Focus Dal mondo

21.07.2022

Ridurre del 15% il consumo di gas per correre ai ripari dai possibili tagli dalla Russia: l’UE invoca lo stato di allarme per l’approvvigionamento  

La Comunità Europea ha presentato un piano per affrontare i possibili tagli di rifornimento di gas russo, proponendo la riduzione del consumo del 15% dal 1° Agosto al 31 Marzo 2023 e l’incremento di utilizzo di fonti rinnovabili 

Le decisioni della Russia sui possibili tagli all’approvvigionamento futuro del gas ai paesi occidentali ha spinto la Commissione Europea a presentare un nuovo piano basato sulla riduzione dei consumi di gas in Europa del 15% nel periodo compreso tra il 1° Agosto e il 31 Marzo 2023

La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato l’importanza di sostenere uno sforzo significativo durante il periodo estivo per poter garantire riserve di gas più abbondanti per il prossimo inverno. 

Al momento, già la metà degli Stati membri si trova a gestire la riduzione delle forniture del combustibile russo e il rischio per i restanti paesi dell’Europa è quello di dover affrontare l’inevitabile estensione di queste decisioni prese dal Cremlino. 

Per questo motivo la proposta della CE, che dovrebbe andare al voto martedì 26 Luglio, darebbe la possibilità all’Unione Europea di dichiarare lo stato di allarme per motivi legati alla sicurezza dei rifornimenti, obbligando gli Stati membri a ridurre la domanda di gas

Il piano europeo adottato dalla Commissione stabilisce misure, principi e criteri per un'azione coordinata, volta a incrementare l’utilizzo di altri combustibili e a incentivare l’aumento di energie derivanti da fonti rinnovabili, le quali attualmente riescono a produrre solamente il 20% dell’energia totale dell’UE. Uno degli obiettivi dell’Unione è quello di raddoppiare tale quota, auspicando il raggiungimento del 45% entro il 2030

Quali sono le priorità individuate dalla Commissione? 

Provvedere al risparmio energetico in tutti i settori, dalle pubbliche amministrazioni alle famiglie, dai proprietari di edifici pubblici alle industrie, assicurerebbe il rifornimento necessario di gas alle famiglie in difficoltà, agli ospedali e a tutte le industrie indispensabili alla produzione di beni e servizi essenziali per l'economia. 

Le priorità per individuare di volta in volta i soggetti più bisognosi di aiuti da parte dell’Unione Europea si baseranno su specifici criteri

  • Criticità sociale per i settori: sanitario, alimentare, della sicurezza, delle raffinerie, della difesa e per i servizi ambientali; 
  • Catene di approvvigionamento transfrontaliere per le industrie che forniscono beni e servizi essenziali per il buon funzionamento dell'UE; 
  • Danni agli impianti, affinché possano riprendere la produzione senza ritardi significativi e senza bisogno di riparazioni, procedure di approvazione ed esborsi gravosi; 
  • Possibilità di ridurre il consumo di gas e di sostituire prodotti/componenti delle industrie attraverso le importazioni. 

Quali sono le soluzioni proposte dalla CE? 

Le uniche soluzioni disponibili secondo la Commissione Europea sono l’affidamento a fonti di energia pulita o, quantomeno, meno inquinanti rispetto a quelle basate sull’utilizzo di carbonio, concedendo il via libera temporaneo anche a fonti come carbone, petrolio e nucleare, purché non siano etichettate come misure a lungo termine. 

Sono stati affrontati anche i temi relativi all’abbassamento del riscaldamento e del raffrescamento, evidenziando come tutti gli edifici pubblici dovrebbero promuovere il cambiamento diminuendo le temperature interne degli uffici, attuando una delle numerose opzioni di risparmio a breve termine delineate nella comunicazione sul risparmio energetico nell'UE. 

Oltre alle norme contenute all’interno del piano REPowerEU, l’Unione Europea ne ha adottate ulteriori, come la direttiva che impone agli impianti di stoccaggio sotterranei di gas di essere riempiti fino all’80% della loro capacità entro il 1º novembre 2022, in modo tale da assicurare le scorte per il periodo invernale. 

Il piano di risparmiare gas durante l’estate per consentire a tutti i Paesi dell’Europa di possedere delle scorte da utilizzare durante l’inverno potrebbe essere la prima di una serie di soluzioni che la CE sta vagliando per rispondere in modo produttivo alla grave situazione di crisi riguardante il gas che sta colpendo l’occidente e non solo.