposta risiede nel fatto che un eventuale sostituzione dei serramenti tende a rendere maggiormente ermetici i locali, all’interno dei quali la presenza di elevati tassi di umidità relativa, legati anche alle semplici attività svolte o ad abitudini sbagliate degli occupanti, non viene smaltita, di conseguenza il vapore acqueo presente nell’aria tende a depositarsi sulle strutture divenendo ambiente ideale per la proliferazione di muffe e spore, le quali, oltre ad essere un elemento anti estetico, sono causa comprovate di malattie soprattutto delle vie respiratorie.
Tabella 13 – Schema della produzione di umidità per fonte di attività (Fonte “I ponti termici in edilizia” autore Maurizio Cudicio Ed. Legislazione Tecnica)
Lo stesso vale anche nel caso di interventi di coibentazione delle strutture. Ogni materiale presente in natura o prodotto da processi chimici e utilizzato nel settore edile, ha dei requisiti tali da renderlo più o meno traspirabile. È dunque necessario che la posizione dei singoli elementi, e soprattutto dei materiali coibenti, vengano preventivamente e attentamente studiate, al fine di evitare di incorrere in problematiche di ristagno di condensa.
Non va comunque dimenticato che anche le nuove costruzioni sono state spesso oggetto di fenomeni degenerativi, causati da un attività realizzative eseguita in modo approssimativo e senza i dovuti accorgimenti. In molti casi, infatti, l’ondata speculativa edilizia degli anni passati ha visto la realizzazione di edifici nuovi nei quali la presenza di muffa e umidità rende invivibili gli ambienti.
A questo punto viene da chiedersi, soprattutto in presenza di ponti termici, quali siano le azioni correttive che non richiedano un retrofit a condizioni precedenti ed energeticamente scadenti, al fine di risolvere le problematiche di muffe e umidità. Ovviamente una delle soluzioni di maggiore successo, e che nella quasi totalità delle situazioni può portare a risoluzione certa delle problematiche succitate, è identificabile nella realizzazione di un impianto VMC.
Molto spesso, però, per ridurre l’impatto architettonico ed economico dell’intervento è possibile agire su singole stanze grazie all’adozione di sistemi di VMC puntuale da installare sulle pareti perimetrali. Questi sistemi possono essere a singolo o a doppio flusso.
TABELLA DEGLI INQUINANTI CHE POSSONO ESSERE PRESENTI IN AMBIENTE
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INQUINANTE
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FONTE
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EFFETTI SULLA SALUTE
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Bambini
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Adulti
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Radon |
Suolo, materiali da costruzione, acqua, arredi
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Rischio di tumore polmonare
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Rischio di tumore polmonare
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Formaldeide
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Prodotti per la casa, materiali da costruzione, combustioni, fumo
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Nei soggetti asmatici, possibili fenomeni broncoreattivi
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Rischio cancerogeno e nei soggetti asmatici, possibili fenomeni broncoreattivi
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Biossido di azoto (NO2)
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Cucine a gas, stufe a gas, caldaie, presenza nelle vicinanze di autoveicoli
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Probabile abbassamento soglia di sensibilizzazione a vari allergeni, incremento frequenza di sintomi respiratori cronici, in soggetti asmatici incremento del numero di episodi bronco-spastici e ridotta risposta alla terapia antiasmatica
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Incremento della frequenza di sintomi respiratori cronici, incerto l’effetto sulla funzione respiratoria ventilatoria
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Fumo di tabacco ambientale (ETS)
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Fumo di tabacco
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Incremento della frequenza di sintomi respiratori cronici, incremento della frequenza di episodi infettivi acuti, iperattività bronchiale (aumento rischio di sviluppare patologia asmatica), malattia più severa nei soggetti asmatici, ridotto sviluppo della funzione respiratoria ventilatoria
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Probabile aumento della frequenza di sintomi respiratori cronici, probabile decremento della funzione respiratoria ventilatoria, cancerogeno, malattie ischemiche del cuore
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Monossido di carbonio (CO)
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Combustione incompleta
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Per contaminazioni >80%: arresto cardiaco
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Per contaminazioni >80%: arresto cardiaco
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Amianto
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Materiali da costruzione, isolanti
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Rischio di patologie polmonari, cancro al polmone e mesotelioma
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Rischio di patologie polmonari, cancro al polmone e mesotelioma
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Fumo di legna
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Caminetti, stufe a legna
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Incremento della frequenza di sintomi respiratori cronici (notevole produzione di particolato)
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Aumentato rischio per lo sviluppo di BPCO
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Particolato totale sospeso (TPS)
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Fumo di tabacco, sistemi di riscaldamento, inquinamento esterno, autoveicoli vicini
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Incremento della frequenza di sintomi respiratori cronici
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Probabile decremento della funzione respiratoria ventilatoria
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Proprio per questo motivo, gli impianti VMC, garantendo un continuo ricambio dell’aria, garantiscono l’abbattimento e la diluizione delle sostanze nocive fino ad eliminarle. Le unità di trattamento dell’aria negli impianti VMC, sono dotate di specifiche batterie filtranti di vario genere, tipologia e grado filtrante, e garantiscono il blocco delle sostanze inquinanti presenti all’esterno, come, ad esempio, gas di scarico delle automobili o degli impianti di riscaldamento, polveri e pollini, garantendo una qualità dell’aria eccellente.
È evidente, però, che maggiori sono il numero di filtri o maggiori sono le capacità filtranti, maggiore è la perdita di carico, che porta ad un sensibile aumento della potenza elettrica assorbita dal ventilatore e una necessaria attività manutentiva programmata, al fine di garantire sempre l’impianto di ventilazione in perfetta efficienza.
GLI IMPIANTI VMC E IL PROBLEMA DELLE MUFFE
Molto spesso capita di imbattersi in edifici nei quali la presenza di muffa in corrispondenza di elementi fragili dell’involucro edilizio, come ad esempio i ponti termici, risultava essere limitata, ma una volta eseguito un intervento di riqualificazione, tendono ad accentuarsi in modo evidente e copioso. Viene naturale e spontaneo, pertanto, chiedersi perché un intervento da cui ci attendiamo solo benefici, porti ad un effetto opposto.
La risposta risiede nel fatto che un eventuale sostituzione dei serramenti tende a rendere maggiormente ermetici i locali, all’interno dei quali la presenza di elevati tassi di umidità relativa, legati anche alle semplici attività svolte o ad abitudini sbagliate degli occupanti, non viene smaltita, di conseguenza il vapore acqueo presente nell’aria tende a depositarsi sulle strutture divenendo ambiente ideale per la proliferazione di muffe e spore, le quali, oltre ad essere un elemento anti estetico, sono causa comprovate di malattie soprattutto delle vie respiratorie.
PRODUZIONE DI UMIDITA’
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FONTE DI ATTIVITA’
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PRODUZIONE DI VAPORE ACQUEO
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Bagno in vasca |
Circa 1.100,00 gr/bagno
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Doccia
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Circa 1.700,00 gr/doccia
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Piatto di breve preparazione
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Circa 400,00 – 500,00 gr/ora di cottura
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Piatto di lunga preparazione
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Circa 450,00 – 900,00 gr/ora di cottura
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Pentola in ebollizione scoperta diametro 20,00 cm
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Circa 900,00 gr/ora
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Pentola in ebollizione coperta diametro 20,00 cm
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Circa 350,00 gr/ora
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Lavastoviglie
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Circa 200,00 gr/lavaggio
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Lavatrice
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Circa 250,00 – 300,00 gr/lavaggio
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Panni stesi ad asciugare (5,00 kg)
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Circa 900,00 g/ora
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Cibi caldi in tavola per persona
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Circa 15,00 gr/ora
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Uomo:
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Dormendo
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Circa 40,00 – 50,00 gr/ora
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Lavoro di casalinga
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Circa 90,00 gr/ora
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Attività impegnativa
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Circa 175,00 gr/ora
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Lavoro pesante o ginnastica
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Circa 400,00 gr/ora
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In un’abitazione con 4 persone si immettono quotidianamente nell’aria circa 10,00 lt di acqua sotto forma di vapore.
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Lo stesso vale anche nel caso di interventi di coibentazione delle strutture. Ogni materiale presente in natura o prodotto da processi chimici e utilizzato nel settore edile, ha dei requisiti tali da renderlo più o meno traspirabile. È dunque necessario che la posizione dei singoli elementi, e soprattutto dei materiali coibenti, vengano preventivamente e attentamente studiate, al fine di evitare di incorrere in problematiche di ristagno di condensa.
Non va comunque dimenticato che anche le nuove costruzioni sono state spesso oggetto di fenomeni degenerativi, causati da un attività realizzative eseguita in modo approssimativo e senza i dovuti accorgimenti. In molti casi, infatti, l’ondata speculativa edilizia degli anni passati ha visto la realizzazione di edifici nuovi nei quali la presenza di muffa e umidità rende invivibili gli ambienti.
A questo punto viene da chiedersi, soprattutto in presenza di ponti termici, quali siano le azioni correttive che non richiedano un retrofit a condizioni precedenti ed energeticamente scadenti, al fine di risolvere le problematiche di muffe e umidità. Ovviamente una delle soluzioni di maggiore successo, e che nella quasi totalità delle situazioni può portare a risoluzione certa delle problematiche succitate, è identificabile nella realizzazione di un impianto VMC.
Molto spesso, però, per ridurre l’impatto architettonico ed economico dell’intervento è possibile agire su singole stanze grazie all’adozione di sistemi di VMC puntuale da installare sulle pareti perimetrali. Questi sistemi possono essere a singolo o a doppio flusso.
SISTEMI VMC PUNTUALI
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A SEMPLICE FLUSSO
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Le unità VMC puntuale a singolo flusso possono essere dotate o meno di sistema di recupero del calore
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VMC puntuale senza recupero di calore
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Sono unità che possono essere installate a parete, a soffitto o a finestra, e oltre alle normali unità che non richiedono alcuna alimentazione elettrica, esistono dei modelli completi di una regolazione dotata di timer per la gestione oraria o con Controllo di Umidità.
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VMC puntuale con recupero di calore alternato
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Sono unità generalmente utilizzate in coppia con un’altra unità, con flussi opposti e sincronizzati tra di loro. Sono dotate di un motore interno EC a bassissimo consumo energetico, e di uno scambiatore di calore rigenerativo con pacco ceramico, ad altissima efficienza termica (fino a 90%). Ovviamente il calore viene accumulato dallo scambiatore nelle fasi in cui l’unità lavori in estrazione dell’aria, per poi rilasciarla nel momento in cui viene invertito il ciclo di ventilazione trasformando l’unità nell’elemento di immissione dell’aria.
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A DOPPIO FLUSSO
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Le unità VMC puntuali a singolo flusso possono essere dotate o meno di sistema di recupero del calore
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VMC puntuale con recupero di calore
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Sono unità in cui sono presenti 2 ventilatori con motori EC a rotore esterno a basso consumo energetico: uno si occupa dell’estrazione dell’aria, l’altro della contestuale immissione. L’aria estratta e quella immessa attraversano uno scambiatore di calore che permette di recuperare gran parte dell’energia.
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