Speciale 129
Il riciclo delle acque civili: utilizzi, vantaggi e modalità di depurazione
Articolo di Daniele Giovannelli

Sistemi per il trattamento delle acque reflue

Negli anni le modalità di trattamento dei reflui domestici sono cambiate con la progressione scientifica e grazie ai ritrovamenti della ricerca. Oggigiorno si possono considerare varie soluzioni se si desidera poter filtrare le acque reflue della propria abitazione. Nei prossimi paragrafi vedremo due delle tecniche più diffuse di depurazione dei reflui civili.
 

Impianti con bioreattori a membrana - MBR

 
Tra le tecnologie annoverate dalla letteratura come strumenti per la filtrazione delle acque reflue di sicuro interesse sono gli Mbr - Membrane biological reactor.
 
Un impianto Mbr è caratterizzato dal fatto che il refluo viene estratto dalla fossa biologica facendolo passare attraverso delle fibre cave con fori decisamente sottili (5 micron). Il refluo viene quindi aspirato da una elettropompa esterna che costringe il refluo a passare attraverso il sistema di fibre cave. Le fibre causano un forte abbattimento dei solidi sospesi, dei batteri e dei virus, rendendo sin da subito il refluo pronto ad essere riutilizzato per scopi irrigui.
 
Le soglie di abbattimento della sostanza organica grazie a questa particolare tipologia di impianti di depurazione delle acque sono decisamente spinte, possono arrivare infatti a più del 90%.

L’aspetto che caratterizza principalmente questa tipologia di  impianti per il trattamento delle acque reflue, oltre naturalmente la presenza di fibre, è l’altissima concentrazione di biomassa al loro interno. Ciò determina una forte competitività dei batteri nei confronti del substrato (inquinante presente) innalzando decisamente le soglie di abbattimento.
 
A differenza del biologico classico inoltre, utilizzando un impianto Mbr, si è svincolati dall’avere una sedimentazione secondaria (i fanghi bloccati dalle fibre rimangono in vasca e non debbono quindi essere sedimentati e ricircolati come avviene per il fanghi attivi tradizionali).
 
Tra gli aspetti positivi di questi sistemi vi è la bassa volumetria di cui necessitano. L’alta concentrazione dei fanghi interni fa si che il biologico possa essere dimensionato con circa 60 l/a.e. contro i 250-300 dei fanghi attivi (la cosa comporta quindi notevoli riduzione di costi per quanto riguarda i movimenti terra per la posa in opera).
 
Di contro, la gestione di questa tipologia di impianto depurazione acque reflue domestiche
richiede una forte specializzazione ed i costi gestionali risultano piuttosto elevati (mediamente le fibre vanno cambiate una volta ogni 4 -5 anni).
 
Per concludere, un altro problema non trascurabile di questa tipologia di impianto è determinato dalla complessità di progettazione, provocata dalla necessità di far effettuare, con una certa frequenza, i contro lavaggi delle fibre. Questo sistema necessita, a monte, di una sedimentazione primaria (settica bicamerale) e di una filtrazione che evita che elementi sottili (peli, capelli) possano intasare le fibre.
 

Sistema di riciclo delle acque civili “a fanghi attivi

 
Tra le altre tecnologie annoverate per il trattamento delle acque domestiche viene spesso utilizzato il sistema a “fanghi attivi” classico dove viene consigliata, in primis, una buona sedimentazione (settica bicamerale o pozzetto imhoff e degrassatore per le acque grigie).
 
Con questo sistema le acque uscenti dai trattamenti primari vengono inviate nel fanghi attivi classico, o in un impianto a fanghi attivi a biomassa adesa di tipo aerobico (MBBR), dove la sostanza organica (BOD) viene metabolizzata e portata sotto valori di 20 mg/l idonei per il riutilizzo.
 
E’ molto importante in questo caso controllare la fuoriuscita dei SS (solidi sospesi) che potrebbero portare ad intasamenti dei sistemi irrigui a valle. Per controllare ed evitare che ciò accada è di fondamentale importanza dimensionare bene il chiarificatore a valle del biologico, che eviterà così le fughe di fango.
 
In genere, a valle dei fanghi attivi classico, viene inoltre inserita un sistema di fitodepurazione di affinamento che, oltre a compensare le eventuali oscillazioni di comportamento del biologico, garantisce un ottimo abbattimento dei coliformi e degli escherichia-coli, rendendo le acque più sicure da un punto di vista igienico. La fitodepurazione inoltre ha la facoltà di compensare le eventuali fughe di SS.
 
Questa tipologia di impianto comporta l’installazione di vasche di depurazione di volume notevole e costi di posa in opera maggiori (rispetto agli Mbr visti sopra) come movimento terra, di contro, però, gli impianti a “fanghi attivi” risultano di gestione più semplice rispetto ai sistemi Mbr.
 
E’ sempre importante, a prescindere dalla tecnologia di depurazione utilizzata, progettare e realizzare un impianto che sia dimensionato in modo ottimale. La buona gestione del sistema è poi imprescindibile, anche in caso di piccoli impianti di depurazione di acque reflue, essa deve comprendere: frequenti analisi delle acque, il controllo del funzionamento delle soffianti ed un controllo costante dello stato generale dell’impianto.
 

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