Tecnologie pulite UE: il Green Deal europeo da 30GW ogni anno fino al 2030
Obiettivi ambiziosi quelli previsti dal Green Deal europeo. Le tecnologie pulite devono essere sviluppate da subito. Ma l’UE sarà in grado di raggiungere la neutralità climatica?
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Il 16 marzo la Commissione europea ha presentato il piano industriale Green Deal, costituito da un Net Zero Industry Act volto a rafforzare la base industriale dell'UE per le tecnologie pulite e un Critical Raw Materials Act, con l'obiettivo di aumentare la capacità dell'Europa di reperire e lavorare materie prime critiche.
Un piano ambizioso, che l’UE al momento non riesce ancora a soddisfare completamente.
Tecnologie pulite: gli strumenti del Green Deal europeo
Gli obiettivi del Piano Industriale Green Deal prevedono la costruzione di oltre 30GW di nuovi parchi eolici ogni anno fino al 2030. Un obiettivo che al momento l’UE non riesce a sostenere. L’Unione, infatti, dispone di una grande catena di approvvigionamento, che, tuttavia, non è abbastanza grande per arrivare a produrre 30GW ogni anno.
Il Piano Green Deal si presenta in ogni caso come un primo passo verso la giusta direzione. La Commissione, infatti, all’interno del Green Deal prevede tre strumenti che potrebbero aiutare l’UE a raggiungere gli obiettivi prefissati, almeno in parte.
Stiamo parlando del Net Zero Industry Act, degli aiuti di Stato per sostenere gli investimenti in nuovi impianti, e della proposta di legge sulle Materie prime critiche.
Più nello specifico, il Net Zero Industry Act vuole sostenere gli investimenti nella capacità produttiva delle tecnologie a “emissioni nette zero” in Europa. In questo senso, la Commissione europea prevede un nuovo Fondo per sostenere le filiere delle tecnologie pulite.
Per quanto riguarda le disposizioni sugli aiuti di Stato per sostenere nuovi investimenti, la Commissione prevede nuove Linee Guida per rendere gli aiuti statali più flessibili in vista dell’implementazione di tecnologie pulite.
Tecnologie pulite: la Legge sulle materie prime critiche
Vediamo la proposta di Legge sulle materie prime critiche, la quale era estremamente attesa. In vista della neutralità climatica entro il 2050, è necessario disporre di materie prime critiche. Attualmente, tuttavia, l’UE fa affidamento a dei partner esteri per le materie prime critiche.
La legge vuole affrontare questa problematica e include:
- Definizione precisa di tutte le materie prime critiche necessarie per la costruzione di tecnologie pulite;
- Costruzione di una propria catena di approvvigionamento nazionale di materie prime critiche. Almeno il 10% delle materie prima critiche deve essere estratto in Paesi europei entro il 2030.
La legge ha come obiettivi quelli di lavorare le materie prime critiche all’interno dell’UE per almeno il 40% e riciclare, entro il 2050, il 15% del consumo annuale di materie prime.
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